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LA PELLE CHE ABITO regia di Pedro Almodovar

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jack_torrence     6 / 10  06/10/2011 14:58:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se "la pelle che abito" delude, non è per le diversità rispetto ai precedenti capolavori di Almodovar. Anzi la voglia di mutare (ancora) pelle è positiva, mentre la poetica resta. "La pelle che abito" è una variazione su temi già sviscerati in tanti film del passato (cambia la confezione, il modo di proporli): tuttavia Almodovar, secondo me, stavolta non riesce ad appassionare. Un film può certo essere magnifico e algido al contempo. La critica che gli muovo non è che, per distacco e freddezza, semplicemente non appassioni. Il problema è che, a una trama inverosimile, senza passione, è più complicato credere. E perciò anche aderirvi, esserne sedotti. Ne "la pelle che abito" tutto si poggia, come sempre nel suo cinema, su una trama inverosimile e paradossale. Trame del genere funzionano finché regge la volontà dello spettatore di sospendere la propria incredulità. E ciò succede finché ci si appassiona; non succede, se manca il coinvolgimento.
Perché manca? Il solo personaggio del quale è possibile condividere i sentimenti (lo chiamerò "la vittima") emerge tardi, restando solo abbozzato. Bidimensionale. Come del resto è monolitico l'algido chirurgo interpretato da Banderas.

"La pelle che abito" è un film al maschile. Esistono due tipologie di film, nella filmografia di Almodovar. Quelli con protagonisti maschili, che sono tragedie; e quelli con protagoniste femminili, che sono melò. I capolavori appartengono tutti alla seconda categoria (Donne sull'orlo di una crisi di nervi, Tutto su mia madre, Parla con lei [film di uomini con sensibilità femminili], Volver).
Esempi di film prevalentemente al maschile sono: La legge del desiderio, Carne tremula, La mala educacion. Sono tragedie perché gli uomini secondo Pedro, pur meschini, soffrono e hanno bisogno di essere amati, e si esprimono attraverso la possessività e il ricatto, e quasi sempre fanno una brutta fine.
Nel parlare di uomini, Almodovar è meno sensibile e più brutale.

Ne "la pelle che abito", grazie alla "mutazione" subita dalla "vittima", il tema dell'amore possessivo (il primo a essere mostrato) risulta innestato sul tema della vendetta (quest'ultimo, peraltro, ci è parso abbastanza banale). L'innesto pare un po' forzato, artificioso; per giunta non svela altro sulla natura umana fuorché dove possa spingersi la perversione di un folle.

Colpisce che il protagonista prova per la sua "vittima" attrazione fisica solo dopo un dato momento. Dopo l'iniziale rifiuto delle avance della vittima, infatti, a innescare la libido del chirurgo è l'atto di violenza compiuto dall'uomo tigre. Ciò (forse) spiega l'intero episodio dell'uomo tigre (posticcio, per il resto). E' come se per Almodovar la passione dell'uomo si potesse scatenare solo attraverso la violenza e la sopraffazione. Come se per relazionarsi all'oggetto del desiderio lo stupro sia inevitabile, e, insieme, un catalizzatore per la passionalità di altri maschi.
Tesi interessante, anche se suscita perplessità: comunque già sostenuta da Almodovar altrove, e senz'altro con maggior fascino.

A margine: i dialoghi sono a volte didascalici o banali (può essere solo colpa di un doppiaggio pessimo?). Viene il sospetto che Almodovar abbia voluto ostentare una messinscena, raffinata, che fa il verso a modi da cinema di serie b. Un po' come in "Kika".
jack_torrence  06/10/2011 15:12:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
PS
non sono sicuro di essere in tutto d'accordo con me stesso. :-P
Per questo non l'ho recensito.

...Aspetto di rivederlo.
pier91  06/10/2011 17:10:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sostanzialmente condivido, però non ho capito bene se alla fine l'hai trovato eccessivamente freddo (come è parso a me) oppure no.
E' vero, Almodovar affronta i personaggi femminili con più sensibilità, ma "La legge del desiderio" a mio avviso è un film molto più viscerale e sentito di "La pelle che abito", che resta invece come soffocato da una confezione fin troppo perfetta.
jack_torrence  06/10/2011 18:47:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Chiara...
L'ho trovato freddo, sì... Anche se non è per questo che il film mi ha deluso. Però la freddezza contribuisce a non renderlo coinvolgente. E siccome è una storia inverosimile, il fatto che non sia coinvolgente impedisce di starci dentro.

"La legge del desiderio" è il mio Almodovar preferito della prima fase, e insieme a "Donne..." il suo film più bello sino a "Tutto su mia madre" :-) Sicuramente un 8

pier91  06/10/2011 20:19:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho capito, grazie della spiegazione Stefano :)
Pasionaria  07/10/2011 20:11:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi suona strano leggere termini quali "freddo" "non passionale" associati ad un regista quale è Almodòvar, perchè Pedro fa della sua passione il punto cardine della propria dichiarazione d'amore per il Cinema e ciò è evidente in ogni sua opera.
Non sono d'accordo che il protagonista, quella che tu chiami "la vittima" emerga tardi, perchè da subito riesce a trasmettere la propria angoscia, le proprie contraddizioni, la propria pelle appunto, e lo fa semplicemente con lo sguardo, su cui il regista si sofferma nei numerosi primissimi piani ad inizio film.
La confezione può apparire un pochino più distaccata rispetto ad altri noir del regista, ma è solo una scelta estetica e di stile. Perchè poi viene tutto fuori, un tema così ambiguo pochi registi l'avrebbero affrontato con un minimo di visceralità. Almodòvar ci ha di nuovo infilato molto di suo, senza rispiarmarsi.
Come in "Carne tremula" probabilmente Almodòvar ha sentito il bisogno di distanziarsi dai suoi personaggi, di dominarli senza sentirsi troppo autobiograficamente coinvolto come succede spesso in altri suoi lavori, ciò non toglie che ci abbia tolto la passionalità. La vendetta e l'amore si compenetrano fino a scaturire in passione pura. Anche il grottesco personaggio dell'uomo tigre ha una propria funzionalità narrativa.
Infine non concordo con la tua divisione sessista tra film maschili e femminili, perchè in ogni opera di Pedro, anche in quelle dove apparentemente protagonisti sono uomini, l'elemento femminile è prevaricante.


jack_torrence  10/10/2011 10:08:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cara Rita,
mi è piaciuta molto e condivido la tua nota riferita a "Carne tremula"; e anche per me il personaggio dell'uomo-tigre ha una sua funzionalità narrativa (l'ho scritto nel commento).
Vorrei anche dire che il mio 6 significa che per me il film non è sbagliato, insomma l'ho promosso anche se ne sono rimasto deluso.
Quanto a "freddo" e "non passionale". Credo che nel mio commento non sono riuscito a spiegare con chiarezza... Il film è distaccato e "algido", ma non è un difetto. (Pensa che l'ultimo Cronenberg mi è piaciuto da morire...E Cronenberg è un regista molto cerebrale e freddo). Secondo me in questo film manca l'equilibrio tra una trama particolarmente inverosimile e la possibilità di aderire emotivamente ai personaggi. Questa seconda caratteristica, tipica di Almodovar, qui è deficitaria, e a me non ha permesso di accettare la trama, di entrarci dentro facendomi dimenticare di stare assistendo a un film, a qualcosa di costruito.
Dici che la mia divisione è "sessista"... E' sicuramente un po' rigida, ma mi riferisco a una distinzione che ha fatto Almodovar per primo sai? L'ho letta anni fa. E' vero, hai perfettamente ragione: le opere in cui sono protagonisti gli uomini vedono comunque un elemento femminile molto forte (non so se prevaricante). Però nelle opere in cui protagoniste sono le donne (quelle che a me più piacciono), sono spesso protagoniste assolute, gli uomini quasi scompaiono... (Discorso in parte diverso per "Gli abbracci spezzati", un film che ho amato molto e che è stato probabilmente sottovalutato. E' estremamente complesso e ricco di personaggi vivi, a partire dal protagonista, un uomo). Se c'era del "sessismo" nella mia ripartizione, vorrei assolutamente chiarire comunque che il fatto che trovi meno riusciti i film "al maschile" non significa che secondo me, uomo, Almodovar è troppo severo con gli uomini...Non vorrei aver generato questo equivoco.
Ciao,
Stefano
Pasionaria  10/10/2011 11:22:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sei stato chiarissimo Stefano. Ho capito cosa vuoi dire, d'altra parte anch'io non ho condiviso a suo tempo i commenti molto positivi su "Gli abbracci spezzati", film che intendo rivedere al più presto per analizzarlo più in profondità.
Non volevo assolutamente darti del sessista, intendevo sottolineare come Almodòvar dia sempre spazio all'elemento femminile anche in film dove sono protagonisti gli uomini, con i quali invece il regista è sempre spietato, specialmente in quelli "femminili".
Vado a leggere il tuo commento a "Gli abbracci spezzati"( se c'è)
Ciao e alla prossima chiacchierata

Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  18/10/2011 08:55:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Scusate se mi inserisco, ma la divisione proposta da Stefano la diede lo stesso Almodovar in una intervista rilasciata dopo l'uscita de "La mala educación". Del resto, da omosessuale e da persona profondamente segnata da un rapporto strettissimo (e non sempre accondiscendente) con la madre quale è, non poteva che essere così.
jack_torrence  26/10/2011 15:58:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bravo; mi riferivo proprio a un'intervista risalente alla "Mala educacion"!
Mpo1  22/10/2011 01:00:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Riguardo alle due tipologie di film, personalmente ritengo che i veri capolavori di Almodovar siano i film "maschili" ... quelli "femminili" hanno avuto più successo di pubblico ma mi sembrano i meno interessanti...
jack_torrence  26/10/2011 15:59:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Capisco che è questione di gusti.
Se Almodovar non avesse girato "Tutto su mia madre", "Parla con lei" e "Volver" si ridurrebbe per me, da uno dei più grandi registi viventi, a un regista di talento come ce ne sono schiere.
jack_torrence  18/10/2012 15:59:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
QUANTO SON STATO SEVERO CON QUESTO FILM!
NON ME LO PERDONO.
HO AVUTO UN'EVIDENTE DIFFICOLTA' DI APPROCCIO, DOVUTA A UN REGISTRO CHE IN ALMODOVAR AMO DI MENO (ne parlo nel commento).
MA, RIVISTO, NE SONO STATO RAPITO.
COMPLESSO, PROFONDO, FASCINOSO.
PROBABILMENTE HA DAVVERO ALCUNI DEI LIMITI CHE RISCONTRAVO, MA PER ME OGGI NON VALE MENO DI 7,5.
atticus  06/10/2011 16:27:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh, ne abbiamo già parlato, condivido tutto stavolta :)
Ed è verissimo che gli Almodovar al femminile (ci inserirei tranquillamente anche "Il fiore del mio segreto") abbiano offerto immensamente di più rispetto a qulli al maschile (con l'eccezione di "Legami!" [al maschile, no?] che mi è sempre piaciuto moltissimo).
Ciao :)
jack_torrence  06/10/2011 16:39:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Accogliamo senza dubbio alcuno nel club al femminile "Il fiore del mio segreto" e "Legami!" (che ricordo in modo un po' confuso) in quello dei maschietti (con mamma possessiva)! ;-)
Ciao!