elio91 8 / 10 02/12/2012 10:02:09 » Rispondi Ragazzuoli, non scherziamo proprio, prima di vedere un film del genere il 6 è d'obbligo a prescindere. E non lo direi con nessun altro ma Oliveira che dirige con cosi tanta lucidità e formalismo estetico a cento anni e passa non è qualcosa che rivedremo mai in nessun altro regista, temo. Potessi arrivarci io a quell'età in queste condizioni! E tra l'altro il film è davvero molto bello; chi non conosce lo stile del regista portoghese si ritroverà spiazzato ma ho già detto negli altri commenti ai suoi lavori qual'è la sua prerogativa: un ritmo lentissimo, scandito come i rintocchi dell'orologio che spesso sentiamo in sottofondo, dove nulla è spettacolarizzato ma tutto accade come per inerzia, come se non potesse accadere null'altro che quello. "Singolarità di una ragazza bionda" colpisce non solo per la trama romantica e per il suo essere un film completamente fuori dal tempo, e non solo dal tempo cinematografico ma da qualsiasi tempo storico (sembra ambientato oggi ma potrebbe essere anche una vicenda degli anni '50, e il testo originale da cui è tratto si ritrova nell '800). Colpisce anche per il finale brusco, quasi uno schiaffo dopo aver visto una storia cosi romantica e vecchio stile, e rimette in gioco tutto: c'è l'amore idealizzato e l'amore vero, l'apparenza e la realtà. C'è poi il Portogallo che Manoel de Oliveira sa ritrarre come nessun altro, aiutato da una fotografia stupenda oltre che da una lucidità disarmante e incredibile. Piacerà più ai critici e agli intellettualoidi, e per una volta mi accodo con piacere. Il fatto che duri appena un'ora è un incentivo a non subire più di tanto il ritmo pesante del regista, che almeno stavolta ho guardato con molto piacere senza momenti morti. Lunga vita a Oliveira!