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LA PELLE CHE ABITO regia di Pedro Almodovar

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  02/11/2012 15:21:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Potrebbe essere la traccia di un vecchio film gotico la storia presentata da Almodovar nel suo ultimo lavoro, ovviamente rinfrescata a dovere, con al posto del lugubre e polveroso castello un'asettica villona in cui va in scena , attraverso un folle piano di vendetta, il tentativo di riavere ciò che un destino crudele ha tolto.
Il mad doctor in questione, uno scialbo Antonio Banderas, non si rassegna al fato, non maledice il cielo come farebbe qualsiasi altro uomo, combatte l'irreparabile mediante sperimentazioni non approvate dai suoi stessi colleghi.
Si tratta di fantascientifica chirurgia estetica e di ricerca estrema anche se a tener banco sono i tipici sottotesti dell'Almodovar pensiero, spiattellati senza mezzi termini in alcuni casi, sfoderati con maggior pudicizia in altri. A disertare però sono l' esuberanza sentimentale e cromatica, oltre l'amore per il grottesco che contraddistinguono da sempre le opere del regista spagnolo. Tutto è molto più misurato a partire dalla messa in scena, sembra che i personaggi soffrano questa limitazione non riuscendo quasi mai ad esprimere il proprio afflitto potenziale costituito da drammi interiori e dolore che tutti, nessuno escluso, si trovano a dover sopportare.
L'immancabile lampo stravagante si materializza con il censurabile "Tigre" , il quale dopo aver elargito una lieve scossa viene stoppato, come un oggetto estraneo giustamente espulso vista la sua discutibile utilità.
E' quindi arduo farsi conquistare da una pellicola che pur offrendo rebus a iosa incuriosisce a fatica, pur avvalendosi di una raffinata costruzione fondata sui tanto cari salti temporali.
Etica professionale e morale sembrano interessare poco Almodovar, il quale vorrebbe dar più rilievo a tormenti che purtroppo colpiscono debolmente.