LaCalamita 9½ / 10 06/07/2018 09:13:43 » Rispondi Dopo un'ora di film, Shame era già entrato nelle mie grazie. In un'ora di film, la situazione del protagonista è chiara in tutta la sua difficoltà, in tutto il suo annaspare disperato. Non è la vita sessuale la causa del suo stare male (effetto). E' vero il contrario: Brandon sta male, e gli effetti si riversano nel sesso. L'effetto Coolidge si mostra in Shame in tutta la sua potenza e perfino malvagità! La mancanza di senso in Brandon è a tratti straziante, lo si può notare praticamente in ogni scena, una più bella dell'altra. Come nei grandi film, il profilo del protagonista è accuratamente delineato. Si impara a conoscerlo a poco a poco, anche negli sguardi e nei silenzi, momenti più che mai vivi del film. In questo senso il regista ha davvero capito tutto:
Una scena apparentemente banale come quella della cena al ristorante con la collega è in realtà molto significativa. Il regista anima la scena perfettamente, nei dialoghi, nei tempi, nelle pause
La più classica delle dinamiche, ma più che mai azzeccata nel contesto: "Bene, ho fatto l'esperienza. Ho imparato dai miei errori?"
Sostanzialmente è nella scena del treno che si può uscire dall'impasse oppure no, come è esplicitato dal fatto che è la stessa scena iniziale. Perchè è solo nell'azione (o meglio, in questo caso nel NON agire) che la vita di Brandon può ripartire.
Lo sguardo è cambiato, e potrebbe già essere qualcosa. Non vediamo però effettivamente se ce l'ha fatta oppure no.
Inutile dire che i disturbi di cui è affetto il protagonista, e più in generale la sua condizione, sono da esplorare e attraversare pienamente in una psicoterapia!
In conclusione, un film fantastico, una realistica e allo stesso tempo artistica rappresentazione del male di vivere.