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THE COLD HOUR regia di Elio Quiroga

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Noodles_     7½ / 10  15/06/2011 14:27:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Interessantissimo esempio di fantascienza più orientata al dramma psicologico che all'azione, con pochissime concessioni all'horror, nonostante l'inesatta definizione su questo sito.

Disperato, pessimista, e molto ispirato sotto più punti di vista, a partire dal soggetto, il film racconta la quotidianità, quasi un diario, di una piccola comunità di sopravissuti ad un conflitto nucleare che sembra aver reso la superficie terrestre non più abitabile. E infatti la vita (e l'intero film) si svolge sottoterra, in un ambiente stupendamente ricostruito, con le varie stanze-abitazioni, le aree comuni, e i cunicoli all'esterno dell'area abitata infestati da inquietanti e minacciose presenze di vario tipo...

Il film percorre dunque un doppio binario: da un lato ci viene narrata (attraverso qualche dialogo e qualche raccapricciante documento televisivo - ed è qui che sta il vero Orrore) la disperata situazione all'esterno e gli eventi che hanno portato a quella situazione, mentre dall'altro lato il bravo Quiroga ci mostra appunto la quotidianità del gruppo, con le ferree regole (di sopravvivenza), le gerarchie e le non facili dinamiche di relazione, i caratteri e le personalità dei vari personaggi, i claustrofobici ambienti in cui sono costretti a vivere, e le rischiose azioni che devono intraprendere per mantenere viva la speranza. Questo aspetto del film mi è piaciuto veramente tanto. I dialoghi, le caratterizzazioni dei personaggi, le musiche, tutto è ben curato, con un taglio sociologico molto acuto ed intrigante.

Non mancano purtroppo dei difetti (anche se me ne frego e do lo stesso un voto alto), riconducibili tutti ad una insistita mancanza di spiegazioni, iniziando dal perché i componenti della comunità hanno tutti nomi biblici, continuando col non sapere cosa si nasconde dietro la bellissima idea dell'Ora Fredda, e terminando con l'interpretazione molto aperta (ma forse va bene così) della sorprendente rivelazione finale.

Consigliato a chi apprezza una fantascienza “umile” e di spessore, fuori dai soliti canoni americaneggianti e dai ricchi budget che sostituiscono le idee.