Dom Cobb 7 / 10 05/09/2015 22:29:37 » Rispondi Uno scimpanzé femmina, catturata in Africa e venduta a dei laboratori di ricerca genetica, subisce degli esperimenti di un farmaco inteso per curare l'Alzheimer, i quali le accrescono l'intelligenza. Quando, però, in seguito a un suo improvviso attacco di aggressività, l'intero programma viene chiuso e le cavie abbattute, il giovane ideatore del farmaco, Will Rodman, impietosito, decide di adottare un cucciolo unico sopravvissuto allo sterminio. Ribattezzato Cesare, crescendo lo scimpanzé dimostra di possedere una straordinaria intelligenza... Reboot di una saga cinematografica di fantascienza divenuta un classico nel corso del tempo, questo film si pone l'obiettivo di raccontare gli eventi che portarono, nel capostipite, la scimmia a specie intelligente dominante del pianeta Terra, e lo fa scegliendo un approccio che è, bene o male, diametralmente opposto a quello che la gente si aspetterebbe da un prodotto di questo franchise. Personalmente, ho sempre tenuto le distanze dalla detta serie di film, ma le critiche entusiaste mi hanno spinto a dare un'occhiata al lungometraggio che, nell'impatto che ha avuto rispetto ai predecessori e nell'accoglienza di un pubblico che vi ha rivisto la rinascita di un filone molto amato, pare corrispondere allo Star Trek di Abrams. In effetti, per un blockbuster estivo, L'alba del pianeta delle scimmie compie numerose scelte davvero coraggiose, su tutte quella di rendere l'origine di una tale rivoluzione planetaria una storia molto intimistica e incentrata sulle emozioni.
Alla base di tutto vi è l'impegno e la passione di un uomo, Will, che si lancia in una disperata crociata spinto dal morbo che causa un progressivo allontanamento fra lui e il padre. E di mezzo capita lo strumento del miracolo, il cucciolo Cesare che non tarda a diventare un vero e proprio membro della famiglia.
Di fatto, le premesse per un grande film e una grande storia ci sono tutte, in quanto sono presenti dinamiche e relazioni fra i singoli personaggi molto forti e molto identificabili; non solo quella centrale fra Will e Cesare, ma anche fra Will e il padre o fra Cesare e le numerose altre scimmie con cui entra in contatto. E c'è da dire che tali idee vengono anche supportate da una sceneggiatura ben calibrata ed interpretazioni tutte valide: un cast di nomi medio-grandi che svolge il suo lavoro con innegabile competenza, ma che viene del tutto oscurato dall'indiscussa star dello spettacolo, ossia Andy Serkis nel ruolo di Cesare e i tecnici della motion capture, capaci di arricchire la sua performance con effetti speciali all'altezza. Certo, rimane un minimo di artificiosità sia nella realizzazione tecnica, che nel modo in cui le scimmie stesse vengono rappresentate come specie, con comportamenti forse un po' troppo umanizzati e forzati,
La scimmia Maurice che conosce il linguaggio dei segni o il capo della combriccola che si sottomette a Cesare, tutti eventi antecedenti all'inalazione della formula che li rende più intelligenti.
ma si può tranquillamente chiudere un occhio al riguardo. Da notare anche un reparto tecnico ottimo e una regia senza fronzoli, che saggiamente punta sempre e subito al dunque. Purtroppo, quasi a voler rovinare la buona qualità del film, c'è un intoppo, nella forma di un montaggio davvero imperfetto: il problema è che le scene, prese singolarmente, sono ben fatte e coinvolgenti, ma il modo in cui vengono messe insieme rende lo svolgersi degli eventi stranamente veloce, in alcuni punti quasi frettoloso, come se il regista Rupert Wyatt volesse sorvolare su passaggi che non gli piacevano o gli interessavano meno per concentrarsi su altri che riteneva più validi.
La situazione psicologica del padre di Will viene liquidata in due scene che durano appena qualche manciata di secondi, troppo pochi per assorbirne la potenziale efficacia emotiva; il rapporto fra Will e Cesare, per quanto valorizzato dall'abilità degli attori, resta sempre e comunque a livelli piuttosto superficiali e didascalici; non so neanche se Will e la ragazza, chiunque lei fosse, siano solo fidanzati o già sposati.
Inoltre, contribuisce a rendere il ritmo balzellante la presenza di qualche piccolo salto logico che rende lo sviluppo di taluni personaggi piuttosto privo di senso.
L'attrazione per il parco che Cesare prova non viene mai sottolineato, cosicché ne prendi coscienza solo quando si vede che proprio lì sta conducendo tutte le altre scimmie. Poi, cos'è successo per far cambiare idea a Will riguardo al farmaco, spingendolo a dimettersi? Non ne ho idea.
Per dirla breve, si ha la generale sensazione che il film scorra via troppo rapido, e che una buona ventina di minuti o, perché no, anche una mezz'ora in più, avrebbero decisamente giovato per rendere il prodotto all'altezza delle sue potenzialità. Così com'è, è solo un buon film, che magari offre uno o due spunti di riflessione qui e là, qualche considerazione sull'intelligenza che (non) ci separa dagli animali o che (non) separa gli animali da noi. Ma quelle parti che potevano rendere il film grande sono solo pochi attimi liquidati fin troppo in fretta. Nonostante tutto, però, lo consiglio vivamente: di certo è più intelligente di molti altri blockbuster in circolazione.