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L'ARTE DI VINCERE regia di Bennett Miller

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Invia una mail all'autore del commento tnx_hitman     8 / 10  14/11/2012 11:04:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ammetto che io di film di baseball ne avro' visti si e no 2 o poco piu' e non me li ricordo un granchè,mi sono sempre sembrati filmetti di stampo marcatissimo americano con clichè di ogni tipo che conducono lo spettatore che guarda in modo passivo il prodotto sino al solito finale strappalacrime e buonista.
Qua è un altro paio di maniche.Lo sceneggiatore di The Social Network che ci tiene per mano e,anche se non mastichiamo molto le regole basi del baseball,ci regala una storia che non punta sullo spettacolizzazione di quel mondo,ma piuttosto sullo staff dietro le quinte,sugli avidi compratori di giocatori che non stanno ad analizzare tanto le abilità del singolo ma danno più importanza alla fama che lo circonda.Allora a Brad Pitt questo non piace più.Il Manager degli Oakland Athletics decide di avere al suo fianco un laureato in Economia a Yale(Jonah Hill,vera sorpresa del film,magnetico ed energico nel ruolo della sua carriera) e passano a cifre,a statistiche da mettere sul banco da gioco,e scegliere accuratamente una formazione che porti la sfortunata squadra che rischia di finire nel dimenticatoio a stupire chi segue il campionato nazionale.
La regia si mette da parte e fa si che lo script funzioni a regola d'arte.I dialoghi sono pungenti,danno ritmo al film e non riesci ad annoiarti.Si arriva al finale già soddisfatti del lavoro svolto per rivitalizzare un genere usato e sciupato col tempo,ma non è ancora finita.
Vi è un inedito punto di vista che studia lo sport più amato dagli americani:freddo e calcolatore per tutto il corso del film.Brad Pitt non vuole godersi le partite,non sta li in bella presenza seduto sugli spalti a tifare per la propria squadra,pensa solo ad ottenere risultati appaganti e a cambiare il modo di far giocare una squadra vincente e presentarla al pubblico in tutto il suo splendore...ma è nelle scene con la figlia del protagonista che la pellicola emoziona.
Lui si puo' togliere l'armatura di dosso,lui da figura vincente,da uomo che non vuole essere danneggiato e sconfitto,si confronta con sua figlia e apre il suo cuore.Per lei lui è il padre perdente che ha sempre voluto bene.La tenerezza qui esplode ed è un elemento a dir poco sconvolgente che porta a constatare che questo film nominato agli Academy ma snobbatissimo poi in quella serata merita di essere visionato.

Brillante storia,realizzazione accattivante e picchi di intensità emotiva notevoli.
Moneyball,da rimediare mi raccomando.