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FERRO3 - LA CASA VUOTA regia di Kim Ki-duk

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Requiem     10 / 10  18/01/2005 10:36:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un film splendido.
Kim ki Duk gira un'opera intensa, commovente, ma anche fortemente simbolica e complessa. Un film sulla solitudine del protagonista che vaga di casa in casa alla ricerca di un po' di conforto, senza compiere nessu atto illecito, ma anzi avendo cura degli oggetti che trova e aggiustando tutti gli elettrodomestici. E'la storia della solitudine di una donna che al contrario la casa ce l'ha, ma la vive come una prigione.
I due si incontrano e il loro è un viaggio verso la libertà, in una società che non può ovviamente comprendere il loro rapporto, possibile solo nell'irrealtà.

Un film poetico, migliore del precedente (Primavera autunno estate e ancora primavera) veramente bellissimo e girato superbamente da questo, ancora giovane, regista, alla sua undicesima prova, in grado di fare un film sull'amore (che come nel maestro Wong kar wai, non ha visogno di parole superflue) , sulla solitudine, sulla libertà, fondendo dramma, ma anche accenti da commedia, da horror e thriller (quasi lynchano) nel finale.
Una splendida fotografia per un film girato da un vero artista, aiutato da due attori bravissimi, in grado di trasmettere davvero tante emozioni, senza nemmeno usare la parola, ma con la sola forza delle loro espressioni.

Vedendo questa pellicola mi sono accorto di trovarmi di fronte, dopo Wong kar wai (e Tsai ming Liang, forse più vicino a Ki Duk, ma anche molti altri), ad un altro maestro del cinema odierno, questa pellicola è un piccolo capolavoro. Forse non ci arriverebbe a 10, ma do il massimo dei voti, perchè pellicole con una sensibilità così forte al giorno d'oggi sono molto rare. Il cinema orientale certe volte è veramente molto più avanti di quello occidentale.

Ps: Non capisco certe volte come si fanno ad affermare stupidaggini come quella di essere un'opera studiata a tavolino per l'esportazione. Oltretutto Kim Ki duk utilizza molti simboli e il suo linguaggio è spesso molto complesso, molto di più rispetto a certi altri suoi colleghi orientali, per i quali, comunque molto raramente si può muovere un'accusa simile. Spesso si vogliono fare film universali (adatti a tutti), come nel caso di "In the mood for love", ma ciò non toglie il fatto che il film di Kar Wai sia un'autentico capolavoro. Forse, prima di inserire nuove recensioni, i gestori del sito dovrebbero leggerle.
marie  18/01/2005 13:02:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Hai ragione, è sembrato anche a me che si volesse lanciare un' inutile frecciatina provocatoria. Credo che quest'ultima opera di Ki Duk sia talmente soave e fuori dagli schemi che quelle ultime 4 righe risultano superficiali accuse prive di consistenza.