LA CASA MUTA regia di Gustavo Hernández

Jolly Roger     6½ / 10  27/01/2015 22:37:27 » Rispondi
Innanzitutto una riflessione. Lo avevo già notato in altri film, ma in questo più che in altri: i voti di quelli che commentano per primi un film sono mediamente più elevati di quelli che lo commentano nella seconda tornata. E' strano a vedersi…è come se ci fosse una sorta di commentatore inconsapevole e collettivo, che vota un film attraverso le menti e le dita dei vari commentatori, prescindendo però totalmente dalle loro singole idee e dalle emozioni suscitate da quello stesso film a livello soggettivo…come se tutto, prima o poi, dovesse automaticamente essere ricondotto ad una sorta di equilibrio gaussiano che va oltre la nostra vigile consapevolezza…ma va beh, queste sono solo elucubrazioni mentali!
Silent House è un film che ha un incredibile pregio, che lo rende un unicum nel cinema horror: è girato con un unico piano-sequenza. Dalla prima scena, la telecamera riprende la protagonista che entra per la prima volta in questo casolare abbandonato, per aiutare suo padre a fare dei lavori per conto del proprietario, che vuole rivendere l'immobile. Da qui in poi, la telecamera non si staccherà mai più dalla protagonista, riprendendo qualsiasi cosa accada nella casa, in tempo reale. Questa tecnica ci regala la sensazione di essere immersi totalmente nel film, di vedere le cose che accadono come se fossimo noi i veri protagonisti. Di contraltare, il film può apparire noioso, dato che l'assenza di un montaggio fa in modo che, a scene più movimentate e cariche di tensione, si susseguano momenti molto lunghi e lenti, che possono sfiorare la noia (ad esempio, i momenti in cui la telecamera riprende la protagonista che cerca qualcosa nei vari angoli della casa…ma poi che cosa cavolo cerca?!).
Il film è carico di atmosfera: la luce soffusa della torcia che illumina l'ambiente, il silenzio – rotto da strani rumori in lontananza, la solitudine – rotta da una sensazione più che palpabile che vi sia qualcun altro che si celi nell'oscurità, le ombre che sembrano muoversi, i riflessi negli specchi che sembrano nascondere oscure presenze. Tutto è stato girato con una cura maniacale. Il fatto che il film sia un unico piano sequenza deve aver costretto il regista / sceneggiatore ad un lavoro immane, per calcolare ogni precisa inquadratura: lo si nota in ogni occasione, nell'alternanza di immagini a fuoco o sfocate, nei riflessi che appaiono negli specchi, nella fotografia che traspira un'inquietante atmosfera horror…non sembra quasi un film, ricorda molto le avventure grafiche al pc del genere "punta e clicca", quelle caratterizzate da un ritmo lento, dalla ricerca spasmodica della verità e da un'opprimente atmosfera angosciante che attanaglia le viscere. Con tanto di musichette tetre ad accompagnare la narrazione.
Dall'altro lato, non si può negare il principale difetto di questo film, che però è un effetto consequenziale alla sua struttura: la semplicità estrema. Lo stesso film girato in modo "normale" avrebbe perso tutta la sua peculiarità e ci avrebbe fatto annoiare.
Detto questo, salvo pienamente il film, grazie alle innegabili capacità del regista / cameraman, che ha saputo – per quanto mi riguarda – trascinarci in atmosfere torbide che mi hanno lasciato qualcosa; anche se ammetto, la valutazione di questo film si presta ad essere estremamente soggettiva, nel bene e nel male.