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HABEMUS PAPAM regia di Nanni Moretti

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andreapau     8 / 10  26/04/2011 16:04:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Habemus Papam è un film sorpendente per ironica lievità di rappresentazione e complessità dei temi trattati.
Satira feroce del sacro (inteso come burocratizzazione del divino), esercitata attraverso l' umanizzazione del Pontefice e il ridimensionamento razionale del conclave che lo ha espresso alla stregua di un qualunque consiglio di amministrazione, ispirato a criteri utilitaristici piu' che divini.
Dove la vecchiaia non è saggezza, ma disincanto, malattia e ostinata rassegnazione.
L'eterna lotta tra Fede e Ragione non esprime vincitori ma sancisce una indissolubile reciprocità esistenziale.
L'una tenta di dominare l'altra, avventurandosi financo nella pretesa di dettare regole nell' altrui campo.
Commovente e struggente, questa "sua Santità suo malgrado" è interpretata dal GRANDISSIMO Michel Piccoli che rifiuta la croce appioppatagli dagli umani, dapprima come moto isterico, ma poi come decisione ponderata.
Perchè nella profonda e sincera conoscenza di se, scopre che solo un pazzo puo' interpretare la parte di primattore che lo spettacolo con piu' spettatori al mondo richiede.
E nella cecità della fede non c'è spazio per la sincerità..che provoca un dolore forte ma di breve durata, perchè "morto un papa se ne fa un altro".
E allora Habemus(un altro)Papam.
Pasionaria  27/04/2011 09:07:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Perchè nella profonda e sincera conoscenza di se, scopre che solo un pazzo puo' interpretare la parte di primattore che lo spettacolo con piu' spettatori al mondo richiede
E nella cecità della fede non c'è spazio per la sincerità..che provoca un dolore forte ma di breve durata, perchè "morto un papa se ne fa un altro".


Sintesi perfetta: clap clap clap

andreapau  27/04/2011 11:44:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie Pas...sono contento che la pensi come me.mi e' piaciuto tantissimo
Niko.g  27/04/2011 10:55:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Parli di croce appioppata dagli umani. Non è così. Un uomo di Fede che fa il percorso fino ad arrivare al ruolo di cardinale, non vive la croce in questo modo, perché essa per i credenti è la vittoria di Cristo sul Male.
Parli di pazzo primattore... come se i grandi Papi, non ultimo Giovanni Paolo II (che di sofferenza qualcosa ha sperimentato), fossero dei pazzi...
Parli di cecità della fede... quando la cecità è ben altro...
Tutte questa visione "morettiana", nasce dal semplice fatto che Moretti parte dal presupposto che quel vecchietto interpretato da Michel Piccoli, sta lì per caso, anzi mi correggo: sta lì perché è esclusivamente funzionale al suo film, senza la minima verosimiglianza con un uomo di Fede. Moretti parla di un uomo di Fede, un cardinale appunto, senza parlare di Fede. E' come voler fare una crostata senza la marmellata.
andreapau  27/04/2011 20:54:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Parli di croce appioppata dagli umani. Non è così.Un uomo di Fede che fa il percorso fino ad arrivare al ruolo di cardinale, non vive la croce in questo modo, perché essa per i credenti è la vittoria di Cristo sul Male"
A prescindere da quelle che sono le convinzioni personali, mi sembra che nel film sia evidente che tutti i cardinali vivessero l'attesa del verdetto con ansia piu' che con gioia...e del film io ho parlato.
Forse tu sei credente e ritieni che il conclave sia ispirato da Dio...
Personalmente credo che Il ritratto che tracci dell' uomo di fede sia sicuramente molto bello, ma la cronaca ci insegna che spesso la strada che porta al ruolo di cardinale non è lastricata soltanto di buone azioni e meriti cristiani, ma ben altro.
Quindi, se mi permetti, dato che tra i cardinali si annidano fior di delinquenti, non vedo per quale motivo non ci possa essere un cardinale che si sente strozzato dal ruolo di Papa.
Ripeto, il tuo ritratto è bello ma non tiene conto di diversi aspetti della realtà.

"Parli di pazzo primattore... come se i grandi Papi, non ultimo Giovanni Paolo II (che di sofferenza qualcosa ha sperimentato), fossero dei pazzi..."
Veramente non ne parlo io ma Moretti.
Il mescolamento degli applausi in teatro, mi sembra un dato evidente.il parallelismo tra il pubblico del teatro e quello di piazza San Pietro, pure.
E credo che il ruolo di primattore, che rimane vacante per un po' e che ha urgenza di essere coperto a tutti i costi, sia un altro indizio

"Parli di cecità della fede... quando la cecità è ben altro..."
In questo caso condivido il pensiero di Moretti..posso accettare il fatto di credere per chiamata, per vocazione, per bisogno,anche per superstizione,con gaudio e felicità, perchè si avverte il divino.
Ma non accetto che le azioni umane prendano caratteristiche divine per automatismo.
Mi spiego:
Per i credenti il Papa "è" Santo.
Chiunque sia eletto al Soglio Pontificio è venerato dal primo all'ultimo giorno del suo pontificato.
E' infallibile, ha sempre ragione, non sbaglia mai, è eletto nella maniera meno democratica del mondo ma rappresenta qualche miliardo di persone...non ti sembra che sia necessaria una certa dose di cecità per accettare questo?
Io credo che effettivamente "morto un papa se ne fa un altro", senza troppe lacrime.

"Tutte questa visione "morettiana", nasce dal semplice fatto che Moretti parte dal presupposto che quel vecchietto interpretato da Michel Piccoli, sta lì per caso, anzi mi correggo: sta lì perché è esclusivamente funzionale al suo film, senza la minima verosimiglianza con un uomo di Fede. Moretti parla di un uomo di Fede, un cardinale appunto, senza parlare di Fede"

Non è esatto quello che dici..sicuramente c'è "quel" cardinale ma anche tutti gli altri che rispondono ai requisiti richiesti.
Sostieni che non si parla di Fede...io credo che se ne parli invece moltissimo, anche se non in senso dogmatico.



Niko.g  28/04/2011 00:09:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il problema non è assolutamente che un cardinale non possa sentrisi "strozzato" dal ruolo di Papa, ma piuttosto come egli affronti la crisi interiore che lo pervade.
Moretti è un gran furbacchione. Affronta un tema serio, come il rifiuto del ruolo papale, mettendo in piedi una commedia. Il finale è drammatico, intenso, fa riflettere molto, ma tutto ciò che viene prima, stona fortemente con il resto del film e non ha molto senso. Nel film i cardinali sono dei giuggioloni che spippacchiano, giocano a carte, fanno partite di pallavolo sotto la guida del "maestro" psicanalista a cui non pare vero prenderli per il c... Non so dove si possa solo intravedere una parvenza di sacralità, di spiritualità o di preghiera.
Allora Moretti avrebbe dovuto decidere: cambiare il finale (adeguandolo alla cazzeggiante commedia, magari con una barzelletta papale) oppure mantenerlo, adeguando però tutto il resto ad esso e abbandonando il genere della commedia.
Non si possono fare le nozze coi fichi secchi.
Pasionaria  28/04/2011 09:58:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Infatti Moretti ha definito il proprio film un dramma.

Secondo te quando si affronta un tema importante e serio non bisogna ironizzare o anche ridere?
Ragioni per compartimenti stagni?
Visto che i cardinali sono persone votate al sacro e alla spiritualità, devono per forza essere rappresentati in preghiera perenne?

Mi dispiace intervenire, visto che la discussione è vostra, ma non riesco a comprendere questa rigidità di giudizio.

Se pensi che Habemus papam sia solo una commedia cazzeggiante ti consiglierei di rivederlo con un'impostazione diversa.
Niko.g  28/04/2011 10:41:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Fai bene ad intervenire, ci mancherebbe...
Intendevo riferirmi ad una mancanza di oggettività nel rappresentare delle personalità che, in ogni caso, hanno un orientamento prettamente spirituale. Quindi questo andava almeno evidenziato, se non per consapevolezza, quantomeno per rispetto. I cardinali sono piuttosto delle macchiette, mentre Michel Piccoli ha un'intepretazione che (ripeto) stona con l'impronta fin troppo leggera e surreale che ci appare già dalle prime scene del conclave. Di conseguenza il finale sembra affrettato, ma il realtà non lo è. E' solo un film a parte, a mio modesto avviso...
Pasionaria  28/04/2011 15:33:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Niko, già dalle prime scene del conclave, secondo il tuo modo di interpretare, allora anche Melville diventa la macchietta dell'attore che non sa interpretare il ruolo che gli hanno assegnato, sperduto e disorientato ( tanto è vero che egli stesso confessa: "sono un attore mancato").
Io non riesco a trovare discontinuità tra i due percorsi scelti da Moretti, il confronto tra pubblico e privato tra il cardinale e l'uomo è continuo, la stessa metafora tra vita e teatro, ma cosa c'è di più spirituale di questo?
Il finale è agghiacciante perchè Melville acquisisce finalmente la certezza di non essere adatto al ruolo e così "attore senza ruolo" si presenta al pubblico, in questo modo riacquista la propria autenticità. Bellissimo
andreapau  28/04/2011 11:26:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Niko, la tua disamina è piuttosto acida e mi lascia basito!!
Non credo che sia il caso di ricordarti che la caricatura è una estremizzazione dei caratteri, quindi mi sorprende che tu consideri il ritratto dei cardinali in maniera così didascalica.
Moretti in questo film ha fatto la caricatura anche di altri personaggi:
Fedeli, giornalisti, attori, uomo della strada e anche dello psicanalista.
Perchè indirizzi il tuo risentimento e la tua richiesta di rispetto esclusivamente nei confronti dei cardinali???
Continuo a non comprendere per quale motivo trovi assenza di sacralità, quando invece il sacro e lo spirituale sono in ogni piega del film...certo, non nella maniera ampollosa del Vaticano.
Ma ti ricordo che il Re della spiritualità e del sacro precede la Chiesa di diversi secoli.
Credo che il tuo atteggiamento fideistico ti renda meno "lucido".

Niko.g  28/04/2011 13:01:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Provo a spiegarmi meglio, diminuendo il tasso di acidità :-)
Moretti usa le caricature solo per quello che gli fa comodo. Allora posso anche capire le caricature di fedeli, psicanalisti e cardinali, ma ciò avrebbe dovuto riguardare anche papa Melville. Io, questo accostamento di interpretazioni e di stili, se non addirittura di generi, l’ho trovato fuori luogo, anzi inopportuno. Come se, per intenderci, il “Gesù” di Robert Powell di Zeffirelli lo mettessimo nel contesto di “Jesus Christ Superstar”.
Tieni presente che per me “Bianca” è uno dei migliori film italiani di sempre, ma lì, comico e drammatico, vengono intrecciati con grande talento e maestria, oltre che supportati da una sceneggiatura perfetta. "Habemus Papam", invece, mi sembra piuttosto asincrono, spezzettato e alquanto pretestuoso.
Spero di aver chiarito un pò di più…

andreapau  28/04/2011 14:38:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
non fraintendermi Niko...non voglio che Habemus Papam passi per "film perfetto", pero' credo che le incongruenze che segnali siano legate al poco gradimento che ti suscita un vaticano caricaturizzato.
andreapau  27/04/2011 11:51:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Niko, questo e' un commento ad un film, non le mie opinioni sulVaticano.. Ma mi riprometto di risponderti più dettagliatamente
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  23/05/2011 11:37:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Visto solo sabato scorso, sottoscrivo in pieno. Sbaglia chi si concentra solo sulle caricaturizzazioni, il film risiede nello sguardo di Piccoli: il film racconta anzitutto un dramma interiore.