Con questo film, anche Nakata Hideo di cimenta in uno dei filoni che negli ultimi anni in Giappone vanno per la maggiore, che viene chiamato "survival" o "battle royale" dal nome del capostipite del genere. Anche qui, come appunto in Battle Royale, in Liar Game, o nel videogioco 9 hours 9 persons 9 doors, delle persone normali vengono messe una contro l'altra in un ambiente claustrofobico; e vengono messe alla prova la loro volontà di sopravvivere e soprattutto la loro capacità di fidarsi negli altri (ma alla realtà dei fatti si giunge sempre a una visione molto disillusa sulla vera natura delle persone). Inoltre, altro elemento che accomuna queste opere è il mistero che aleggia su chi e perchè stia organizzando tutto ciò, elemento che il commentatore Uno Tsunehiro ha giustamente interpretato come la manifestazione della perdita di fiducia nella società e nelle istituzioni: chi ha l'autorità sembra esercitarla crudelmente sulla gente comune senza che vi sia un obiettivo o una visione del mondo condivisa. Inoltre, sempre Uno mette in evidenza che la condizione di questi personaggi è assimilabile a quella della nuova generazione, alle prese con difficoltà sempre maggiori di trovare lavoro e a stipendi sempre minori, il che mette i giovani d'oggi l'uno contro l'altro in una battaglia per la sopravvivenza dove la prima vittima sicura è la fiducia nel prossimo.
Nel caso di Incite Mill, abbiamo 10 persone che attratte dalla promessa di un compenso elevato accettano di fare da cavie per un esperimento della durata di 7 giorni. Ma al primo incidente, la morte di uno dei partecipanti, essi perdono la calma e si mettono l'uno contro l'altro. Gli sforzi del protagonista di convincere tutti a collaborare sono inutili, come in ognuna delle opere di questo filone, e alla fine i dieci si uccidendo quasi tutti a vicenda. Inoltre, è interessante notare che in questo clima di totale sfiducia nel prossimo, l'unica persona di cui il protagonista riesce veramente a fidarsi era in realtà un'infiltrata degli organizzatori dell'esperimento. La critica sociale del film è sottolineata anche dal fatto che in realtà quello che loro stanno inscenando è un reality show in onda su internet, e più la violenza aumenta più cresce il numero degli accessi al video; mettendo in evidenza il rapporto morboso tra violenza, finzione, media e società.
Il finale è poco convincente nel suo utopismo, con il protagonista che getta via i soldi che avrebbe guadagnato dopo essere sopravvissuto tutti e sette i giorni (circa un milione di euro). Ma forse Nakata vuole così mostrare come solo chi è riuscito a superare le logiche della nostra società che pone il denaro sopra di tutto è potuto sopravvivere (anche l'ex detective, l'altro sopravvissuto, non aveva partecipato per denaro ma per scoprire la realtà che si celava dietro questi esperimenti). Alla fine comunque Incite Mill è un film decisamente godibile, con un buon ritmo e una trama molto coinvolgente, seppur con qualche passaggio poco convincente ma su cui si può chiudere un occhio per la natura del film principalmente di intrattenimento.