Lucignolo90 8 / 10 14/05/2014 18:08:24 » Rispondi Media scandalosamente bassa per questo meraviglioso Jidaigeki di Miike che riesce a sorprendere ancora una volta cambiando genere per l 'ennesima volta: dai suoi soliti nello Yakuza Eiga ci ritroviamo davanti un chanbara ambientati all 'epoca della dinastia Tokugawa (1844 per la precisione), appena un secolo prima delle bombe su Hiroshima e Nagasaki come sottolinea il regista a inizio film, per ricordare al pubblico nipponico quanto sia cambiato il Giappone e in quanto poco tempo. L 'inizio del film per l 'intera prima parte è quasi neoclassica, impensabile per chi conosce bene la filmografia di Takashi, che non manca peró di regalarci un paio di spunti particolarmente cruenti, che ne rivelano la vera natura gore e grottesca. La seconda parte muta radicalmente e ritroviamo il vecchio Miike, quello di Dead or Alive, di Izo per intenderci. Franesia finale di un combattimento impari di questi 13 Samurai contro un esercito di 200 uomini a difesa del sanguinario signore feudale Naritsugu. E qui il regista da il meglio di se, sia per aver preparato il combattimento finale con un precedente crescendo di patos di grande pregevolezza, sia per l 'esplosione del climax in una battaglia di spade,dinamite e pioggia di sangue. Come sempre la trama puó ricordare a tratti svariati film: I sette samurai, Per un pugno di dollari, Il mucchio selvaggio, ma alla fine torneremo sempre a parlare dell 'originalità di questo regista che non accenna a diminuire nella prolificità mantenendo comunque una qualità e una freschezza che ha pochi pari, per l 'ennesima volta rinfresca un genere andato in crisi nelle ultime due decadi. Takashi Miike a mio modestissimo parere è il miglior regista di generi attualmente su piazza e uno dei migliori in assoluto