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HABEMUS PAPAM regia di Nanni Moretti

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ughetto     6 / 10  27/04/2011 23:56:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film è composto da due segmenti. La vicenda esistenzial- esistenzialista di Piccoli e l'avventura sportivo- teoretica di Moretti. Il fatto è che non sono scritti per gettare luce l'uno sull'altro. Sono quindi condannati a divergere irrimediabilmente, regalandoci due film, che quindi vanno letti uno per uno.
Il film sul Papa è il meglio riuscito: la telecamera segue la vicenda di un uomo che è un personaggio in senso pirandelliano. Evocato dall'autore, anzi dall'autore degli autori, gettato sul palconscenico, abbandonato senza alcuna voce, senza alcuna luce; ma soprattutto imprigionato in un ruolo che prescinde e che non tiene conto della sua propria individualità (sembre che ce ne sia una).
E questo è il colpo di genio: il Papa è in effetti la figura storica la cui vicenda presenta maggiori analogie con quel Personaggio; ed è brillante che cerchi la catarsi e la pace proprio in ciò che più rappresenta il suo dramma: il teatro. Accettando quindi la condizione scissa dell'esistere, ma implorandone, umanissimamente, uno svolgersi più immanente. Tuttavia la scrittura non mi ha convinto: per appassionarmi ad un tema così esistenziale avrei avuto bisogno di una regia intima, non di una regia distaccata. Ma questo è oltre la critica: è solo una mia impressione di spettatore. Moretti per me è il maestro dell'intimità: da Palombella Rossa a Caro Diario apoteosi del genere, (diario, non a caso), che inizia con una ripresa con telecamera digitale a mano. Ma qui sembra utilizzare più le vie estetiche del Caimano, e allontana. Sprecando il meraviglioso soggetto.
Il film su Moretti invece non merita tante parole: gigioneggiando strappa qualche sorriso; la sua superficialità è disarmante: la lettura della realtà non banale ma, peggio, banalizzante. Ho sentito, in difesa di questo pezzo di film, parlare di nichilismo: non scherziamo.
Si ricorda allora con rimpianto il suo capolavoro (a modesto avviso di chi scrive) dove si seppe coniugare una delicata, profonda, odissea esistenziale con un fraseggio sulle cose sempre pieno di passione e significato. Ed è per questo che aspetterò il prossimo film di Nanni Moretti con trepidazione e farò la coda il venerdì per vederlo subito.
arturo  28/04/2011 15:39:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Condivido parola per parola. Chapeau.