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L'APPARTAMENTO regia di Billy Wilder

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Beefheart     8½ / 10  11/10/2007 12:05:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ottima commedia, principalmente sentimentale ma non solo, diretta dal Billy Wilder del migliore smalto. Un film nel quale l'odiosa condizione dell'uomo occidentale moderno, tristemente stakanovista e perennemente vessato dagli ordinamenti gerarchici della realtà nella quale vive, oltre ad essere resa alla perfezione, fa il paio con i problemi del cuore, non meno provanti e logoranti di quelli economico-sociali e da essi, a volte, direttamente dipendenti. L'intera storia si sviluppa tra l'ambiente lavorativo e quello domestico di uno dei tanti anonimi subalterni della società occidentale moderna. Il primo, estremamente settario, classista, quasi alienante nella sua geometrica organizzazione di scrivanie ed uffici e tendente alla spersonalizzazione forzata dell'individuo, è tristemente sovra popolato da individui arrivisti, arrampicatori sociali, egoisti, privi di scrupoli, subdoli ed ipocriti; stereotipi di un successo materialmente consistente ma moralmente vacuo; persone che non esitano a sfruttare e calpestare chiunque non possa impedirlo pur di soddisfare i propri capricci. Il secondo invece è lo specchio della condizione di "braccato" che vive colui che è in balia costante di chi lo tiene in pugno in cambio di favori professionali e che come tale è costretto a provvedere, prima che alle proprie, alle "necessità" altrui. L'emblema della prepotente ingerenza che spesso i malsani meccanismi lavorativi hanno nella vita privata delle persone. Inutile soffermarsi più di tanto sulle peripezie sentimentali e morali alle quali i protagonisti sono obbligati per riuscire a destreggiarsi nella gincana della vita quotidiana senza perdere onore e sentimento. Il ritrattino del soggetto medio e della realtà sociale nella quale è calato non è dei più idilliaci ed il poveraccio, diverso per tasso di umanità e di consapevolezza, non fatica a conquistare il favore e la partecipazione del pubblico; soprattutto quando questi è impersonato da un Jack Lemmon in grandissima forma e follemente innamorato dell'adorabile Shirley MacLaine. Il resto non è da meno: a partire dal soggetto, sempre fertile, alla sceneggiatura, perfettamente verosimile ed ottimamente cadenzata, alla fotografia nitida e luminosa, all'inimitabile ironia di fondo con la quale il regista mitiga sempre l'amarezza delle sue storie. Validissimo prodotto: scorrevole, convincente, coinvolgente e funzionante.