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L'ARTE DI VINCERE regia di Bennett Miller

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Spotify     7½ / 10  29/02/2016 00:33:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bel film incentrato su uno sport che non mi ha mai affascinato. E' stato tra i grandi candidati agli oscar 2012, non vincendo tuttavia nessuna statuetta. All'inizio pensavo che si sarebbe trattata della solita storia sulla classica squadra in crisi che ha bisogno del celeberrimo scossone per rialzarsi, invece è una vicenda che tratta lo sport e più specificatamente il baseball, dal punto di vista economico, quasi come se la squadra della pellicola, fosse una grande azienda sull'orlo del tracollo. Di questo, il merito va ad una possente sceneggiatura, la quale appunto, si dimostra alternativa rispetto ad altri film sportivi. E' anche parecchio profonda, riflessiva, mette a nudo gli aspetti positivi ma anche negativi di ciò che fa un manager e delle situazioni spiacevoli cui può trovarsi di fronte. Descrizione capillare del protagonista, sia personale che sul piano lavorativo. Un'analisi approfondita di un uomo sempre in bilico tra successo e declino. Dialoghi forti, incisivi e a volte anche toccanti, non diventano mai inutili o quant'altro, sono sempre logici e intelligenti. Impianto narrativo fluido, nessuna grossa falla, qualche sorpresa ogni tanto e soprattutto tanta linearità. Non a caso, lo screenplay era candidato all'oscar. Bennett Miller con questo film tratta un tema sicuramente non nuovo, però ben rappresentato sullo schermo, e cioè quello del "riuscire a far qualcosa di buono pur non essendone all'apparenza capace". Ci mostra come Billy Beane non sia per niente attaccato ai soldi, ma di come lui pretenda il massimo dalla sua squadra solo per l'orgoglio vincere. E dunque il regista ci vuole dire che lo sport, nonostante ormai, al giorno d'oggi sia largamente corrotto, abbia ancora alcuni individui che si ribellano a questo sistema malato, e che vogliono vedere il loro team vincere e basta. Inoltre ci mostra anche come dei giocatori poco blasonati e di scarse aspettative, possano in realtà fare più di quanto ci si aspetti. E' per rendere ancor più evidente tale messaggio, il director dirige gli attori in maniera splendida, Pitt viene letteralmente spremuto per essere più credibile possibile mentre Jonah Hill viene calato perfettamente nella parte del classico secchione di turno ma che riesce anche a diventare l'ancor più classico braccio destro del suo capo. Anche tutti gli altri attori di contorno sono diretti benissimo, insomma, Miller si impegna a 360° per ricreare un quanto più veritiero ambiente di baseball. Buona anche la caratterizzazione dei personaggi, quello di Beane è davvero molto affascinante. Il bello del regista poi, è quello di avermi fatto appassionare per 2 ore ad uno sport del quale generalmente non frega molto, ma per quei 120 minuti ho provato delle sensazioni nuove, e questo secondo me è dovuto proprio ad una descrizione capillare dell'ecosistema del baseball. L'atmosfera è particolare, il protagonista entra sempre più nel cuore dello spettatore man mano che il film procede, e alla fine quell'aura diventa travolgente, ci si immedesima letteralmente in Billy Beane. Il ritmo è molto scorrevole, un momento prima vediamo Billy e i suoi sull'orlo del tracollo e un momento dopo li vediamo festeggianti e allegri per i successi ottenuti. La corposa durata non si avverte minimamente, la narrazione è eccellente, con un montaggio fantastico oltre che intelligente, in quanto mostra anche il passato non esattamente roseo di Beane. Il finale è commovente, girato benissimo e inoltre deve lasciar riflettere, non poteva essere migliore. Inoltre racchiude buona parte dell'intero messaggio della pellicola. La scenografia è eccezionale, campi di baseball e uffici della società ricreati divinamente, aiutano molto a formare il clima della pellicola. Comunque un altro vero punto cardine, è l'interpretazione di Brad Pitt, semplicemente mostruoso. Penso che probabilmente sia la miglior recitazione che gli abbia mai visto fare, anche meglio di "Fight Club". Riesce ad essere davvero toccante, la sua è una prova molto intensa, sofferta, con risultati altissimi. Espressioni come quella finale valgono da sole il prezzo del biglietto e l'interpretazione dei dialoghi è monumentale. Secondo me, lui con quest'opera si definitivamente consacrato, visto che prima del 2011, aveva sempre dato ottimi responsi però mancava sempre quel definitivo salto di qualità che è avvenuto finalmente con "Moneyball". Grande anche Hill, la sua è una recitazione molto composta ma allo stesso possente, riesce a diventar simpatico fin dalla prima comparsa. Espressioni riuscite e interpretazione dei dialoghi impeccabile. Tuttavia, la candidatura all'oscar come miglior attore non protagonista mi è sembrata eccessiva. Non dispiace la fotografia, caratterizzante durante le partite. L'unica pecca di un certo rilievo, sono un po' troppe sequenze a carattere matematico-economico che per diversi spettatori potrebbero risultare poco comprensibili e inoltre si ha l'idea che allunghino un po' il brodo, comunque va bene così.

Conclusione: è un ottimo film, recitato divinamente, girato sapientemente e scritto benissimo. Molto intenso ed emotivo, merita ampiamente una visione.