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THE TREE OF LIFE regia di Terrence Malick

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atticus     8½ / 10  20/05/2011 00:21:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono ancora stravolto, credo sia impossibile ora tirarne fuori un'analisi quantomeno lucida. E' sicuramente un film da non perdere, di quelli che segnano la storia e che lasciano tracce indelebili in chi lo guarda.
Un'elegia sulla vita umana, un viaggio universale che parte dall'origine del cosmo, passa attraverso le gioie e i dolori dell'uomo, varca i confini del reale e oltrepassa la sfera dell'onirico, occasione magica per una riflessione vertiginosa sugli eterni misteri del creato. Tutto attraverso un'inebriante valanga di sensazioni ed impressioni visive e sonore, con alcune delle immagini più belle del cinema degli ultimi decenni. E mentre ci si lascia travolgere da quest'esaltazione del dono della vita, si resta anche interdetti di fronte ad un eccesso di simbolismi rarefatti (gente che cammina sull'acqua, porte sospese nel nulla, voli pindarici...) e di didascalismi spesso pesanti. Sta di fatto che questa sinfonia emozionale arriva dritta all'anima, mai nessun regista era riuscito a rendere in maniera così poetica, toccante e sincera la gratitudine verso lo splendore di ciò che ci è attorno. La famiglia è il 'medium' perfetto per rappresentarla.
Un esperienza dei sensi, totalizzante in ogni suo aspetto. Malick riconferma che ogni sua opera è un evento.
Chi l'ha fischiato a Cannes dovrebbe semplicemente interrogarsi con se stesso.
pier91  20/05/2011 00:38:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono tornata ora dal cinema e condivido le tue stesse impressioni. Credo che aspetterò un po' prima di commentarlo, ho come l'impressione che vada fatto fermentare
atticus  20/05/2011 00:43:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Forse hai ragione, sicuramente è un film dal riverbero interiore incredibile e che andrebbe rivisto addirittura! Spero che lo vadano a vedere in molti nonostante una distribuzione penosa...
VincentVega1  20/05/2011 10:23:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
uffiiiiiiiiiiiiii, io vado domani, e pensa che devo farmi una cinquantina di chilometri perché i multisala da me sono invasi dai pirati...

sicuramente è uno dei miei film più attesi dell'anno.
atticus  20/05/2011 14:41:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma infatti è assurdo che uno dei film più attesi degli ultimi anni (è stato annunciato sin dal 2009!!!) venga distribuito in 80 misere copie! Io sono stato fortunato, una sala del multiplex lo terrà in cartellone per UNA settimana...
Preparati perché è un esperienza senza limiti!
Clint Eastwood  20/05/2011 00:47:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Appena tornato anch'io e l'ho trovato di poco senso. Belle immagini e pensieri lodevoli, ma ammettiamolo non è un film che rivedresti, ehm atticus ?
atticus  20/05/2011 09:15:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Certo che lo rivedrei, perché un film di tale portata va rivisto per forza, ci sono troppi aspetti che ad una prima visione rimangono ingabbiati e che possono disvelarsi solo ad una seconda o una terza. Non è vero che ha poco senso, la verità secondo me è che non siamo più abituati a paralleli, nella loro naturale semplicità, tanto profondi e delicati. Come ho detto, la trama famigliare è solo il mezzo per veicolare un messaggio universale a mio modo di vedere totalmente riuscito. Poi ci sono degli intermezzi criptici che non ho compreso ma aspetto i commenti degli altri utenti per approfondire meglio.
pier91  20/05/2011 17:30:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Della delineazione dei personaggi che ne pensi? Quella del padre pressoché perfetta (un Pitt a mio avviso molto bravo), così come quella del Jack ragazzo (straordinario il giovane attore) . Ho trovato invece poco approfondita la figura della madre
atticus  20/05/2011 18:13:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per me invece anche la madre trova una sua perfetta dimensione nel film, l'elemento più soave, attraverso il quale passa quel legame col mondo e con la natura che Malick sottolinea con tanta sensibilità. Ma è anche un collante tra la rigidezza paterna e l'infantile ribellione giovanile
jack_torrence  20/05/2011 12:27:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grande Atticus!
Non vedo l'ora...vado oggi...sono un po' trepidante!...

Adoro Malick, ne adoro l'estetica ma soprattutto sento da sempre di partecipare intimamente della sua poetica.
Come ha scritto anchewilliamdollace nel bel commento qua sotto, Malick sa fare opere d'arte "rincorrendo un atto di fede che ci restituisca il nostro innato senso di eternità".
Il senso di religiosità che ogni civiltà umana ha sviluppato, le domande fondamentali del nostro essere dannati all'"autocoscienza" su questo che però sentiamo non essere "solo un grande sasso"... E' quanto di più importante con cui ogni generazione, ogni individuo che incontra il creato sente di volersi confrontare.
Io penso che Malick sia uno di quei registi che piacciono davvero tanto quanto più viene percepita intimamente questa stessa forma di spiritualità.
Il bisogno - per me inevitabile - di una trascendenza entro la breve immanenza della vita.
atticus  20/05/2011 14:45:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Stefano sembra che tu abbia già visto il film, è esattamente ciò che penso anch'io ed il film rimarca con una dolcezza e una semplicità sconvolgenti proprio degli aspetti della vita (presa in qualunque sua forma) che spesso sottovalutiamo.
Senz'altro non ti deluderà, anzi aspetto le tue impressioni per sciogliere qualche mio dubbio... ;)))
Rand  20/05/2011 15:48:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bel commento, comunque sono discretamente ottimista, il film è stato distribuito in 100 copie, che sono abbastanza per un film di terence.
A chi non interessa avrà la pseudo soddisfazione nei pirati...

atticus  20/05/2011 18:15:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
100? avevo letto 80 su cineblog, comunque sono risicate lo stesso se pensi ai numeri di un qualunque blockbuster... ovvio che poi facciano incasso i film distribuiti con 1000 copie...
jack_torrence  21/05/2011 10:17:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Purtroppo mi ha parzialmente deluso Giuseppe, e mi ha lasciato molte gravi perplessità.
Stupendo lo stile, un poema e non una prosa.
Ma da metà pellicola in poi, dapprima indugia oltremodo sull'adolescenza, poi - quel che più mi ha rammaricato - chiude con due sequenze supponenti e prive di ispirazione. Quella della spiaggia e poi quella conclusiva "angelica".
Nel complesso mi ha ricordato il Tarkowski che non amo: quello di Nostalghia e di Sacrificio.
atticus  21/05/2011 10:37:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La sequenza della spiaggia è presa pari pari da un film degli anni '80, "Che mi dici di Willy", che finiva nello stesso e identico modo, è infatti una chiusura così liristicamente sfrenata non l'ho gradita troppo neppure io, soprattutto se si accumula ad una serie di simbolismi (sterili?) di grana un tantino grossa.
Penso che un altra lacuna grave sia il non aver sostenuto adeguatamente la figura adulta di Jack (Sean Penn) che rimane per tutto il film una presenza laconica, stralunata e fantasmatica.
Sicuramente Malick si è lasciato prendere la mano, ma il film mi ha ugualmente affascinato per il bagaglio contenutistico che si porta dentro.
VincentVega1  23/05/2011 00:42:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
secondo me la scena finale nella spiaggia è magnifica.


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per me, un film veramente straordinario. (i primi 50 minuti sono da applausi scroscianti, ero completamente rapito dalle immagini)

jack_torrence  23/05/2011 02:18:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
C'è qualcosa dell'incipit e della conclusione di Biutiful, dì la verità Gianluca, vero? In quella scena della spiaggia dove tra l'altro si ritrovano un padre e un figlio.
E' vero che appena visto Biutiful (che mi piacque alla prima -e sinora unica-visione, infinitamente) quelle "parentesi" non le avevo amate come il resto - ma poi, anche grazie a te, le ho rivalutate.
Tuttavia la scena della spiaggia di Malick ha pochi margini per farmi incantare di sé a una seconda visione.
Pronto a ricredermi...
Comunque sono ancora indeciso se rivederlo (come mi pare il caso) prima di recensirlo.
Anche io ho amato tantissimo i primi 50 minuti. Da morire (lo stile è letteralmente unico, la fluidità dei movimenti di macchina, la capacità di fare un poema, usare le immagini con la purezza del poeta, una nobiltà superiore alla prosa narrativa). Poi il film mi è quasi crollato.
Troppi punti deboli (eccessiva prolissità e farraginosità della parte sull'adolescenza, quelle 2 scene conclusive, il personaggio di Penn che non si amalgama che a stento con il resto, supponenza di certe asserzioni in voce off e insieme una loro naiveté un po' stucchevole e priva dell'ispirazione degli altri capolavori di Malick...ma che - a esser sincero - già si intravedeva in The new world).
Sopra a tutto, l'impressione che mi resta vivida è che a questo film
a) manchi la freschezza del capolavoro, manchi la felicità di uno stile "sentito" e non argutamente "costruito" (per quanto con una maniera padroneggiata in modo sublime);
b) viva di intuizioni rese (specie nella prima parte) vertiginosamente bene, ma via via meno bene amalgamate fra loro, tanto da mancare l'armonia dell'insieme. In bilico sulla grazia, lievemente, perde l'equilibrio e non riesce ad annullare nella poesia la pesantezza della sua oltremodo ambiziosa orditura.
VincentVega1  23/05/2011 10:02:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sai quando ho visto questo film a biutiful ho pensato solo per capire quale mi fosse piaciuto di più dei due, visto che sono i film che più mi hanno colpito ultimamente. sinceramente non ci avevo proprio fatto caso all'accostamento, ma ora che me lo fai notare, ci sta tutto (anche perché il tema trattato, infondo, è lo stesso).

non ho mai visto scene belle e potenti come quella della crescita dei bambini, tanto belle da essere accostate al fascino della creazione dell'universo. e l'universo così narrativamente importante solo grazie all'uomo, perché senza l'uomo esso non ha modo di esistere. è l'uomo che pensa a cose più grandi di lui, che può concepire la nascita dell'infinito e raggiungere luoghi sconosciuti nonostante sia poi confinato in uno spazio così esiguo come il nostro corpo. il nostro corpo che cresce ha la stessa importanza di un pianeta che si sviluppa e passa dallo stato gassoso a quello solido, perché più cresciamo più ci poniamo domande e più preghiamo.

la voce fuori campo è importante, molto importante, sono le domande che durante il nostro percorso ci facciamo. quelle più innocenti del ragazzino ("D.io perché l'hai fatto morire?") e quelle rappresentanti la natura e la grazia, in eterno conflitto fra loro, e dentro di noi.

forse non sarà un capolavoro, posso essere d'accordo con te, forse ne manca la freschezza, ma sul "sentito" e sul "costruito" non credo di essere d'accordo. questo film è molto sentito secondo me, è un uomo che ci comunica attraverso il cinema tutto ciò che lui è. ed è estremamente sincero.

inoltre, è un caz.zo di piacere per gli occhi, è visivamente meraviglioso.

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atticus  23/05/2011 12:56:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Condivido, anzi, la sincerità di Malick è fin troppo caricata ed è forse questo il più grande difetto del film, la proverbiale 'carne al fuoco' è tantissima e spesso cade giù dalla griglia. Poi mi ripeto, ci sono tutta una serie di simbolismi poco chiari, mica solo quello nello spoiler... Mentre lo guardavo però ero totalmente rapito, sia dalla bellezza delle immagini che dalla profondità delle riflessioni.
VincentVega1  23/05/2011 13:03:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
un'altra domandina per voi, a cui non so darmi una risposta certa.

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atticus  23/05/2011 13:10:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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jack_torrence  23/05/2011 13:19:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sinceramente a me il finale mi ha fatto cadere le braccia.
Tolto dal contesto (non vorrei dire un'eresia, ma...) la mamma che vola sembrava, esteticamente, una pubblicità di un latte detergente. E non credo in questo caso di essere io condizionato dalla sporcizia (tele)visiva: se una certa scelta estetica mi rimanda a un'altra molto grezza, è la prima a essere a rischio, non il mio sguardo cieco. Almeno credo.

La porta, il ponte, ...tutti simbolismi smaccati.
Quanto alla mano anziana, mi pare sia inquadrata nella stessa maniera e con uno stacco di montaggio significativo prima di una mano di bambino.
Mi pare che lì Malick alluda chiaramente a una dimensione a-temporale e ritengo abbia inteso alludere alla vita dopo la morte. Tutte quelle presenze, proprio come dice Vincent, io le ho intese come un paradiso in cui ogni persona è compresente, con le sue varie età (perché il tempo non ha più importanza).
La sequenza successiva, quella della mamma che vola (per intenderci), vorrebbe - mi è parso - alludere a una riconciliazione finale, in cui prevale finalmente la Grazia - fuori anche dallo spazio, oltre che dal tempo (se non sbaglio, è messo in scena un abbraccio sospeso privo di gravità).
Tutto ciò mi è parso in contrasto con l'immensa bellezza della messa in scena "terrena" di tutta la prima parte ("documentario" cosmogonico compreso), e pretenzioso.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  29/05/2011 23:08:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro Stefano, credo che Malick sia riuscito nel miracolo di metterci in perfetto disaccordo!!! :)))
Temo che non condividerò nulla della tua recensione... Buona scrittura!!! :D :D :D
jack_torrence  30/05/2011 02:02:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Luca!
Ma no, sai che non credo ci sia riuscito?! :-D
Ho rivisto questo week end il film, e - oltre ad essermelo gustato molto meglio della prima volta - confermo senz'altro le mie enormi riserve sugli ultimi 15 minuti. Ma penso che i nostri giudizi discorderanno davvero solo sul finale.
Ho letto quasi per intero il tuo commento (che domani rileggerò per intero), e ne condivido lunghi passaggi, e soprattutto il giudizio in sintesi (difatti, anche secondo la mia scala di valori/voti mi sono ormai quasi persuaso di dare 7 e mezzo... ma sicuramente non meno).
La mia delusione è in parte confermata perché Malick non aveva mai preso neppure una stecca in 4 capolavori, questa volta invece ha fatto un film disomogeneo che verso la fine..."sfarfalla" (invece secondo me la parte "cosmogonica" non è affatto malvagia, l'ho trovata affascinante, per quanto le tue notazioni - in particolare quelle sull'uso della musica, eversivo in Kubrick - sono mooolto interessanti!).
Un saluto e spero di riuscire a raccogliere i miei appunti in una recensione ordinata al più presto!
Ciao,
Ste
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  30/05/2011 23:36:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io ho dato una lettura smaccatamente psicologico-religiosa alla pellicola ed è per questo che ho goduto letteralmente per il finale...
Quanto alla parte "cosmogonica", è vero che offre spunti notevoli (su tutti l'enigmatica scena dei dinosauri sul fiume), però non posso perdonare a Malick di aver confezionato una sorta di... "Buddha Bar" delle immagini e dei suoni con tanto di "Best of Classic" di sottofondo! Quando paragonavo l'uso eversivo della musica (in particolare classica) da parte di Kubrick, mi riferivo proprio a "2001": ricordi quanto stupore e polemiche suscitò l'utilizzo del Valzer di Strauss per raffigurare delle nevicelle spaziali in orbita? Quello fu un uso appropriatissimo ma estremamente eversivo di un pezzo nato e suonato per circostanze ben diverse da un cosmo popolato di navicelle! Vogliamo parlare della "Gazza Ladra" di Rossini in "Arancia meccanica"? Chi avrebbe mai usato il compositore del godimento della vita per antonomasia (Rossini) per descrivere l'ultraviolenza a mo' di balletto?!? E le rielaborazioni elettronico-distorsive della Nona di Beethoven? Infine, vogliamo parlare delle musiche di Penderecki -composte per descrivere tutta la sofferenza degli animi schiacciati dal regime Comunista sotto la Cortina di Ferro- utilizzate in chiave terroristica sempre da Kubrick in "Shining"? A posteriori, quali musiche potevano meglio descrivere la pazzia di Jack Torrence? Mi spiace, ma Malick è lontano anni-luce da tutto questo e io artisticamente non glielo perdono. Almeno non in una pellicola di così alte pretese come questa.
jack_torrence  31/05/2011 10:11:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tu hai una grande sensibilità musicale Luca, e tutto quello che dici sulle musiche in Kubrick è vero e notevolissimo. (Conosci il libro su Kubrick di Michel Chion? E' un esperto di cinema specializzato in musica e sonoro...non sarà per caso che si è tanto interessato a Kubrick).
Quindi è vero anche che in Malick l'uso della musica è meno strabiliante, tuttavia sei un pochino severo a riguardo... In particolare sulle prime scene, quelle più vicine al "trip" di 2001 - ovvero quelle con le galassie e le nebulose - c'è una musica fantastica che mi ronza nella testa dalla seconda visione. E' un coro che pronuncia parole in latino, tu forse saprai dirmi cosa sia :)
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  01/06/2011 01:32:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Le musiche originali sono di uno dei più grandi compositori viventi di colonne sonore: Alexandre Desplat, l'autore, per intenderci, delle bellissime musiche dell'ultimo Polanski, di tutti i film di Audiard, del da me amatissimo "Curioso caso di Benjamin Buttom" e del poco conosciuto da noi "Tous les battements de mon coeur"... Pensa che Desplat è del 1961 e ha un Palmarès pauroso al suo attivo. La sua prima colonna sonora è del 1994 ed è proprio con il primo film di Audiard "Regarde les hommes tomber".
Quanto alla mia pretesa "grande sensibilità musicale"... cala, cala!!! Se in questo sito c'è un vero esperto, questo è Luca-Kowalski! Io sono solo un curiosone che si droga abitualmente di tutti i generi musicali "spizzicando" di fiore in fiore lasciandosi andare alle emozioni del momento. I veri conoscitori però sono altri.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  01/06/2011 01:40:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una nota sul polacco Penderecki: molte delle sue opere descrivono la difficoltà di vivere la fede cattolica sotto il regime comunista. Questo senso di oppressione è ben descritto dai brani utilizzati da Kubrick in "Shining". La stessa oppressione (causata però dal suo essere di origine ebraica) si può rilevare nelle composizioni dell'ungherese Lygeti, anch'esse magistralmente inserite in "Shining".
jack_torrence  01/06/2011 10:50:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Penderecki Kieslowski; Ligeti Kubrick.
Stai parlando di alcuni dei miei film del cuore.
;-)
Interessantissimo l'uso in Shining delle musiche di Ligeti; recentemente ho rivisto titoli e prima scena di "Arancia Meccanica", e c'è una musica che mi ha ricordato l'uso distorto di Ligeti sui titoli di testa di "Shining".
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  02/06/2011 01:22:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ah, Kieslowski... Quante volte avrò visto "La doppia vita di Veronica"? Lo sai che è uscito un DVD con tutti i suoi corti inediti? Beh, ma qua voliamo a livelli di stratosfera superiore!!! ;)))
jack_torrence  02/06/2011 10:05:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Adoro immensamente "La doppia vita di veronica"!
Quella edizione...ce l'ho ;)
Un caro saluto
VincentVega1  23/05/2011 14:37:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
vorrei sottolineare che per me tutta la scena della spiaggia va oltre alla concezione di al di là. è piuttosto la conclusione della storia di quell'uomo, e solo quello. non può essere un caso che le persone presenti siano le stesse incontrate durante il film.

è la sua condizione mentale e malick non vuole dare un messaggio universale della concezione bene-male, uomo-donna, grazia-natura, ares-venere ecc ecc.
è quella condizione mentale che si ricongiunge e si riconcilia poi con il proprio dolore ed il proprio tempo (l'a-temporalità a cui fai riferimento) . è quindi la visione di una singola vita che si conclude, in un mondo che ormai non ha più spazio per il singolo, ma che ne detta la sua evoluzione.
insomma, la riconciliazione di cui tu parli è uno stato mentale e soggettivo, una riconciliazione con i propri ricordi (per questo ci cozza tutta la prima parte e non è affatto in contrasto). scommetto che il brad pitt che abbraccia è lo stesso che abbraccia quando si devono trasferire perché il padre perde il lavoro, quello che fa il mea culpa per la sua severità e per il modo in cui ha educato i propri figli, ed umilmente chiede perdono.

non è assolutamente un messaggio religioso, piuttosto è spirituale, e da questo per me che si deve partire.

pier91  23/05/2011 14:50:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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atticus  23/05/2011 15:58:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vero, spiegazioni illuminanti... :) grazie!
pier91  23/05/2011 21:19:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ognuno poi interpreta a suo modo ovviamente :)
jack_torrence  23/05/2011 11:56:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Devo rivederlo!, anche perché non saprei proprio cosa risponderti allo spoiler! ;)
Comunque sono contento ti sia piaciuto così tanto... Che sia piaciuto a tanta gente che stimo lo considero come una garanzia di valore, di qualcosa che vi ho sottovalutato.
Sento di dover usare molta prudenza nel commentarlo e recensirlo; non vorrei lasciare agli atti una recensione "cieca" di fronte a una pietra miliare!! Poi non potrei perdonarmelo.
A me Malick è sempre piaciuto tantissimo, e "la sottile linea rossa" è uno dei miei film da isola deserta. Come mai riguardo a "the tree of life" condivido adesso molte delle critiche (c'è anche chi l'ha definito fallimentare) fatte da persone che presumo Malick non l'abbiano mai propriamente adorato?
pier91  20/05/2011 13:56:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La trascendenza mi spaventa. Ho come il sentore, ancor di più vivido dopo aver visto il film, che ci spinga a vivere con meno coscienza il nostro aldiqua (in nome di un aldilà che siamo umanamente spinti a vagheggiare anche senza credervi)
jack_torrence  21/05/2011 10:14:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La trascendenza la intendo nell'al di qua, non nell'al di là. La trascendenza osservata in ogni momento della vita quotidiana, come è capace di svelarla Malick quando fotografa la luce filtrare attraverso le fronde o una tenda.
E non quando inquadra in modo new age una luce baluginare nel buio, come in questo suo ultimo film che mi ha parzialmente deluso e su cui ho tante perplessità.