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THE TREE OF LIFE regia di Terrence Malick

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dobel     8 / 10  14/11/2011 14:28:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' ormai una vecchia riflessione quella che vuole vedere in un'opera d'arte qualcosa che si ritiene ci sia anche se non è in superficie. Lontano dall'essere una provocazione fine a se stessa, lontano dall'essere risolto, lontano dall'essere banale, questo film pone innanzitutto delle domande. Solo per questo fatto merita di essere visto. E' un'opera di cultura che non può essere liquidata con un 1, né può essere esaltata incondizionatamente dopo una sola visione con un 10. La cultura sottintende uno sforzo della ragione per essere coltivata, fatta crescere e trasmessa. The tree of life richiede questo sforzo: non è opera di intrattenimento quanto piuttosto la confessione di un intelletto e di un'anima. I piani di lettura sono molti, e nelle recensioni che precedono la mia, sono stati elencati in gran quantità. Con essi si può essere più o meno d'accordo, ma si tratta pur sempre di sforzarsi di capire. Questo sforzo e questa fatica vengono visti di mal occhio da chi cerca nel cinema solo un oggetto di svago. Più in generale credo che la fatica del ragionamento sia un qualcosa da cui oggi si rifugge molto volentieri (siamo troppo abituati a che altri pensino per noi e ci diano già le soluzioni precotte; troppo spesso deleghiamo ad altri l'incombenza di problematizzare, con i risultati che vediamo quotidianamente).
Con questo non voglio dire che 'The tree of life' sia un capolavoro, come non l'ho detto per 'Island Empire' di Lynch, per esempio. Ma è un film importante, che interpella, che pone domande e dà poche risposte. Non si tratta di essere credenti o meno, quanto di essere o meno pensanti. Ritengo che sia un'opera che vada vista più di una volta, con la quale confrontarsi e con la quale reimparare a porsi delle domande molto scomode e imbarazzanti. Domande alle quali prima o poi dobbiamo dare una nostra personale risposta.
La realizzazione del film è, oltretutto, straordinaria. L'interazione di musica e immagine è spesso esaltante a livello del Kubrick di '2001...' .
Con questo: non lasciatevi spaventare dalle recensioni negative, andatelo a vedere, lasciatevi interrogare dal film. Poi ognuno darà la propria risposta, ma non lasciamoci banalizzare dal rifiuto passivo di certe proposte. Cerchiamo di crescere un pochino anche grazie a chi usa il cinema per inserirsi in dibattiti più ampli di quelli meramente estetici o di intrattenimento.
Oltretutto: se il film parla del rapporto sempre in definitiva irrisolto dell'uomo con Dio, non significa che sia una rottura, o un film da bacchettoni, o riservato ai credenti, o tanto meno un film ecclesiale. Personalmente, pur essendo credente, non vi ho trovato nulla di conciliante o di rassicurante, anzi! La posizione del regista assomiglia molto a quella di quel Giobbe che viene citato all'inizio, ossia di un uomo in perpetua lotta con il proprio Dio, che arriva a sfidarlo e a bestemmiarlo. E' un dialogo al quale è difficile sottrarsi, Malick lo porta avanti a suo modo. Riconosciamogli l'onore di aver provato a parlare del Silenzio.