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LA FRECCIA INSANGUINATA regia di Charles Marquis Warren

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daniele64     6½ / 10  20/11/2013 15:01:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Buon western vecchio stampo,in cui gli indiani sono ancora i cattivi,infidi e traditori ( e forse qualche volta lo sono stati...),contrapposti ai buoni soldati blu,ingenui e pacifisti ( decisamente troppo !). Anche se parecchio romanzato,il film è ispirato alla vita di Al Sieber,la più famosa guida dell'esercito durante le guerre contro gli Apaches. Ha i suoi punti di forza nelle belle ambientazioni ( che sono quelle reali !) e nella coppia di antagonisti, Heston e Palance,che forniscono un'ottima prova,specialmente il secondo.
Torok_Troll  20/11/2013 16:37:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh! Gli indiani, non erano certo tutti stinchi di santo come ce li presentato in certi film revisionisti decisamente troppo estremi.
Non ti parlo poi della terribile sorte che riservavano certe tribù (in particolare Comanche e Apache) ai prigionieri di guerra e scorrerie, anche se questi erano donne e bambini. Ad esempio, ricordo di aver letto di una ragazzina olandese di 17 anni catturata da alcuni guerrieri Sioux nel 1873, dopo che ebbero bruciato la sua fattoria e sterminato, tutta la famiglia (padre e madre e nonna scotennati sotto i suoi occhi e il fratellino di 10 anni arrostito a fuoco lento di fronte ai suoi occhi, ed infine scotennato anch'esso), la rapirono e la portarono fino al loro villaggio dove fu contretta a fare da schiava ad una vecchia sqow. Veniva spesso battuta da quest'ultima nei casi di "negligenza" al lavoro, non aveva molto da mangiare e i bambini e le altre femmine del villaggio non perdevano occasione per schernirla, umiliarla, spaventarla, farle del male e giocarle anche qualche brutto scherzo (come quello di darle fuoco ai capelli un paio di volte)... un giorno decise di fuggire da quell'infeno, ma fu l'idea peggiore che ebbe! I guerrieri della tribù la ricatturarono subito e, una volta riportata al villaggio, fu sottoposta alla tortura: per prima cosa la costrinsero (legata) a stare a piedi nudi su delle braci ardenti, fino a che non crollò per il dolore dei piedi quasi del tutto ustinati, mentre i sioux, intanto, la deridevano e schernivano suonando i tamburi ed emettento versi. Dopodiche, alcuni ragazzini, armati di lance dalla punta arroventata, cominciarono a danzarle intorno pungendola e ferendola con queste ultime parti nude del corpo e, per finire, ci fu pure l'umiliazione: le rasarono completamente la testa (fortunatamente non la scotennarono, anche se qualche taglio lo riportò) e la cosparsero di polvere di carbone ed altre cose, fino a farle assumere il grottesco aspetto di una miserabile sguattera (come se già non lo fosse). Fortunatamente (per lei), vi fu un incursione in quel villaggio da parti di un gruppo di volontari guidati da alcuni soldati, in questo modo riaquisto la libertà, ma, a quanto lessi, non riuscì mai, mai a riprendersi dal terribile shock che fu per lei quella lunga prigionia di schiava bianca (mi pare che furono ttre o quattro anni).
E questa e solo una di tante brutte storie di ragazze bianche, pellerossa, messicane e, in qualche caso, negre e pure cinesi, che subirono abusi e cattiverie durante la prigionia in un campo indiano.