Pasionaria 8 / 10 19/04/2011 14:57:05 » Rispondi Habemus papa è un'attenta osservazione sull'uomo d'oggi e chi intravede nel film di Moretti unicamente una semplice parodia del papato, della chiesa cattolica e dei fedeli o è vittima dei propri pregiudizi verso il regista, oppure non ha compreso il sottinteso che la commedia fa affiorare. Il regista con il rigore che gli è proprio, attraverso la figura di un uomo spaventato dalla personale inadeguatezza, ci trasmette il disagio universale, soprattutto dell'uomo contemporaneo. Un uomo alla deriva, schiacciato tra il sogno e le responsabilità della vita reale. Fin dalle bellissime sequenze iniziali il film ci infonde un senso di angoscia, nonostante la sottile ironia di cui è impregnato, anzi Moretti utilizza la capacità ironica, di cui è maestro, per dirci che è questa la sola salvezza, l'ironia può salvarci da una vita che non ha consolazione("...il darwinismo….non c'è alcuna consolazione in questa vita, dice lo psicanalista al cardinale). Qualcuno nei precedenti commenti ha citato a ragione Pirandello. In effetti i personaggi chiave del racconto si scambiano i ruoli, indossano una nuova maschera, per riscoprire se stessi, per ritrovare un'identità in un mondo sempre più artefatto e confuso. E il regista con umana comprensione, quasi empatia, accompagna i suoi personaggi nel percorso difficile di solitudine e di paura, li segue con il sorriso meno cinico del solito, li sostiene nel loro smarrimento, in quello di tutti, che né le chiese, né la psicanalisi, con i loro dogmi incontestabili riescono ad affievolire. Soprattutto una Chiesa anacronistica (…giochiamo a palla avvelenata…. ma sono 50 anni che non si gioca più a palla avvelenata…), disorientata, persa , vecchia: le allegre scenette cardinalizie (tratteggiate con bonaria tenerezza dal regista) sembrano dirci questo. Sicuramente la visione del Vaticano è tutta morettina e molti potranno dire che non coincide con la realtà, tuttavia è innegabile quanto la Chiesa sia lontana dalla Vita Reale, e quel Concilio chiuso fra le solenni sale vaticane, quasi prigioniero perché nessuna debolezza può trapelare, è l'icona stessa della propria estraneità al la concretezza dell'esistenza. Michel Piccoli è bravissimo ad incarnare lo smarrimento psicologico di un cardinale, suo malgrado, eletto pontefice in tempi così cupi per la Chiesa e in particolar modo l'umana confusione di un anziano, lasciato solo con i propri dubbi. Moretti si conferma grande cineasta, capace di intuizioni straordinarie intrise di intelligente ironia e soprattutto capace di una scrittura virtuosa, all'altezza della migliore commedia italiana.
Pasionaria 20/04/2011 09:30:10 » Rispondi Hai ragione, non ho cambiato perchè non mi pareva importante. Si, mi sono confusa è palla prigioniera.
jack_torrence 19/04/2011 22:10:13 » Rispondi Merci pour la citation! ;) Contento che ti sia piaciuto; gran bel commento il tuo, Rita.
Un romano, da sotto l'imgombrante ombra del magnifico cupolone.
kowalsky 20/04/2011 00:48:00 » Rispondi Bel commento... Rita hai visto per caso "L'udienza" di Ferreri? Te lo consiglio
Pasionaria 20/04/2011 08:59:47 » Rispondi No, Luca, non l'ho visto, ma provvederò presto ;)
kowalsky 20/04/2011 21:26:42 » Rispondi E' un film davvero ... particolare, E non so perchè appena ho saputo che Moretti aveva questo progetto ho pensato a quel film, dove un uomo (jannacci proprio lui) chiede un'udienza con il papa e tutti fanno di tutto per impedirglielo
Pasionaria 20/04/2011 09:10:10 » Rispondi Grazie Stefano, attendo la tua recensione ...:)
Pasionaria 19/04/2011 20:34:10 » Rispondi Ovviamente è papam e morettiana, pardon
andreapau 28/04/2011 12:00:56 » Rispondi Brava! Laica e spirituale, i miei complimenti!