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HABEMUS PAPAM regia di Nanni Moretti

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dobel     5 / 10  25/04/2011 14:26:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Peccato!!!!
Amo Moretti e credo sia uno dei pochi registi italiani con una poetica immediatamente riferibile a sè. Qui c'è tanta carne al fuoco: un tema bellissimo, complesso e profondo; mezzi economici consistenti (forse troppo!), un grande protagonista. La lontananza della curia romana dalla realtà vera della gente è tema che risale al Medioevo. La Chiesa spesso non sa venire incontro si bisogni della gente, un luogo comune trito e ritrito con un fondo di verità. Moretti ha per le mani un argomento impervio che offre molte possibilità di approfondimento. Belli i simbolismi: i cardinali tutti chiusi in Vaticano che non possono avere contatti col mondo esterno; il Papa che, assistendo in incognito a discussioni riguardanti i problemi quotidiani, se ne tira fuori protestando la sua assenza; l'incapacità del Pontefice di assumersi una responsabilità così alta come guidare tanti fedeli... Tutto bello, giusto, interessante. Ma realizzato per accenni. I temi vengono buttati li in modo scontato, banale, prevedibile. Nulla è approfondito; tutto è educatamente esposto in modo ironico e tranquillo. Quasi avesse paura di un argomento così scottante e 'pericolosò, Moretti rinuncia a graffiare, ad andare in fondo alle cose, ad approfondire le pillole che getta in modo distratto ancorché divertente.
Peccato! Tante scene e tanti personaggi trascurati! Tante occasioni e idee lasciate in sospeso. Non mancano i momenti comici o poetici, ma rimangono attimi solitari.
La Chiesa è lontano dalla gente? Questo il succo del film. La Chiesa parla una lingua che ha perso un contatto con la quotidianità? Il compito di Pontefice sulle spalle di un uomo non è troppo pesante? Quale persona sana di mente potrebbe sopportare un compito tanto grande?
Io credo che chi accetta quel compito sia ormai talmente assuefatto a quell'ambiente da seguire in modo naturale la strada che gli si prospetta.
Credo altresì che, benché la Chiesa spesso sia avulsa dalla realtà e abbia pochi contatti diretti con i problemi quotidiani, così arroccata nei propri palazzi come nel film di Moretti, si debba distinguere fra curia romana e tutto il resto.
Don Milani, Don Mazzolari, Don Zeno, Madre Teresa di Calcutta, tutti quei poveracci di sacerdoti o religiosi che in ogni parte del mondo, senza pubblicità e a volte contro l'ufficialita ecclesiastica, aiutano moribondi e affamati, fanno pur parte della Chiesa. Quindi alla fine, l'argomento trattato da Moretti è bello, vero, attuale, condivisibile; bisognava trattario con più serietà, meno pressapochismo, meno superficialità. Ne è uscito un film banale, scontato, con un finale imbarazzato (nemmeno il regista sapeva come concludere e ha tagliato in quattro e quattro otto il film). Da Moretti mi aspettavo di più.
Forse il tema è lontano dalle sue corde (più politiche che spirituali), forse i film di massa sono ancora troppo complicato per lui (quante storie avrebbe saputo sviluppare un Altmann da tutti quei personaggi!!), abituato a pellicole cameristiche.
Il bello di Moretti è quello di darci ogni 6/7 anni il suo punto di vista sulla società, un punto di vista spesso interessante e comunicato in modo artisticamente bello. Stavolta l' interesse è limitato, e l'esposizione è banale.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  26/04/2011 20:40:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non so se sia lontano dalle sue corde, ti ricordo "La messa è finita" che è uno dei suoi film migliori
dobel  27/04/2011 13:03:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si, e' vero, e' uno dei suoi film migliori. Forse con quello ha esaurito la sua riflessione sulla capacita' e possibilità della religione/chiesa di essere d'aiuto alla gente.
Comunque Habemus Papam e' un film ironico con cadenze da commedia, mentre La messa e' finita e' un film drammatico. Comunque credo che non l'ambientazione di Habemus abbia messo un po' in imbarazzo Moretti.