Jolly Roger 8½ / 10 04/06/2016 09:32:29 » Rispondi Revenge Movie coi fiocchi. A onor del vero, non ricordo una vendetta "cinematografica" talmente efficace, spietata ed atroce come quella di Confessions, perpetrata dalla professoressa Moriguchi, la cui figlia di 4 anni è stata uccisa proprio da due suoi studenti, due ragazzini tredicenni. Studente A e Studente B. Così Moriguchi li chiamerà nel discorso iniziale che farà all'intera classe, un lungo, lentissimo preludio alla fragorosa tempesta che si scatenerà dopo.
Il film è molto artefatto, la ricerca di stile è tanto presente da risultare invadente e vi sono forzature di trama evidenti. Però ci sono pregi assoluti. Innanzitutto, le tematiche affrontate – il nichilismo dei più giovani, il bullismo, l'emarginazione che possono sfociare in assenza di moralità ed incapacità di empatia, confusione tra bene e male e tra giusto e sbagliato, fino al rendersi capaci di gesti abominevoli come uccidere un bambino. Dall'altro lato, i social network, l'invadenza della società internettiana che in modo subdolo permette a personalità deboli di diventare vere e proprie star all'interno della propria stessa vita: piccoli pseudo-vip che pubblicano le loro pseudo-vite su internet e guadagnano punti di "socialità" in funzione del maggior numero di "likes" che ricevono dagli altri. Personalità influenzabili da esempi negativi, come altri ragazzini divenuti delle star non per avere dei meriti particolari, ma per aver commesso omicidi o azioni deplorevoli, issati però dalla rete alla stregua di eroi, di ribelli, di anticonformisti. Niente di nuovo sotto il sole. Tutta questa violenza c'era già ai tempi nostri quando internet non esisteva, l'unica differenza è che si esprimeva in canali diversi, o che veniva fomentata (o contrastata) in modo diverso. Al di là di internet, sia Studente A che Studente B hanno problemi famigliari notevoli e non hanno ricevuto un'educazione o, quandanche l'abbiano ricevuta, era sbagliata. Moriguchi sa che non si nasce mele marce. Per questo la sua vendetta lascia spazio all'agire dei colpevoli, non ha intenzione di annientarli con determinate azioni, ma fa in modo che essi si annientino da soli, con le loro contro-reazioni alle sue azioni. Non c'è mai un momento, nel film, in cui loro non abbiano la possibilità di fermare tutto. Semplicemente, non lo fanno. Moriguchi sa anche che, quando le mele ormai sono diventate marce, l'educazione non basta più, l'unica cosa possibile una lezione terrificante. Una cosa che non si scorda per l'intera vita.
È molto interessante la lettura della vendetta in Confessions. Anche nel film "Lady Vengeance" la vendetta non è un motivo di soddisfazione personale della persona offesa. In Lady Vengeance, tuttavia, la vendetta assume un significato quasi religioso, perché è un elemento necessario – non a livello personale ma ad un livello ancora più alto, naturale e divino. Date determinate premesse, la vendetta è dovuta. In Confessions la vendetta assume un significato diverso: è un insegnamento, una lezione per i colpevoli. In ciò, questo significato risulta perfettamente in linea con il mestiere di Moriguchi, l'insegnamento. Regalare ai colpevoli una vita di inferno, per farli meditare sull'inferno che loro hanno causato agli altri, lasciando aperta la speranza che essi si redimano un giorno, attraverso l'accettazione della propria punizione.
Un pensiero finale va alla ragazzina che pensava "che la vita non val la pena di essere vissuta". Quella stessa ragazzina che ammirava la sua coetanea divenuta star per aver sterminato la propria famiglia. La ammirava tanto, da essersi tatuata il suo simbolo sul polso. Quella ragazzina debole e idealista, che risente del "fascino del cattivo", mi ha ricordato tanto quelle poveracce che scrivono lettere d'amore ai serial killer in carcere. Idealizzare persone vuote riempiendole di qualcosa che non hanno, cercare la bontà in personalità che di buono non hanno nulla, o l'amore in persone che sono egocentriche e nichiliste. Quella ragazzina è l'unica che giustifica Studente A, gli sta vicino nonostante sappia dell'omicidio del bambino, lo difende addirittura. Chissà cosa pensava, mentre, in ginocchio, attendeva il colpo mortale dalla mano di Studente A. La telecamera indugia sul suo sguardo in modo cinico e beffardo, come a dire "tanto a te la vita non piaceva, no?"