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MIDNIGHT IN PARIS regia di Woody Allen

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Invia una mail all'autore del commento pompiere     5 / 10  06/12/2011 11:12:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Un film privo di umorismo e credibilità. Ma io e John abbiamo riso senza ritegno". È il giudizio della madre di Inez (Rachel McAdams) a proposito di una pellicola americana, di cui non ricorda ne' il titolo ne' la trama, appena vista in un cinema di Parigi. Ed è un po' quello che accade assistendo al résumé francese dell'infinito European Tour a cui si sta dedicando Woody Allen da un po' di tempo a questa parte: lo vedi, e poi dimentichi con piacere trama e contenuto.
Lontano da New York, il regista tenta sbiaditamente di anteporre (ancora) la finezza di scrittura alle dozzinali produzioni hollywoodiane, illudendosi-ci che bastino due battute messe in croce per potersi in qualche modo schierare contro quelle produzioni di film e serie televisive esibite con tanta nonchalance e date in pasto ai pigri fruitori mondiali.

Ma non si parla solo di questo in "Midnight in Paris": c'è la voglia di fuga dalla realtà come antidoto alla nostalgia giovanile. E una volta di più prende il via il desiderio sfrenato di correre a ritroso (e fuori dal tempo), uscendo dallo schermo quotidiano fatto di preparativi a un matrimonio che nessuno vuole, per catapultarsi in realtà storiche studiate, lette e amate. Dai favolosi anni '20 parigini, centro mondiale dell'arte, alla smodata ilarità della Belle Epoque. Basta attendere i rintocchi della mezzanotte e farsi trasportare da una carrozza presa in prestito dalle favole.

Gettati in un turbine spocchioso che ha il sapore dei défilés di moda nei quali passa il lavoro di uno stilista via l'altro, assistiamo a una galleria imbarazzante di famosi scrittori, pittori, poeti e registi vissuti nei periodi storici di cui sopra. Figuranti senza spessore messi lì a interagire con lo spaesato protagonista naif (interpretato da un Owen Wilson niente male, costretto a stare quasi sempre in scena) i quali proclamano e dialogano in modo prevedibile, non uscendo mai da quelle minime conoscenze letterarie e artistiche che ognuno di noi possiede.

Dominata dai gialli e dall'ocra, la fotografia satura lo schermo per tutta la durata del film. Si respira a fatica tra cuscini, arredamenti ed esterni tutti uguali, senza una minima variazione cromatica che inviti a un sentimento diverso, a un'emozione alternativa. Perfino la tanto amata pioggia pare che di lì a poco possa far cadere gocce infuocate.
Per Allen, si sa, i venditori di ombrelli andrebbero in rovina: lo sanno anche gli aficionados come me che si tratta quasi di un elemento di culto. E' intima, fa venire voglia di abbandonarsi all'unica sostanza naturale tangibile in una grande città e probabilmente da' l'impressione di rinascita, purificazione, una botta di esuberanza tra i grigiori del cemento. Tuttavia questo non basta, non ci si può accontentare di questo stancante ritornello ripetuto a oltranza; da questo autore pretendo molto di più.

Mi preme evidenziare il punto più basso di un film che scorre a fatica: Wilson, in un certo momento, incontra Luis Buñuel al quale suggerisce una traccia per quello che diverrà uno dei film più belli dell'intera cinematografia. "Cos'è che tiene un gruppo di persone molto eleganti chiuse in una stanza mentre cercano di consumare una cena?", gli risponde lo spagnolo. E noi ci chiediamo: "cos'è che ci tiene chiusi in un cinema per vedere l'ultima fatica di Woody"? Di certo non questi sciocchi ammiccamenti da "Back to the future". Speriamo che l'aria di Roma abbia giovato alla sua ispirazione, e che il diario di viaggio porti qualche novità. Per il momento il Genio si è fermato ai blocchi di partenza da un paio di tappe in qua.
Terry Malloy  06/12/2011 13:30:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sai benissimo che ti stimo, anche se abbiamo gusti diametralmente opposti.
Sapevo, e non sto scherzando, che il film non ti sarebbe piaciuto.

"Da questo autore pretendo molto di più". Io credo, come te, che Woody Allen abbia finito con Match Point ciò che ha da dire alla cinematografia. Non per questo però ha smesso di dire ai suoi spettatori. Allen coinvolge un pubblico assurdamente vario e numeroso, e questo è encomiabile (per me che do un valore propedeutico all'opera d'arte). Ma al di là di questo le storie di Allen hanno qualcosa, nella loro formularità, che le rendono speciali e meravigliose. Non chiedo a Allen di essere lo stesso di Manhattan, né di essere Bunuel.
Ormai è il vecchio che racconta sempre le stesse storie, ma che tutti stanno a sentire perché si sa che sono le ultime. Un vecchio nonno del Cinema, un po' scleroti(zzato)co, un po' sul viale del tramonto.
Invia una mail all'autore del commento pompiere  06/12/2011 17:04:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Terry,
ci stimiamo a vicenda nonostante i punti di vista non sempre uguali, e questo fa piacere :)

Su Woody Allen non posso che confermare ciò che dici; ho una stima e un amore incondizionati verso di lui, le sue opere, e perfino la sua persona. Uno dei più grandi e necessari registi della settima arte. Non potrei mai fare a meno dei suoi film.

Non pretendo di rivederlo ai livelli di opere più riuscite e/o dei capolavori passati, però non vorrei cedere a facili sentimentalismi di giudizio. Il mio 5 vale sempre più di altre insufficienze, e non sopporto l'idea che questo autore possa essere sul viale del tramonto. Non c'è, e non ci sarà mai :)
Terry Malloy  06/12/2011 18:35:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma ormai l'ho capito che a te sta sulle palle il cinema contemporaneo (salvo i pinguini di mr. popper) :)

Cosa ne pensi di Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni?
Invia una mail all'autore del commento pompiere  07/12/2011 16:57:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Penso sia più brutto di questo. Forse Midnight avrebbe meritato un mezzo punto in più. Su "Incontrerai..." credo di aver scritto un commento quando uscì. Te lo riporto sotto, così non fai fatica a cercarlo, pinguino scongelato che non sei altro! ;-)

"Da New York a una Londra che sembra New York. I luoghi dell'immaginario alleniano non cambiano. E nemmeno i personaggi, le storie, i temi. Abbondano le prostitute sceme, "adottate" come fossero dee da venerare, gli scrittori (toh, un ruolo vergine) in crisi creativa e i galleristi (un altro vergine!) arrangiati, le frustrazioni senili, i veggenti che richiamano scialbamente opere dedite alla magia e altresì più compiute quali "Ombre e nebbia" o "Alice".

In un ritmo da misera soap opera, nel quale si trova coinvolto, suo malgrado, un cast super-lusso che comprende uno spento Hopkins, l'ingrassato e quasi convincente Brolin, la sprecata Naomi Watts e l'inutile Banderas, ci si impegna in una disperata e fastidiosa indagine su traballanti stati sentimentali e amorosi che ha veramente poco di charmante e troppo degli "squilli" di Charmaine.

L'ultimo film del grande Woody Allen è accogliente come un nido di vespe: arruffato nella sceneggiatura (accompagnata da una dottrinale voce off e priva di accenti frizzanti), disarmonico nella scelta degli attori (quasi tutti fuori parte e a disagio), piatto e vaporoso nella regia (non un movimento interessante o un'inquadratura rivelatrice).
Il regista di "Manhattan" sembra proprio a corto di idee, e con il respiro affannoso di chi non ha molto altro da aggiungere a una carriera invidiabile. Avrebbe forse bisogno di un turno di riposo: speriamo che un'indovina glielo suggerisca, o che peschi la carta della prigione a Monopoli. Oggi come non mai gli è necessario un lifting artistico, parce qu'il n'entend plus la guitare.

Parola di Cristal."
Terry Malloy  08/12/2011 17:16:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
INGIUSTO.
Invia una mail all'autore del commento Jason XI  06/12/2011 13:50:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
non sono d'accordo..... i personaggi senza spessore? non devono averlo lo spessore... è un sogno... un immaginazione dove i personaggi esistono ma non esistono, sono loro ma non sono loro... sono macchiette.... ma è così che devono manifestarsi agli occhi di Wilson.... questo film è soffice, non pretenzioso come in altri Allen... scorre che è una meraviglia... è un opera di un uomo che ha dato e detto tutto per il cinema.... e riesce ancora a farci divertire con questi gioiellini..... non cercate per una volta spessore o paranoie iperculturali.... non ce n'è veramente più bisogno ....
Invia una mail all'autore del commento pompiere  06/12/2011 17:07:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sono d'accordo con te, Jason, che sia un film delicato e leggero. tanto che mi sono un po' annoiato.
semplicemente non rientra nei miei gusti; senza pretendere nevrosi, attacchi di panico o di ipocondria.