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LATE BLOOMER regia di Go Shibata

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Nikilo     4½ / 10  01/11/2011 20:46:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Io ti ucciderò!"


Il film parte da un'idea assai originale e piuttosto insolita:
"E se venissero abbattuti gli stereotipi classici sugli handicappati, e dietro una carrozzella si nascondesse uno spietato serial killer?".

Late Bloomer è un film difficile, assolutamente fuori dagli schemi, girato con uno stile molto grezzo, caratterizzato da un bianco e nero e da punte di cyberpunk (che tendono a stonare dato che non sono usate con moderazione), e da una ripresa cruda, al limite dell'amatoriale.
Ci viene mostrata la vita di Sumida un trentenne che a causa di una disfunzione della crescita, più lenta rispetto ai suoi coetanei, dovrà far i conti con il peso del suo handicap. Peso che nononostante tutto non riuscirà in ogni caso ad accettare, anche perchè per lui, per forza di cose è quasi impossibile essere trattato al pari di una persona normale, e quando la ragazza di cui lui si è innamorato, finisce per invaghirsi del suo amico, in lui subentra la gelosia e un profondo odio per tutto ciò che lo circonda.

Ma qui come ben sappiamo è la società che non riesce a metabolizzare il diverso sfociando nove volte su dieci in una profonda ipocrisia, esasperando un comportamento "normale" quando in realtà non lo è affatto.
Ed è qui che il regista Go Shibata, già reduce di altri due lavori altrettanto sui generis, abbatte i luoghi comuni e mostra la faccia nascosta di un mondo in cui il bigottismo e il falso moralismo ne fanno da padroni.

Assolutamente apprezzabile il messaggio di fondo, e la critica che ne consegue, ma ahimè a mio parere il suddetto tema rimane sempre molto difficile da affrontare, ed è facile cadere nel retorico; per molti spettatori sarà assai facile immedesimarsi nel protagonista, ciò non toglie però che il comportamento di Sumida non vada eccessivamente compatito, perchè si rischia di entrare in un circolo vizioso in cui solo perchè Sumida è un handiccapato merita le giuste comprensioni, rimarcando quindi il fatto che appartiene alla sfera "dei diversi", se fosse stato una persona qualunque, avrebbe avuto lo stesso tipo di riconoscimenti?
Io credo di no, ed è qui secondo me che Shibata ha fatto un passo falso, affrontando un tema troppo scottante, il rischio è proprio quello di autorizzare un comportamento simile solo perchè Sumida voleva esprimere il suo disagio, ma il punto focale è proprio questo e il rischio di finire per far crollare la propria critica è assai alto! Secondo me Shibata non ha fatto i conti con questo fattore...

Il modo con cui le persone affrontano il rapporto con gli handicappati è farcito spesso da ipocrisia ( e questa in fin dei conti è una dimostrazione), inutile che mi stia a dilungare, tendo a non apprezzare molto lavori come questo...

Persino per me è difficile scrivere su un film di questo tipo che in fin dei conti non sono riuscito per i motivi più disparati a far mio.
Ho sempre avuto difficoltà ad accertare il modo in cui le persone trattano con accondiscendenza le persone affette da qualsiasi genere di handicap, e ho sempre denunciato il fatto di rapportarsi a loro in un certo modo, illudendoli di farli sembrare normali, quando in realtà come ben sappiamo il concetto di normalità è assai relativo! Mi viene lecito citare Qualcuno volò sul nido del cuculo, che meglio di me riusciva a mettere in risalto questo concetto.

"Ma che cosa vi credete di essere, vacca *****, pazzi? Davvero? Invece no, invece no: voi non siete più pazzi della media dei ******** che vanno in giro per la strada, ve lo dico io."cit.

Forse sono io ad essere troppo spartano ma la misericordia preferisco evitarla a priori, e per chi come Sumida vive la condanna di vivere una vita in questo modo ancor più difficile di quanto già non lo sia, preferisco astenermi dal giudizio, o per lo meno affrontare il tema in maniera molto oggettiva.

Solo il suo amico anche lui disabile bloccato a letto intrappolato come dice lui in quella barriera di muri, riesce forse ad avere una visuale della realtà più oggettiva, la vita che la gente vuole proporre a queste persone si basa sulla normalità, li trattano come se fossero normali, ma la vita non è certo una fiaba, e per loro quel tipo di normalità apparente è una chimera.
KOMMANDOARDITI  01/11/2011 21:10:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non ci crederai mai me l'aspettavo già un'accoglienza negativa da parte tua :D
Probabilmente è un'opera che andrebbe vista solo dopo aver fatto particolari esperienze di vita. Non so dirti se sulla mia buona valutazione abbia in qualche modo influito il periodo annuale di Servizio Civile trascorso presso una struttura sociale per disabili (in cui ho avuto modo di togliermi definitivamente ogni tipo di paraocchi e preconcetti sulla delicata questione) ma devo confessarti che il film non mi ha quasi per nulla infastidito. Non ho ravvisato alcuna provocazione irrispettosa nei confronti di chi vive sulla propria pelle questi seri handicap e ho più semplicemente letto il film come uno sfogo esistenziale di quelli diretti e senza filtri.
Nessuna ipotesi di strumentalizzazione negativa del disabile o voglia di lanciare messaggi sul trattamento loro riservato, tanto più se si pensa alla bassa soglia di moralismo degli autori nipponici; per me il regista ha semplicemente preso un modello originale a cui far vivere la sua storia, senza secondi fini scorretti.
Non mi sembra tra l'altro che la causa scatenante della follia sia da ricondurre ad una presunta gelosia verso il suo amico, dal momento che non ci sono prove che se la intendesse con la giovane laureanda (e l'autore non fa nulla per sottolineare la faccenda). A far partire la brocca al protagonista credo sia stata proprio la paura di "evolversi", di "crescere", preannunciata dal suo innamoramento insperato ed imprevisto.

Comunque sono considerazioni personali date a caldo ;)
Nikilo  03/11/2011 15:28:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Diciamo che in questa circostanza il giudizio soggettivo ha influito negativamente, quando di solito cerco di essere il più oggettivo possibile... E anche se non mi è piaciuto, ti dirò ho avuto comunque piacere d seguirlo!
Secondo me, un minimo di strumentalizzazione ( benchè anche io ho trovato strano da parte di un giapponese questo genere di atteggiamento) magari in maniera indiretta c'è pure stata, anche se rimango molto scettico, che bisogno c'era allora di utilizzare un attore con tali problemi, assume poi la valenza di documentario. Le mie sono ipotesi ovviamente...
Sul fatto che Sumida abbia avuto questo scatto di violenza sta sicuramente alla base del suo non volersi evolvere ( e infatti ti do perfettamente ragione), puntualizzo soltanto che la ragazza di cui lui si è innamorato e la situazione che è venuta a crearsi è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso non la causa scatenante, tant'è che persino all'inizio del film vediamo uno scena in cui c'è una sorta di anticipazione di quello che poi farà.

Comunque io sono rimasto soddisfatto dal nostro ultimo tandem perchè abbiamo proposto due letture del film diverse! ;-)

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