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THE TREE OF LIFE regia di Terrence Malick

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Wyrael     9 / 10  18/06/2011 04:08:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Che dire, a distanza di una settimana dalla visione posso assolutamente confermare l' immensa magnificenza di questa sublime pellicola cinematografica. Una regia a dir poco divina; una fotografia da orgasmo; musiche eccelse. Una perla, un diamante geometricamente perfetto, studiato sotto ogni minimo dettaglio; nulla è stato trascurato. Non capisco come sia possibile non partire dalla sola sufficienza nell'esprimere un giudizio, su di un'opera che già solo tecnicamente è OGGETTIVAMENTE perfetta.
C'è solo da inginocchiarsi e tacere nella propria insulsa "pochezza", di fronte ad una simile opera d'arte. Ma la gente ha sempre da parlare, perchè si sente in dovere di farlo e si sente oltretutto in grado di poter esprimere giudizi, basando tutto su di un proprio gusto personale o la propria semplice esperienza e conoscenza; è incapace di osservare e di conseguenza valutare la maestosità di un simile lavoro. E' la solita piaga che infetta tutto ciò che è arte: LA SUPERFICIALITA'. Io ho dato la mia personalissima interpretazione al film ed ho cercato di reinterpretare simbolicamente ogni singolo personaggio secondo la mia percezione (il film è colmo di simbologie: nelle parole, nelle azioni, nelle immagini, nelle scenografie). Non ho visto nulla che non sia accessibile ad un qualsiasi essere umano dotato di un quoziente intellettivo pari alla media e che disponga della cosiddetta: sensibilità. Addirittura ho letto di persone che ritengono sia necessario un bagaglio di cultura storico/filosofica per poter capire cosa si cela aldilà di tutto. C.azzate. Basta semplicemente osservare ed ascoltare. Malick mi sembra voglia rappresentare l'esistenza come una grande famiglia, come fosse ristrutturabile in Dio, la natura e gli uomini. La madre non è che il simbolo della natura (la madre terra, la grazia, il mezzo necessario alla creazione - la linea, il passaggio che unisce l'uomo al trascendentale). Il padre è il simbolo del potere Divino, colui che impone i dogmi, determina i ruoli. Colui che regge tutto, che è padrone della "grande famiglia", ma che allo stesso tempo incute timore (esattamente come Dio) e decide le sorti. I figli non sono altro che il simbolo dell'umanità. Osservano la natura e cercano Dio e ne ricavano gli insegnamenti. Quando Dio viene a mancare (quindi quando mancano le leggi Divine/la fede/il credo) l'uomo cerca di impadronirsi del suo ruolo, improvvisandosi prepotentemente come il nuovo Dio; poichè l'obiettivo primo dell'uomo più forte e potente è quello di rendersi simile a lui, o meglio quello di ottenere il suo potere. (Vedi fratello maggiore). Ma ci sono altri aspetti dell'umanità che si manifestano negli altri due fratelli che rappresentano una sorta di casta universale. Una volta capito (interpretato) questo, si può cominciare a ricollegare tutti i significati filosofici/religiosi/storici/psicologici che contornano il fulcro e si manifestano in azioni. Insomma se approfondissimo andremmo veramente nei discorsi più contorti e filosoficamente intricati dell'esistenza, poichè il film sia appunto colmo di simbologie e simbolismi in ogni singolo elemento e microscopico dettaglio. Ciò che mi ha impedito di dargli l'eccellenza (quindi il mio giudizio complessivo) è stata proprio questa scelta. Ovvero quella di eccedere nei vari simbolismi, che non fanno altro che accumulare e confondere i pensieri; e di conseguenza non ti lasciano modo in molti casi, il tempo di assimilare ciò che si è appena sentito e visto per concentrarsi su quello che sta per venire. Il mio primo commento uscito dalla sala fu infatti: "Ho avuto l'impressione di aver visto 10 film contemporaneamente". Infine "The tree of life" è assolutamente eccelso visivamente, ma necessita più di una visione per poterlo assimilare a pieno, per cercare di cogliere tutto senza esplodere in una miriade di pippe mentali ed interpretazioni varie. Altro piccolo dettaglio che non ho molto apprezzato è il finale. Ma quello deduco sia per un purissimo gusto personale. Insomma Malick ha voluto rappresentare in un qualche modo la propria visione e concetto di Esistenza. Non voleva insegnare niente a nessuno, come alcuni pensano. Ha espresso con grande arte e maestria quello che al quale noi TUTTI pensiamo molto semplicemente e banalmente nella nostra quotidianità. E lui è riuscito a raccontarlo.
Consiglio per chi non l'ha visto? Beh, non correre al Cinema a vederlo sarebbe come essere arrivati a non aver studiato un secolo di storia. Per coloro che sbuffavano in sala e maleducatamente l'hanno abbandonata: andate a coltivar banane.
boiledfish  20/06/2011 19:42:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io questo film non l'ho ancora visto e, di conseguenza, non ho nulla da dire a suo riguardo.
Quello che hai scritto tu, invece, ce l'ho proprio sotto gli occhi e lo giudico per come filtra alla mia coscienza (risultato di una struttura organica e di un trascorso esperienziale).

Credo faresti bene a sbassare la cresta, scendere dal trespolo che utilizzi a mo' di pulpito, rivedere le tue teorie a proposito di ciò che chiami "sensibilità artistica" o "simbolica", riflettendo sul fatto che non è altro, quella, che il prodotto di un processo prevalentemente emotivo che, lungi dal generare un'analisi più "oggettiva", non fa altro che esprimere il tuo peculiare punto di vista che, fino a prova contraria, vale quanto quello di chiunque altro.

Poi, siccome nel mio modo di decifrare la realtà influiscono (ma soltanto come nota di colore) nozioni di taglio psicanalitico, ti consiglierei di approfittare di tutte le occasioni che ti si presentano, per non dar corda inutilmente al tuo narciseggiante ego.

Se avrai modo di avvicinarti all'ALTRO, anziché utilizzarlo come capro espiatorio dell'insoddisfazione che permea la tua autopercezione... t'assicuro, non avrai che da guadagnarne.
Wyrael  20/06/2011 21:01:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Più che soffermarti sul come filtrano le mie parole nella tua coscienza, comincierei a pormi seriamente dei dubbi sull'impulso che secondo LE MIE "nozioni di taglio psicanalitico" è scaturito dal tuo SE'. Probabilmente le mie parole devono avere urtato qualcosa che si cela nella tua "ombra"; lo stesso identico atteggiamento di arroganza che tu accusi nei miei confronti, emerge ugualmente dalle tue parole, che mi giudicano prepotentemente. Hai forse proiettato incosciamente su di me ciò che più di te rifiuti? Credo proprio di si. Soffri forse di qualche forma di nevrosi? Non trovi che ciò che hai appena scritto risulti piuttosto paradossale? Oltretutto ti inviterei a leggere meglio il mio commento, poichè abbia sempre sottolineato IL MIO PERSONALISSIMO parere. Quando ho accennato all'inginocchiarsi, era riferito a TUTTI, ME compreso. Poichè IO sono in grado di riconoscere i miei limiti; FORSE molti altri no. Ma poi che discorso è. E' ovvio che stia parlando per me, per chi altri dovrei parlare sennò? Infine, dato che il film neanche l'hai visto, perchè non cerchi di cogliere l'occasione per farlo? Poi mi dirai, quanto educate sono state le altre persone in sala: sarei curioso oltremodo di sapere come reagirai. Andrai a dar loro un tenero bacino? Per quanto riguarda ME, dato che il discorso non doveva essere incentrato sul commentatore, bensì sul commento stesso, non ho bisogno che TU "Signor sconosciuto" venga a darmi consigli su come rapportarmi ed esprimermi. UNO: Perchè non mi conosci. DUE: Il mio lavoro e la mia passione mi porta quotidianamente ed inevitabilmente ad avvicinarmi all'ALTRO (sai, forse perchè il Cinema è proprio il campo in cui sto entrando) TRE: Perchè il mio percorso di individuazione l'ho già fatto e so di avere un PUER AETERNUS molto accentuato. Ti dirò di più, mi è bastata la mia sete di conoscenza per farlo, di certo non sono dovuto ricorrere ad uno psicanalista. Ciao

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boiledfish  20/06/2011 23:49:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho un pezzo di carta, attaccato alla parete dello studio, che mi qualifica come "strizzacervelli".
Questo non significa a priori che, parlando di psiché io sia più meritevole di considerazione rispetto a chiunque altro ma, se non altro, potrebbe darti una traccia a proposito d'un mio inevitabile, pregresso, percorso di "autocoscienza".
Sembri un tipo sveglio e forse, se non lo sai, almeno lo sospetti ma, la psicologia NON È SCIENZA.
Almeno, non secondo un criterio metodologico positivista (piazzo qui e là alcune parole dei giorni di festa soltanto perché sembri in grado di poterle comprendere).
La psicologia, a tutt'oggi, è soltanto un malloppo di TEORIE di gente che, svegliandosi una mattina, è stata illuminata da una "verità" su come poter interpretare ciò che chiamiamo "mente e comportamento".
Un pistolotto, questo appena sviluppato, per chiarirti che il mio punto di vista, a riguardo di cose psicologiche, NON PRETENDE ESSERE SUPERIORE A QUELLO DI NESSUNO.

E così, sperando di poter interagire da pari a pari, cerco di darti conto del mio precedente intervento.

Non è vero che non ti conosco. Dispongo di alcuni indici descrittivi ed è sulla base di quelli, che t'ho preso di petto.

Esempio 1
"immensa magnificenza di questa sublime pellicola cinematografica... [...] ...su di un'opera che già solo tecnicamente è OGGETTIVAMENTE perfetta".
A te PIACEREBBE... che avesse senso, questa cosa chiamata "oggettività"!

Non entro in farraginosi dettagli ma questo fa di te, almeno in un certo ambito di percezione della "realtà", un CREDENTE.
E come la quasi totalità dei credenti, vivi con una certa intolleranza i punti di vista "alieni"!
Punti di vista che, appunto, giudichi NON BASATI SU UN CRITERIO OGGETTIVO!

La notizia spiacevole è che, secondo un'ottica un po' più positivista della tua, questa "oggettività" rimane una pia illusione!
Spero non ti suoni troppo penalizzante ma, finché camperai, escludo categoricamente che potrai dimostrare qualcosa di "oggettivo".

Credo che un passo avanti per chiunque (verso la cosiddetta "maturità") sia la scoperta che NULLA È OGGETTIVO ma... SOGGETTIVO! E che a seguito di questa scoperta non abbiamo, comunque, nulla da perdere!

Esempio 2
Fermo restando che, per me, considero una conquista l'essermi liberato di qualsiasi tendenza alla prostrazione verso chicchessia e qualsivoglia ("laqualunque", direbbe quel genio d'Albanese :-), rilevo la tua precisazione a proposito dell'"inginocchiarsi".

Non mi convinci. Ti mostro perché:
"C'è solo da inginocchiarsi e tacere nella propria insulsa "pochezza", di fronte ad una simile opera d'arte. Ma la gente ha sempre da parlare, perchè si sente in dovere di farlo...".
Beh... a parte un "tono", che ritengo sarebbe stato più "indulgente" se ti fossi considerato nel mucchio di coloro cui attribuisci "insulsa pochezza"... direi che, ciò che viene appresso, individua chiaramente che l'oggetto delle tue considerazioni è proprio quella "gente che sta sempre a parlare perché si sente in dovere di farlo"! Ho l'impressione che si possa escludere, che tu stessi parlando anche di te, vero?

Diresti, ora, che il mio criterio di "lettura", forse, è stato corretto?

POi... sì, ho deliberatamente voluto fare delle considerazioni che riguardano la tua persona senza preoccuparmi di dover rispettare un (ipotetico) protocollo che, come qualsiasi protocollo, non rientra nell'ambito delle mie categorie esistenziali preferite.
Te direttamente... piuttosto che un anonimo mucchietto di lessico, perché preferisco interagire con gli esseri umani piuttosto che coi loro prodotti. Se tu fai questo per me, mi lusinghi. Mi fai sentire dotato di un "senso". Se apprezzi la mia automobile... che mi frega? :-)

Ora però, ci tengo a darti un riconoscimento.
È vero! Le tue parole hanno urtato qualcosa che si cela nella mia natura ("ombra" lo lascerei ai tifosi degli archetipi junghiani)!
È vero, che l'arroganza è una delle caratteristiche della mia natura. Fa parte di me.
Non ha dimensioni che potrebbero essere considerate patologiche; si sviluppa probabilmente come effetto di un passato di esperienze come vittima di prevaricazioni; emerge prevalentemente in presenza di atteggiamenti aggressivi... sì... ci hai preso!... quello contro cui m'agito preferibilmente è proprio un demonio che s'agita nel mio profondo!
Sai... non lo sto dicendo per significare che hai espresso una banalità! No! Sto dicendo che questa è la chiave della "relazione"! Rivolgiamo la parola a qualcuno soltanto se questo ha il potere di mettere in fermento qualcosa della nostra struttura! Altrimenti, non lo caghiamo di pezzo! :-)
Questo, per dirti che non credo che tu sia un essere umano deteriore! Sapessi quanto so d'essere stato deteriore io nel passato, rispetto a come giudico le cose ora!
Vedi, io non sono certo quanto dici d'esserlo tu dei miei propri limiti.
Quello di cui sono certo, però, è che non sono "fermo"! Non sono uguale a ciò che ero un minuto fa. Sono MEGLIO, di com'ero un minuto fa! :-)

Okay... mi stimoleresti anche con altri elementi quali "Superficialità, Arte, Maleducazione..." ma... abbiamo anche altre cose da fare, vero?

PS
La psicanalisi è soltanto una, delle tante teorie psicologiche! Una di quelle che, a mio vedere, è più vicina alla superstizione di altre! Adesso, forse, s'inizia a considerare le cose secondo un approccio più valido: le NEUROSCIENZE! Ma questo è un altro discorso.
Se è vera, quella cosa del "PUER AETERNUS", ti auguro di continuare così... dandogli una limatina ogni tanto, magari! Ciao.

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scantia  25/06/2011 02:54:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
[..."tecnicamente" è oggettivamente perfetto], ha detto "TECNICAMENTE"!!!!
Lascio perdere ogni elucubrazione accademica, e alquanto pedante, sulla definizione di "oggettivo", qui mi piace parlare solo di cinema, ma sostenere la presunta mancanza di un "criterio largamente riconosciuto e condiviso" (va meglio così?) di capacità professionale da poter utilizzare come metro di giudizio è ciò che permette a Ricky Memphis di passare per un attore e a Muccino per un valido autore cinematografico (tanto per riportare la conversazione a livello di amici al bar, siamo pur sempre in un forum!!).
Ora se volete possiamo continuare il dibattito sull'esistenza dell'oggettività e scomodare 2500 anni di storia della filosofia, ma nessuno riuscirà a convincermi che il David di Donatello dato ad Asia Argento sia meritato...OGGETTIVAMENTE meritato!


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boiledfish  25/06/2011 12:29:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dunque, scantia... ritieni che basti anteporre un "tecnicamente" per assicurare un passaporto d'oggettività" ai giudizi... non ti piacciono Ricky Memphis, Muccino ed Asia Argento... qual'è, il punto?

Non vuoi scomodare il pensiero?
Hai l'impressione che a distribuire i David di Donatello ci siano dei fumati?
Volevi soltanto significarmi che mi trovi pedante?
Dovevi mettere una tacca sulla katana?
Ti manca il bar?

Qual'è il punto?

Hai proprio l'impressione che il tuo intervento fosse inevitabile?
scantia  25/06/2011 14:53:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il punto è, nell'ordine:

1) abbandonarsi al relativismo assoluto presuppone la fine di ogni analisi e critica cinematografica. Il valore tecnico di un'opera è quanto meno identificabile poichè basato su criteri riconoscibili, insegnati e tramandati, e tutto ciò che se ne distacca visibilmente può essere oggetto di analisi per essere giudicato. Ovviamente non si tratta di criteri fissati nel tempo, ma ogni "devianza" non può che essere giudicata in relazione al proprio contesto storico.

2) no, non voglio "scomodare il pensiero" poichè ritengo che quando in un ambito colloquiale si utilizzi la parola "oggettivo" non si pretenda di darle tutto il valore semantico attribuito dal dizionario filosofico garzanti

3) credo che in alcuni casi nella distribuzione di premi e similia prendano il sopravvento motivazioni che possono andare al di là della semplice valutazione artistica...non mi stupisce neanche più di tanto.

4) dico che non tu, ma l'osservazione che hai fatto sia un po' pedante, mettersi a sindacare sul significato enciclopedico di "oggettività", vedi punto 2.
Mi concederai anche che iniziare un intervento con la frase:
"Ho un pezzo di carta, attaccato alla parete dello studio, che mi qualifica come ..." non aiuti in tal senso.

5) non possiedo una katana, non subisco il fascino delle armi bianche

6) sì, ho l'impressione che il mio intervento, come il tuo e quello di chiunque altro qui dentro sia inevitabile, per il semplice motivo che siamo entrati a far parte di una comunità di discussione.
Ancora più inevitabile dovrebbe essere accettare l'intervento altrui...
boiledfish  25/06/2011 16:21:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Va bene scantia. Sono perlopiù in sintonia con le cose che esprimi.
Considero veniale una certa tua moderata tendenza alla conflittualità che, comunque, è parte anche della mia indole.

Sei il benvenuto, in quanto umano evidentemente senziente.
Tanner  21/06/2011 21:42:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Però a me la sua risposta per le rime è piaciuta un sacco...
boiledfish  21/06/2011 23:29:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi rendo conto.
Norgoth  07/07/2011 00:20:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
riflessione che va al di là del commento del film in sé, che non ho visto (ma di cui leggo i commenti). Tu dici questo, quasi con alterigia: "la gente ha sempre da parlare, perchè si sente in dovere di farlo e si sente oltretutto in grado di poter esprimere giudizi, basando tutto su di un proprio gusto personale o la propria semplice esperienza e conoscenza" .
Rileggendoti, hai notato che fai esattamente la stessa cosa? Non è che se per te un film è bello, deve per forza esserlo per tutti. Ognuno ha i suoi metri di valutazione, più o meno condivisibili, e per fortuna. Se tutti la pensassimo allo stesso modo, non riusciremmo più ad infiammarci per qualcosa e, di conseguenza, a sentirci vivi. Ma mi pare che anche tu di giudizi sugli altri ne dia, basandoti semplicemente sulla tua opinione di loro o sul fatto che hanno abbandonato la sala invitandoli ad andare a coltivare banane... anche questa è superficialità.