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EVA CONTRO EVA regia di Joseph L. Mankiewicz

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ULTRAVIOLENCE78     8½ / 10  22/06/2008 13:27:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Uscito nello stesso anno di "Sounset Boulevard", "All about Eve" si presenta come un'altra lettura -dai toni più melodrammatici- del fulgido mondo dello spettacolo, mettendo in evidenza lo spietato arrivismo che lo connota attraverso il confronto tra una stella del teatro già affermata e una ragazza che anela a prenderne il posto. E' letteralmente stupefacente il modo in cui Mankiewicz sviluppa la psicologia delle due protagoniste, mostrandone gli antinomici comportamenti. La celebre Margo è una grande e irreprensibile professionista sul palco, ma è molto fragile e insicura nei rapporti interpersonali: ella è ossessionata dal tempo che passa e dal fatto che, a causa del lento sfiorire della sua bellezza, i suoi colleghi, e soprattutto il suo amante, possano abbandonarla. Al contrario, la giovane Eva Harrington sul palco si rivelerà un'attrice mediocre sul palco ma eccellente nella vita privata (anche se il suo eccessivo e lezioso modo di sdilinquirsi lasciano presagire sin dall'inizio le sue reali intenzioni). Ma la finzione nella vita non può durare a lungo: poco alla volta gli infingimenti dell'ambiziosa Eva cadranno, mettendo tratto tratto a nudo una personalità tutt'altro che "invulnerabile". Il passato di Eva si rivelerà mesto e desolato, e a tutta la riprovazione, che ha suscitato nello spettatore la sua ostinata spietatezza, subentrerà un senso di profonda pena che culminerà quando su di lei si abbatterà il ricatto del cinico e subdolo critico Addison DeWitt. Al contrario Margot, già ampiamente appagata dalla sua sfolgorante carriera e deposta ogni ulteriore velleità artistica, incontrerà finalmente la serenità e l'equilibrio interiore quando nel momento psicologicamente più difficile si accorgerà di non essere sola, trovando nell'affetto sincero e incondizionato dei suoi amici e del suo uomo quella prova d'amore che da tempo agognava. La vicenda di Margo Channing diventa dunque paradigmatica: al successo e alla gloria prima o poi ci si abitua, ma dell'amore si ha sempre bisogno, perchè senza di esso la propria vita è soltanto un deserto e un coacervo di false illusioni. Funge da monito, invece, l'arrivismo cieco e sfrenato di Eve Harrington, la cui incontrollata ambizione la destinerà ad una vita all'insegna della solitudine e di vacui valori, di cui non rimarrà niente quando verrà soppiantata da una nuova Eva.
Il ritratto che Mankiewicz fa del mondo dello spettacolo -anche se in maniera meno caustica rispetto al capolavoro di Wilder- è desolante: esso ci viene rappresentato come un ricettacolo di parassiti e opportunisti, in cui lo spazio per i sentimenti veri e sinceri è ridotto ai minimi termini.
Esemplari i dialoghi e le interpretazioni di tutti gli attori.