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MIDNIGHT IN PARIS regia di Woody Allen

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julian     6½ / 10  20/03/2012 03:12:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ricordare il passato è sempre bello, ci si proietta in una dimensione incantata che è certamente diversa da quella che fu quando era presente. Quello che rimane di un passato vissuto sono lievi sensazioni sedimentatesi nel nostro cervello e, per questo, impreziositesi, come un vino che guadagna di gusto.
Per le epoche non vissute il processo è simile, solo che non avendo a disposizione alcun ricordo si prendono per buoni i racconti dei genitori, dei nonni, biografie di importanti personalità o magari vecchi romanzi, vecchi film. Il risultato è l'idealizzazione pura: una fotografia perfetta e incantevole, scevra di tutto il grigiume che di certo è esistito. E il film, consapevolmente, è questo.
Una storia fuori da ogni logica della realtà, a cominciare dalla perfezione della vita dei protagonisti del film, i quali, nonostante tutto, si sentono irrealizzati;
poi c'è la componente favolistica del viaggio in epoche lontane, un'occasione bella e buona per ricostruire una Parigi all'apice del suo splendore culturale, fotografarla da ogni angolazione e affastellare una decina di nomi grossi che, a diverso titolo, si sono mossi nelle sue luminose notti;
infine c'è il fantastico ritorno alla vita del presente, colmo di un ottimismo senza compromessi, che ripropone in forma ingenuamente fanciullina il carpe diem oraziano.
Midnight in Paris può ambire, in futuro, ad esser visto come uno dei testamenti di Woody Allen. Per uno come lui, regista con 45 anni di carriera alle spalle, che della vita avrà sicuramente assaporato le parti più dolci, questo film può anche avere un suo senso.
Per gli altri resta un incanto che inizia allo spegnersi delle luci e finisce appena si riaccendono, come un sogno.