caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

PRIMA PAGINA regia di Billy Wilder

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
amterme63     7½ / 10  05/05/2012 19:14:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche alla fine della carriera Wilder è stato capace di confezionare una sua tipica commedia, fatta di ritmo indiavolato ("Prima pagina" in questo assomiglia molto a "Uno, due, tre"), impostazione essenzialmente teatrale (quasi nessuna scena è girata in esterni), dialoghi scoppiettanti (in pratica tutta la forza comica del film si basa sulle battute), ricchezza e varietà delle invezioni (è un continuo escogitare soluzioni e paradossi comici), perenne utilizzo di una puntuta ironia che non risparmia nessuno (il classico cinismo wilderiano), impiego sarcastico degli stereotipi (giornalisti, politici, delinquenti, conservatori, comunisti, tutti messi in una specie di tritacarne che stritola tutto e tutti).
Come detto, l'ironia non risparmia nessuno, anche se la coppia dei protagonisti si pone su di un piano più alto, non tanto per la nobiltà e la bontà etica delle loro scelte, quanto per il fatto che loro hanno un ruolo "attivo", menano le danze, creano, ingegnano, a fronte di tutti gli altri personaggi che invece subiscono e seguono la corrente. E' l'inventiva e non l'onestà quella che viene premiata in questo film.
E' assente da questa commedia qualsiasi riferimento al rifiuto del perbenismo (spostato più sul piano politico e di costume) e a esigenze di libertà sessuale. E' invece anche qui presente il tipico scetticismo di Wilder nei confronti dell'amore: niente da fare, non dura e non può durare; i rapporti di coppia o si rompono quasi subito o diventano delle rassicuranti prigioni. Non si scappa per Wilder.
La satira politica è tutto sommato leggera e riflette abbastanza passivamente il trend dell'epoca, che vedeva la rivalutazione di tutto ciò che era di sinistra (le ribellioni anarchiche, la lotta all'ipocrisia). Ma la politica in fondo è qualcosa di secondario e generico in un film che punta tutto sulla brillantezza, sul ritmo e sull'inventiva.
La parte del leone ovviamente la fanno Jack Lemmon e Walther Matthau, bravi e strepitosi nella caratterizzazione e nella recitazione dei loro personaggi. Ottima anche la Sarandon e poi un encomio all'attrice che ha impersonato la donna delle pulizie, la più brava fra i personaggi secondari.
Insomma è una commedia molto piacevole, che coinvolge e diverte in maniera crescente durante la visione, con le battute che in qualche maniera riescono a far dimenticare la troppa treatralità e le lungaggini in alcune scene.