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LA VITA PRIVATA DI SHERLOCK HOLMES regia di Billy Wilder

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amterme63     7½ / 10  19/04/2012 21:51:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche da vecchio, Wilder sapeva fare bei film. Con "La vita privata di Sherlock Holmes" Wilder mantiene la sua preferenza per le commedie brillanti (pur nella forma del poliziesco), anche se formalmente si aggiorna ai nuovi gusti degli anni '70. Visivamente ad esempio è molto più ricco (soprattutto dal punto di vista coloristico) e curato rispetto ai film precedenti (quasi tutti in bianco e nero e scenograficamente spartani). Ci sono molte più riprese in esterni, a volte in luoghi assai suggestivi (tutta la parte scozzese).
Anche in "La vita privata di Sherlock Holmes" Wilder non rinuncia alla sua arma preferita: l'ironia. Qui il suo bersaglio è l'insorgere della distorsione operata dai mass media sulla percezione del reale (prende in giro il sorgere del postmoderno) e la creazione di icone.
In qualche maniera Wilder è stato a lungo artefice della creazione di stereotipi (vedi l'uso della figura di Marilyn Monroe) o ora vengono trattati come oggetti coscienti di sé.
E' il caso di Holmes e Watson che agiscono in un contesto (molto moderno e poco vittoriano) in cui sono delle "star", conosciuti da tutti e famosi per le loro imprese. Loro stessi lo sanno e curano la loro immagine.
Wilder in qualche maniera ci ironizza sopra. Holmes in realtà è vittima di se stesso, prigioniero del suo ruolo e del suo personaggio; soffre di solitudine e depressione e ricorre a droghe. La storia che poi si svolge durante l'arco del film non fa altro che rilevare le sue capacità, l'acume, ma la sostanziale debolezza interiore e sentimentale. Il suo fallimento come persona in qualche maniera si riflette anche nel suo fallimento professionale. Ecco quindi che si guarda un po' impietosi a cosa c'è dietro i miti e le icone, e si scoprono tante cose che rivelano quanto questi siano fittizi.
Wilder si diverte a prendere in giro anche i critici cinematografici. Ironizza sulle interpretazioni omoerotiche date ai suoi film (come ad esempio nel finale di "Non per soldi ma per denaro") scherzandoci apertamente sopra (infatti pure il menage Holmes-Watson si presta ad illazioni).
La costante è però un'altra: la diffidenza verso il genere femminile, il rapporto problematico dell'uomo nei confronti del mondo sconosciuto e infido della donna. La donna è quasi sempre desiderio proibito e scombussolamento nei film di Wilder.
Il tutto inserito in una trama poliziesca ben congegnata che si dipana con calma, senza però mai far calare l'interesse nello spettatore.
"La vita privata di Sherlock Holmes" è quindi un ottimo e piacevole film per una divertente serata.