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FERRO3 - LA CASA VUOTA regia di Kim Ki-duk

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JOKER1926     7 / 10  10/03/2014 23:14:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ogni arte ha avuto una matrice, o perlomeno un netto stile che si differenzia da zona a zona. Il calcio italiano, ad esempio, non avrà mai i muscoli di quello inglese, ma è lo stesso calcio italiano ad essere più tattico. Da territorio a territorio scema persino il concetto di palla libera. Questa premessa "calcistica" per deporre ogni tipo di concettualità ai piedi di un'altra arte, quella dei film.

In pratica ogni nazione/continente ha una cultura e una formazione diversa di professare l'arte cinematografica; i film europei "mediamente" sono conosciuti per una grossa e precisa impostazione di storia e di sceneggiatura; i film orientali invece si sviluppano su un qualcosa di irrimediabilmente diverso, quasi opposto.

"Ferro 3, La casa vuota" appare, a questo punto, essere un nutriente esempio. Annullata con Kim Ki-duk (l'autore del film) ogni prassi e convenzionalità ci accorgiamo subito che la produzione del 2004 poggia su parametri troppo lontani da quelli standard, nel bene o nel male.
"Ferro3" inizia in un silenzio autentico e prosegue attraverso sequenze di romanticismo acuto ma timido, almeno nella forma, la musica (eccezionale) va a dettare i tempi di ogni piccola e grande cosa. La colonna sonora qui è spina dorsale. Dopo una prima parte di silenzi e sofferenze implose e spirituali il film sembra perdere qualche cartuccia portando alcuni personaggi in più in scena e a andando a parare troppo sulla violenza e sull'abuso di potere (poliziotti e guardie di carcere). Ma la parte più importante, inesorabile apparato di critica negativa o apprezzamenti, dipende, è quella finale ove si entra appieno nella metafisica ma la stessa metafisica non riesce a diventare grande; c'è l'idea ma l'interpretazione intorno ad essa si tinge troppo spesso di un ermetismo e di una vaghezza intrigante ma non scardinabile. Ora chi si accontenta della suggestione, ovvero dell'immagine, e dell'attimo rimarrà impressionato, quasi solennemente. Chi invece cerca di mettere le cose al proprio posto (un po' come il personaggio) noterà che qualche pezzo manca per completare un quadro che prometteva benissimo e alla fine lascia solo uno strascico di grandezza, senso di incompiutezza corrisposto ad un grande potenziale, fra arte, simbolo e atmosfere.