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HARRY POTTER E I DONI DELLA MORTE - PARTE 2 regia di David Yates

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Dom Cobb     6½ / 10  02/12/2016 21:50:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per Harry Potter, la caccia agli Horcrux continua: insieme ai suoi amici di sempre, il ragazzo che è sopravvissuto segue senza sosta la strada che dovrebbe portare alla sconfitta definitiva di Voldemort. Dopo una rapida quanto tempestosa visita alla banca dei maghi Gringott, lo scontro finale avverrà proprio a Hogwarts, lì nel luogo che per Harry è ormai l'unica, vera casa...
Giunti al canto del cigno di una serie cinematografica che ha accompagnato per anni un'intera generazione di giovani, la speranza è sempre che qualsiasi stortura presente in precedenza venga raddrizzata e che lo spettacolo mostrato sia quanto di più soddisfacente si possa immaginare. Per il maghetto con la cicatrice a forma di saetta, purtroppo, non è così.
Se dovessi essere il più sintetico e riassuntivo possibile, direi che questa parte seconda della conclusione della saga è bene o male esattamente come la prima, con giusto qualche dettaglio differente. Dettagli che spostano l'asta del gradimento leggermente verso l'alto, ma non abbastanza da convincermi a giudicare questo film pienamente riuscito.
Bisogna chiarire subito che l'unica, vera miglioria del film riguarda l'ambito delle scene d'azione: non solo sono più numerose che nel precedente film, ma sono anche decisamente più spettacolari. Prima ci eravamo limitati a duelli, corse nel bosco, magari una casa che esplode e un breve inseguimento su una moto volante, ma qui invece, fra evasioni su dorso di drago e una battaglia finale che occupa quasi tutta l'ora finale, con effetti digitali e pirotecnici a iosa, c'è da rifarsi gli occhi. Più in generale, a livello tecnico ci si mantiene sui livelli di sempre, anche se la familiarità di tutti i luoghi presentati fa scemare l'effetto novità, in parte ancora presente un paio di film fa, e l'aura perennemente scura della fotografia nuoce in più di un punto.



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Permangono, purtroppo, i problemi della prima parte: adesso che gran parte della trama e delle spiegazioni sono state tolte di mezzo, è il momento di gettarsi a capofitto nell'azione e nel divertimento, nel pathos caratteristico di ogni climax che vale la pena di essere vissuto. Eppure, tutto ciò viene annullato dal bisogno di dilatare il poco materiale narrativo rimasto per una lunghezza di oltre due ore, e a risentire, ovviamente, è il ritmo: anche nei momenti clou, esso si rifiuta categoricamente di accelerare, e con una o due eccezioni qua e là,


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rimane incastrato nella sua lentezza cronica. A questo si unisce il distacco emotivo, che ormai sembra essere il tratto più caratteristico della regia di Yates, e l'effetto è non solo quello di assoluta indifferenza nei confronti delle morti presentate nel corso della storia, ma addirittura il dimenticarsi alla fine di chi è morto e chi è sopravvissuto.


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Ciò, ovviamente, si ripercuote anche sulla soddisfazione (o la sua mancanza) nel vedere i cattivi fare la fine che si meritano: quei momenti sono per lo più risicati, relegati a un battito di ciglio prima di precipitarsi subito alla scena seguente. E anche se l'azione, comunque, resta godibile e il film in sé una gioia per gli occhi, i componenti necessari per far salire l'adrenalina mancano.
Con tutte le attenzioni spostate su Harry e lo scontro con la sua nemesi, gli altri attori hanno ben poco da fare, se non assolutamente niente, per cui non ci sono interpretazioni che spiccano. Vi è però un'eccezione, e quella è Ralph Fiennes.
Da dove comincio con lui... lui è la testimonianza come o fosse troppo calato nella parte, o ci fosse stato qualche malinteso con le direzioni impartite da Yates: ogni cosa che lui fa, che sia un ghigno, un commento sarcastico e sprezzante o prendersi un momento per godersi il suo trionfo, lo fa nel modo rispettivamente più esagerato, viscido e sopra le righe possibile. Il risultato è una performance talmente bizzarra da sfiorare un nuovo livello di comico involontario, un nuovo apice del trash, cui il suo aspetto "snasato" da anche un valido contributo.


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E' lui l'elemento capace di accrescere il gradimento a livelli superiori rispetto al suo predecessore, ma anche se la sua presenza garantisce costantemente grasse risate, non è comunque abbastanza, e di certo non fatto con le giuste intenzioni, per controbilanciare gli aspetti negativi. Non del tutto, almeno.
Perciò, l'ultimo tassello di questa beneamata saga si conclude con una nota sottotono, sicuramente dilatata e tirata per le lunghe, ma anche con i suoi momenti, per involontariamente divertenti che siano. Una fortuna che un finale non proprio riuscito non rovinerà mai quel primo tassello che, invece, ha dato inizio a tutto e che ancora oggi risulta più coinvolgente e decisamente più emozionante.