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QUANDO LA NOTTE regia di Cristina Comencini

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     4 / 10  08/09/2011 01:55:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
All'inizio è giusto lasciarsi traviare dalle (belle) immagini di montagna, mentre pensi guardacaso a Cogne e forse a quell'altra sposina frustata di un bel film argentino visto anch'esso a Venezia ("El campo"). Cristina Comencini racconta ancora un dramma sulla maternità, riuscendo persino a impastare un paio di osservazioni non banali sul tema (l'odio e l'amore complementari e impellenti nelle fragilità di una giovane donna nei riguardi del figlio). Lo spunto è interessante, ma il dibattito sul tema a poco a poco precipita fino a raggiungere lo zenith assoluto delle più grandi banalità teledipendenti di questi anni. Anche cercando di dimenticare la banalità dei dialoghi ("E' così difficile far crescere un figlio" - "Ma perchè non capiscono quanto sia difficile?"), il folklore locale tutto processioni e balli tirolesi (siamo vicino al Monte Rosa ma poco importa alla regista), il gigionismo esasperato della Pandolfi, che scarica sullo spettatore tutte le sue impotenti nevrosi, "Quando la notte" finisce per diventare quello che avrebbe potuto non essere: la regista, che sembrava aver trovato una strada diversa con il film precedente ("Lo spazio bianco") ha partorito uno s.t.r.o.n.z.o. così grosso da intasare lo scarico del wc.
Vorrei essere magnanimo, ma purtroppo questo tipo di storie che parlano il linguaggio di un rotocalco rosa finiscono per perdere ogni credibilità diventando, se non assurde, involontariamente comiche - e giuro che ho faticato spesso e volentieri a trattenere le risa.
Se poi Timi (che se la cava dignitosamente) gioca il ruolo del rude maschio di montagna che spoglia la sua ehm avversaria di tutti i suoi misteri psichici, ti finisce sul set di 127 ore e la "cosa" va a finire proprio lì. Si scende in un precipizio senza ritorno dove lo spettacolo di massa è proprio ahimè assicurato

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jack_torrence  09/09/2011 15:04:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro Luca, anche "lo spazio bianco" (come "mobbing" e "carlo giuliani ragazzo") è della sorella Francesca Comencini, credo decisamente sottovalutata, rispetto a quanto Cristina sia abnormemente sopravvalutata.
Il film più celebrato di Cristina è stato quel "La bestia nel cuore" che mi lasciò basito e di cui non mi restò nulla.
Dubito che questo lo vedrò mai... Grazie di cuore per la tua chiara e definitiva stroncatura!!!
Un saluto, Stefano
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  16/09/2011 00:35:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Faccio sempre confusione tra le sorelle... invero quei film che citi (di francesca) sono tutti interessanti... è un film, questo, che parte abbastanza bene, e si esaurisce in pochi minuti. Purtroppo piacerà agli spettatori
Invia una mail all'autore del commento kampai  16/09/2011 08:28:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
fantastica recensione
1sei stato anche troppo buono
Mikki  21/09/2011 16:01:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io ho adorato il libro della Comencini da cui è tratto questo film! La versione cinematografica potrà pure non essere piaciuta, ma la storia è piena di film stroncati dalla critica e invece osannati dal grande pubblico! Io consiglio vivamente a tutti di vederlo, a prescindere da quello che si dice o si legge.