caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

MIDNIGHT IN PARIS regia di Woody Allen

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Marco Iafrate     7 / 10  16/02/2012 21:40:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film è la conferma che l'erba del vicino è sempre più verde. Tutto quello che appartiene agli altri è più bello. Anche il passato appartiene agli altri ed anche il passato non sfugge a questa idea che l'uomo si è fatto "degli altri". Cosa c'è di più affascinante, per un turista in visita a Roma, immaginarsi imperatore ai tempi di Cesare o sentirsi uno Zar mentre ammira le pareti della camera d'ambra nel palazzo di Caterina, può non venire in mente la belle époque a chi si dovesse trovare a far colazione a Parigi in un caffè di fine '800 sopravvissuto ai mutamenti del tempo?
Gil è in vacanza nella capitale francese con la sua futura sposa e come sempre, quando si vanno a visitare città di paesi diversi dal proprio, insieme al corpo comincia a viaggiare anche la fantasia, la cultura di quel posto riporta ai tempi in cui quella cultura si è sviluppata, agli uomini che hanno contribuito a scrivere la storia di quel paese. Pittori, scrittori, registi, si materializzano nel fantastico viaggio in cui si immerge ogni sera allo scoccare della mezzanotte Gil, un tuffo nel passato per allontanare la mediocrità del presente, ingenuo quadretto idilliaco di un tempo che per molti ha invece indossato le vesti della povertà, della sofferenza e del dolore. Ma la cultura è ricchezza, in tutte le sue forme, e Gil vuole viverla, respirarla, ed ecco che intorno a Picasso, Hemingway, Fitzgerald, Bunuel ( durante uno dei numerosi incontri che ha con questi illustri personaggi Gil suggerisce al regista spagnolo la trama de "L'angelo sterminatore") si crea un aurea di infinita bellezza visiva, un' atmosfera di irresistibile fascino dove il passato è quella porta finalmente aperta così da far entrare tutte le proprie fantasie, una macchina d'epoca a far da teletrasporto per lasciarsi alle spalle un mondo ed entrare in un altro, fantastico e incantato come può esserlo soltanto il mondo dei sogni, dei desideri, della fuga dalla realtà.
Probabilmente anche il buon Allen comincia ad avvertire i segni del tempo che passa, l'inesorabile ticchettio che accompagna l'esistenza non si arresta, meglio affidare alla macchina del tempo il desiderio di far girare le lancette dell'orologio in senso antiorario e non pensarci troppo su. Un viaggio nel passato in tutti i sensi, anche nel vedere, nei gesti dell'attore protagonista, l'immagine riflessa del regista che lo ha diretto.