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COSE DELL'ALTRO MONDO regia di Francesco Patierno

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outsider     7 / 10  29/09/2011 20:24:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
un prodotto interessante, quasi alternativo ma che reca, dopo una prima parte che, peraltro, fatica a decollare, una certa pesantezza.
la sensazione è che debba arrivare un momento divertente, in cui "acchiappi" il lato esplosivo del film, sperando in un'ironia che si rivela amara, offuscata peraltro da quella nebbiosa atmosfera che contorna il tutto, in uno scenario brullo, piovoso, desolato, quasi ci si trovasse in un Veneto di altri temi. Cosa voluta dal regista questa, certo, ma troppo irreale.
Un Mastrandrea che torna a Treviso, sua città natia, per ritrovare la fidanzata, ora cotta e praticamente promessa sposa ad un nero, la madre apparentemente fusa, le problematiche di un paese che sembra un sobborgo dove non mancano i razzisti, gli scontenti, i grezzi, gli ignoranti nell'unico senso in cui questa parole pronunciar si puote, quello umano.
Una figura, quella dell'ormai non più giovane Valerio, polverosa, sfigata, a tratti insulsa, cosa sottolineata dalla madre...nota ironica.
Una figura contrapposta ad una bellissima, intelligente, alternativa Lodovini.
Abatantuono bravissimo, Lodovini da brivido erotico nella schiena, Bustric invecchiato, lo ricordo quando per me era un idolo di un certo modo di essere uomo che non tramonterà mai, nel gusto lieve, dolce, sensibile, qui nei panni invece di un mago diverso da come lui realmente è, nei panni di un semi piazzista che cerca, evidentemente senza riuscirci, di liberare il paese dall'incantesimo...senza evidentemente riuscirci, in un finale che però segue il senso intrinseco del film, quello di voler far capire un qualcosa, pensare a...vi immaginate se accadesse che un giorno, svegliandoci...
Abbasso il razzismo, in qualsiasi forma esso sia è un modo di essere ignorante che genera odio e mostri.
Intento positivo, prova superata, cinematograficamente parlando, però, è da applaudire per le dinamiche rappresentate, non certo per le tecniche di ripresa o per recitazioni da teatro, Collodel a parte.
Ripeto, a livello di fiction e poco più o per la mimica e la capacità di incarnare i dialetti Abatantuono è da 9, ci mancherebbe, Diego è uno dei geni multiformi del nuovo cinema. Per queste componenti concentrate sfiora il 7. Da vedere senza attendersi un capolavoro, come spesso accade per i film di interesse culturale, quale questo è stato definito.
Per questo genere, l'importante, ovviamente, è il messaggio.