kowalsky 8½ / 10 12/10/2006 23:42:21 » Rispondi Preannuncia una grande tragedia, ma ci resta una profonda immaginazione ai nostri occhi: noi vediamo cio' che Cassavetes ci ha voluto negare: credo proprio che Tarantino abbia pensato a lui quando ha diretto magistralmente la scena in cui Samuel L. Jackson recitava dei passi biblici prima di sparare (cfr. Pulp Fiction). Poi c'è tutto il resto, il distacco emotivo (blandamente emozionale) di una donna "di esperienza" davanti a un protervio ma maturo "moccioso", ed è un lungo, spericolato, pericoloso passaggio fino alla scelta di difendere qualcuno non per una promessa ma per qualcosa che è, interiormente, assai meno indiretto. La città non ha cuore, si anima di sparatoie, e il bambino è cresciuto a sua volta nel desiderio di voler proteggere la donna. Sigaretta in bocca e sguardo alla Bogart, Gena Rowlands è un'interprete straordinaria. Anche davanti a un finale furbetto e francamente un po' edificante, quel che resta è uno splendido esempio di cinema contemporaneo, capace di citare i film di genere e gli action-movies imprimendo la vitalità e la genialità sovversiva di un grande autore come Cassavetes Prevedibilmente scialbo il suo sequel (con Sharon Stone)