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LE DONNE DEL 6° PIANO regia di Philippe Le Guay

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Invia una mail all'autore del commento LukeMC67     7½ / 10  17/06/2011 23:39:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il 7 e 1/2 non è un voto "tecnico", è perché si esce dalla sala cinematografica col sorriso sulle labbra e con la leggerezza di poter almeno sognare che la bontà esista sulla Terra.
Deliziosissima commedia francese, leggera come un vol-au-vent, dove i buoni trionfano seccamente, senza se e senza ma.
Senza alcuna pretesa storicistica o addirittura sociologica, il film riaccende i riflettori su un fenomeno -la massiccia, silenziosa emigrazione di donne spagnole in Francia negli anni Sessanta- particamente misconosciuto. Un po' come accadde analogamente a Roma alla Comunità filippina, sia pure con le dovute differenze. Una schiera di domestiche, per lo più apprezzatissime rispetto alle autoctone, che servivano le case di un'alta borghesia piena di difetti e ipocrisie, ma fondamentalmente corretta e col senso dell'onore.
Con la maestria che gli conosciamo, Fabrice Luchini tratteggia con divertimento e intelligenza un personaggio altrimenti al limite della verosimiglianza, "colpito" da inguaribile bontà d'animo.
Avevo uno zio così; non abitava a Parigi bensì a Roma, ma era esattamente come il personaggio di Luchini. Quella borghesia benpensante, spesso crudele nelle sue gelosie ma capace anche di non aver paura di (im)mischiarsi in strati sociali considerati "inferiori", era una tipicità metropolitana degli anni '60. Oggi è impensabile, è troppo l'abbrutimento popolare e troppa l'ostentazione che divora i ceti "alti" per poter immaginare uomini come il protagonista di questo piccolo gioiellino venuto d'Oltralpe.
Girato in modo lineare, semplice eppure impeccabile, deve molto a un crogiuolo di interpreti femminili tutte all'altezza su cui spicca la sempre bravissima Sadrine Kiberlain. Carmen Maura accetta di essere poco più che comparsa lasciando spazio alle giovani (e meno giovani) colleghe. Altre attrici almodovariane (e non) caratterizzano i propri personaggi fino a renderceli simpatici: su tutte un gigionesco Fabrice Luchini che le tiene gioiosamente "a bada", insieme a una regia altrettanto ferma.
Attagliato il gradevolissimo commento musicale.

Certo, si può rimproverare al film di aver calcato la mano su molti clichè, di rischiare di essere troppo poco verosimile, gli si può rimproverare di non aver approfondito più di tanto la psicologia dei personaggi, o il contesto storico-temporale in cui si svolge (anche se con poche battute e una felice scenografia riesce a ricostruire e a rendere concreto l'altrimenti sfuggevole epoca in cui si svolge)... però FUNZIONA.
E allora... "comédie (à la) française, te quiero"!