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HABEMUS PAPAM regia di Nanni Moretti

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elio91     7½ / 10  08/07/2012 15:52:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Preambolo: il Moretti regista lo gradisco quà e là, ma non mi fa impazzire. Il Moretti attore lo trovo semplicemente pessimo e sono buono. Spesso i suoi film sono rovinati proprio dal suo narcisismo, dal volersi mettere a tutti i costi davanti la macchina da presa senza averne le capacità attoriali né sapersi dirigere.
In Habemus Papam fortunatamente il Moretti attore ha un ruolo come sempre ironico e non influisce moltissimo, quindi la visione non è rovinata.
E bisogna ammettere che dietro la macchina da presa da vita ad uno dei suoi lavori cinematograficamente più ricchi e stimolanti sia visivamente che a livello tematico.
Non un film politico, alla faccia di quelli (stavolta cattolici in primis, ma di quelli integralisti che non ci hanno fatto bella figura) che hanno addirittura denunciato il film, o per "partito" preso hanno strombazzato un tentativo di boicottaggio. In realtà è addirittura un'opera fin troppo "politically correct", delicatissima, sottile in tutte le sue sfaccettature. Ed è questa nebulosità che in un certo senso abortisce continuamente il film, non facendolo esprimere (sempre) alle alte potenzialità che pure ha o avrebbe avuto ancora di più.
Si ride di gusto nel vedere l'umano troppo umano di una Chiesa finalmente ad altezza d'uomo, che gioca a pallavolo, scopa e batte la mani a ritmo di una splendida canzone (Todo Cambia) da una parte, mentre dall'altra un pontefice si perde volutamente nelle strade di Roma ricercando sé stesso e risalendo alle radici del Dubbio, nascondendosi dietro le maschere di una vita d'attore fallita e magari inconsciamente da sempre desiderata.
Un umorismo lievissimo, una parabola voltairiana contro ogni Dogma per fortuna, questo è Habemus Papam di Moretti. Ma non sempre centra il bersaglio, ogni tanto è ridondante o addirittura non si capisce dove vorrebbe andare a parare con tutta questa nebulosità che lo ammanta.
è quindi una pellicola che vive a sprazzi di vita propria, che addirittura nei primi venti minuti sfiora la perfezione assoluta per poi perdersi un pò e ritrovarsi quanto basta come il suo pontefice-non pontefice per le stradine romane.
Nota di merito anche per il finale, vera e propria tragedia/catarsi a contrapporre da una parte la Chiesa e dall'altra l'Uomo che attraverso il dubbio e la rinuncia finalmente apre nuove strade a sé stesso. E magari anche alla Chiesa stessa.

E bravo Nanni, furbo a scegliere un mostro sacro come Piccoli che fa il suo dovere senza neanche sforzarsi più di tanto. Questa volta non c'è critica che tenga, questo è un film da vedere e su cui confrontarsi e nel cinema di oggi scatenare dibattiti, pure se in maniera a mio parere fin troppo "soft", è già qualcosa.