kowalsky 7½ / 10 10/09/2010 03:01:55 » Rispondi Epico ma mai ridondante, lirico ma mai gratuìto nella sua spettacolarità, persino riflessivo nella sua metafora sulla morte ("La morte è gratitudine della vita"), il nuovo film di miike takeshi non delude le attese. Tributo (non dichiarato?) a John Woo e Kurosawa, vanta una delle più spettacolari e infinite battaglie (circa un'ora di proiezione, 4/4 del film) del cinema contemporaneo. E' a tutti gli effetti un "western orientale" che nei momenti più introspettivi sembra ricalcare il pathos di "Notte senza fine". Epilogo formidabile per quello che è ormai un cinema classico plasmato a immagine e somiglianza del gusto attuale. E, cosa importante, evìta quasi sempre il manierismo, rischio formale molto presente in film di questo genere
Tom24 01/07/2011 10:53:16 » Rispondi appena un giapponese gira un film di samurai è un tributo a Kurosawa vero? quando magari pensare che di film del genere in giappone ne sono stati girati migliaia non solo da kurosawa (questo è un remake di un omonimo del 1963 di Eichii Kudo).. orientalismo dilagante....