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HABEMUS PAPAM regia di Nanni Moretti

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polbot     9 / 10  22/04/2011 23:12:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film assai godibile che mi riconcilia senza dubbi con un nanni Moretti decisamente in forma e piuttosto sicuro nella direzione in un film "pieno di dubbi". Mi permetto di condividire qui di seguito la recensione di un mio amico, che mi trova pienamente d'accordo..
Film di non facile digestione. Profondamente morettiano, tanto da essere di fatto già contenuto interamente nei film precedenti. Il ritmo narrativo e la sceneggiatura non hanno la freschezza dei tempi d'oro, solo a sprazzi la toccano. però qui, più chiaramente, l'apparato delle trovate morettiane diventa funzionale a circoscrivere, a definire per contrasto.
Papa Melville è l'unico personaggio credibile della vicenda. La sua credibilità emerge gradualmente, a fronte degli altri personaggi.
Gli altri cardinali, esponenti di un dogmatismo privo di reale sostanza (nel tempo libero nessuno prega, nessuno crede in un Dio) si lasciano andare come bambini, cullati dalla musica, dalla danza, dallo sport, dai giochi.
Lo psicanalista è invece ateo, esponente freudiano-darwiniano, anch'egli però dogmatico: si rivela personaggio detentore di una verità, "papale", intenzionato a dettare le regole, esimio nel suo ruolo e tuttavia fallito sul piano più sostanziale, più umano.
La scena del dialogo tra sordi, il dogmatico teista e il dogmatico ateista, che discutono in alto sul trespolo dell'arbitro, del giudice di volley, è una scena di inautenticità. In basso invece la scena autentica: un court di terra improvvisato accoglie vecchi che ritrovano un'umanità, nel gioco. Solo nel ritorno ad un affidamento infantile c'è per questi, cardinali o psicanalisti atei che siano, una dimensione autentica. anche nella scena in automobile, sono i bambini a svelare la verità della madre che mente.
Papa Melville è l'unico uomo di verità che riesce ad esserlo rimanendo adulto, senza tornare bambino. Melville è l'unico personaggio che cerca di prendere sul serio Dio, con fede, cercando. Quella di Michael Piccoli è una bella faccia di vecchio confuso, indifeso, come d'altra parte avrebbe diritto ad essere indifeso ogni vecchio, tranne il Ratzinger di turno. Uomo di verità: ovvero uomo che sente di non possederla, la verità, ma che rispetto ad essa si sente inadeguato. Verità può essere semplicemente un'adesione alla realtà.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER non è fuga dalla realtà, ma fuga verso la realtà. In un bar, nella metropolitana, in un luogo dove si fa il pane, si contempla la realtà. Anche in una chiesa dove si usano parole realistiche, dove Dio non lo si possiede, ma lo si cerca, Dio potrebbe anche esserci. Perché Dio sembra aver scelto Melville con convinzione, per due volte: per fare il papa (e la serietà della scelta divina è affermata più volte nel film), ma ancor prima nella sua giovinezza, impedendogli una carriera da attore e volendolo sacerdote. Non sarai uomo di finzione, attore, ma uomo di verità.
L'attore calvo, impazzito, che pronuncia tutto il copione da solo, è l'elemento che rivela la necessità di romperla questa finzione.
Bellissima la scena sulla metropolitana dove Melville balbetta le prove per un possibile discorso, il discorso che vorrebbe fare come papa: Pietro... . Come a dire: Pietro non era così , cari fedeli, Pietro non era il capo infallibile di una chiesa potente. Bisogna rileggerlo, cari fedeli, il racconto che viene fatto nella Bibbia (dove sì, tra le altre cose, si parla anche di debolezza, di depressione). Un discorso così, un giorno, un papa dovrebbe farlo, pensa Melville. Dovrebbe parlare come parlava un uomo vero, Pietro. Ma il peso di 2000 anni andati diversamente è troppo, e Melville quel papa non lo riesce ad essere. Nel discorso finale: bisogna cambiare, ma io non riesco a farlo.
Aprendosi coi funerali di Giovanni Paolo II, è un film che può ricordare la forza di quest'uomo, vero uomo e dunque anche vero papa, di forza e umiltà petrina. Somigliando anche fisicamente a Wojtila, M. Piccoli è un papa che può far riflettere meglio su quanto possa essere faticoso proseguire le grandi intuizioni di Wojtyla (chiedere perdono per la chiesa, mostrarsi realmente umani e deboli) e suggerisce una riflessione sui modi messi in atto dal suo attuale successore storico.
amterme63  23/04/2011 23:50:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io ho trovato invece che assomigliava fisicamente molto di più a Papa Roncalli, cioè Giovanni XXIII, il grande Papa del Concilio Vaticano II, l'ultimo grande riformatore (forse l'unico) che ha avuto la Chiesa cattolica (altro che Wojtila).
Ma forse tu sei troppo giovane per ricordare.
viagem  25/04/2011 12:35:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
No Luca, è troppo vecchio e si scorda le cose! :)
amterme63  27/04/2011 14:12:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Albertone, ora ho capito tutto ... Complimenti, anche per la gioventù che ti permette di non "ricordare" Giovanni XXIII. ;-)
viagem  23/04/2011 23:28:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quando ho visto la lunghezza del commento stavo per svenire, poi ho visto che stavi citando qualcun altro e mi son ripreso! :)
polbot  25/04/2011 20:30:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
:)))))) volevo farti venire un coccolone! e cmq non devi leggere nulla prima di andarlo a vedere!!!!!!!!