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LENINGRAD COWBOYS GO AMERICA regia di Aki Kaurismaki

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  08/09/2015 12:59:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In "Leningrad Cowboys go America" il regista finlandese Aki Kaurismaki unisce le sue due grandi passioni, ovvero il cinema e il rock'n'roll, e lo fa mediante una pellicola dai toni grotteschi e surreali, già ben evidenziati dall'abbigliamento della band che dalla tundra del nord Europa giunge in America affamata di successo.
E' un Kaurimsaki leggero, in apparenza meno impegnato del solito, ma pungente nel beffeggiare il grande sogno americano attraverso una narrazione asciutta, fatta di brevi capitoli in cui i nostri da New York finiscono a suonare in Messico.
On the road nella provincia americana lontana dalle luci della ribalta ma vicini a uomini di diversa estrazione sociale e razza, posti sperduti e bettole d'ogni genere fanno da sfondo alla formazione dei musicisti che legati a musiche folkloristiche del loro paese natio imparano a destreggiarsi tra rock, blues e country, tutto per sbarcare il lunario e mettere qualcosa sotto ai denti.
Un viaggio quindi nell'America più marginale e all'interno della musica stessa, guidati da un gruppo (realmente esistente e portato alla ribalta proprio da questo film) il cui sogno sarà ridimensionato tra accenni malinconici e trovate al limite del demenziale.
Ancora una volta quello di Kaurismaki è un cinema di losers col sorriso: una sconfitta accettabile accomuna i protagonisti che pur guidati da un impresario avido e fanfarone si faranno bastare un barlume di felicità al posto di soldi a palate e stadi pieni.
Cameo di Jim Jarmusch nei panni del venditore d'auto.