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LA STANZA DEL FIGLIO regia di Nanni Moretti

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Zazzauser     8 / 10  05/09/2016 00:35:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sinceramente non comprendo la media: La Stanza del Figlio è un dramma struggente, girato, scritto e interpretato in maniera impeccabile; il tema é la morte prematura di un figlio, un template comune nel cinema drammatico, ma Moretti sa come NON cadere in quei facili piagnistei, in quei sentimentalismi portati al parossismo e soprattutto in quel mood che si viene a formare in seguito al "fatto scatenante", caratterizzato dalla ripetizione sfiancante di esternazioni di dolore e rassegnazione, quel crogiolo in cui pare che non si possa far altro che compatire e compatirsi; insomma evita tutti i caratteri tipici di pellicole sulla perdita di un proprio caro - cito un titolo "a caso"? Il verboso Gente Comune di Redford -. La scomparsa di Andrea, narrativamente, non é che un pretesto per la ben piu importante analisi dei personaggi e della loro reazione al lutto, soprattutto per quanto riguarda Giovanni Sermonti, che da psicanalista (fin troppo) distaccato, quasi anaffettivo nei confronti dei pazienti, si ritrova a rivalutare la propria carriera professionale sino a chiedersi se si é sempre trovato dal lato giusto della scrivania: assaggiare finalmente il dolore vero lo rende consapevole di non essere (mai stato) in grado di comprenderlo, sia esso quello di un erotomane incapace di contenersi (bravissimo Accorsi!), quello di un'ossessiva-compulsiva con le sue noiose fissazioni, o quello nascosto (o potenziale) di un figlio, con cui fatica ad avere un vero dialogo.
Moretti condensa saggiamente tutta la classica "seconda" parte, in cui solitamente a dominare il film é il dolore insopportabile (e l'autocommiserazione, che dopo un po' stanca) in poche belle scene - qualche pianto della superba Laura Morante, la scena della scrittura della lettera.. ha più potenza un primo piano sul viso immobile di Moretti, sguardo perso nel vuoto, accompagnato dal tragico rumore delle viti che chiudono la bara del figlio, che mille inutili lacrime.. - concentrandosi più ad illustrare come la famiglia reagisce al lutto e lasciando infine spazio alla speranza piu che alla depressione: trovo la scena finale, in cui i tre camminano sulla spiaggia di Mentone, un capolavoro - un confine sorpassato, fisicamente e metaforicamente, un mare che non é più barriera (come per Leaud nei Quattrocento Colpi) ma voglia di ricominciare... -
Insomma lo stile di Moretti può non piacere, come d'altronde la sua recitazione (che infastidisce molti), ma non si può non riconoscere a "La Stanza del Figlio" la capacità di colpire forte al cuore senza far venire il diabete; siamo di fronte a un cinema vero, autentico, che rinuncia totalmente alla teatralitá mettendoci di fronte ad una famiglia Sermonti che potrebbe in fondo essere la nostra.. è il cinema italiano di cui dobbiamo andar fieri - cosa che a quanto pare non succede nonostante la vittoria della Palma d'Oro a Cannes