steven23 9 / 10 28/05/2014 21:24:14 » Rispondi Pensando al periodo in cui Billy Wilder si dedicò alle commedie mi sovvengono principalmente tre titoli: "A qualcuno piace caldo"... "L'appartamento" e "Irma la dolce". Ecco, quale regista non farebbe carte false per vantare nel proprio curriculum tre lavori anche lontanamente paragonabili a questi? Stiamo parlando di pellicole straordinarie che, già da sole, garantirebbero giustamente un posto tra i più grandi registi del genere. Ebbene, Wilder le realizzò nell'arco di quattro anni (e dopo aver già fatto lavori del calibro di "Sabrina" o "Quando la moglie è in vacanza")... ma c'è di più. Questo "di più" risulta essere proprio la pellicola che sto commentando. Uscita a un anno di distanza dal già citato "L'appartamento" rappresenta l'ennesima, ulteriore conferma dell'assoluta grandezza di questo regista. Grandezza che quasi si fatica nel descrivere a parole... per comprenderla resta solo una cosa da fare, ed è guardarsi i suoi film.
Arrivando finalmente alla pellicola in questione beh, è eccezionale. Wilder demolisce la guerra fredda in piena guerra fredda... so che sembra un bizzarro giro di parole, ma non mi viene in mente nient'altro che possa spiegarlo con la stessa semplicità. Comunismo, capitalismo, la stessa Germania ancora impegnata a lasciarsi alle spalle la triste parentesi del nazismo... niente viene tralasciato, finisce tutto sotto la lente d'ingrandimento dissacratoria del regista. Una lente che non risparmia nemmeno gli aspetti più secondari che la guerra fredda ha portato con sé, su tutti l'importanza data al simbolismo. Basti pensare alla continua entrata in scena dell'orologio a cucù dello Zio Sam il quale, oltre a ricordare la sua presenza ogni mezz'ora, diviene anche il responsabile dell'arresto di Otto. Il risultato è quindi una commedia dalla satira pungente e caustica, ricca di cadenze farsesche e personaggi, oltre che memorabili, anche perfettamente in linea con lo spirito della pellicola. Wilder, inoltre, calca la mano su certi loro atteggiamenti rendendoli delle autentiche canaglie. Basti pensare ai tre funzionari sovietici e al loro modo di vedere la segretaria di MacNamara, oppure al segretario del protagonista il quale minimizza quasi in modo macabro sul suo passato nelle SS ("facevo solo il pasticcere"). Ho lasciato per ultimo proprio lo stesso MacNamara, forse la "canaglia" per eccellenza dell'intera pellicola. Il suo cinismo, la sua visione del comunismo e i suoi atteggiamenti (verso lo stesso Otto, nei confronti dell'intero ufficio quando lo fa mobilitare per l'incontro del ragazzo con il suocero e anche con la segretaria) incarnano alla perfezione la figura del capitalista americano che vuole Wilder. E Cagney è fenomale nella sua interpretazione. Avete presente una mitragliatrice? Ecco, immaginatevi lui al suo posto, con le battute che escono al posto dei proiettili. E' fantastico e dimostra ancora una volta l'enormità della sua bravura. Ottimo anche il resto del cast, da Bucholz per arrivare sino alla bella e svampita Tiffin, nessuno risulta fuori parte o sotto tono. E il tutto scorre che è una meraviglia, con l'ultima mezz'ora da seguire tutta d'un fiato. Imperdibile!