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RUBBER regia di Quentin Dupieux

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  21/03/2018 10:27:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tutto si svolge in un'imprecisata zona desertica degli States, dove uno pneumatico abbandonato prende vita per qualche oscura ragione. L'oggetto acquisisce in breve il gusto di uccidere, dapprima insetti e piccoli mammiferi, poi esseri umani cui fa esplodere la capoccia manco fosse in "Scanners" di Cronenberg.
Nel frattempo un eterogeneo gruppo di persone segue armato di binocolo le sanguinose malefatte. "Rubber" è un lavoro nonsense con una sua finalità precisa, quella di essere soprattutto metafora sul cinema e relativi appassionati.
Il pubblico (assiepato in una zona brulla sopraelevata) guarda e facendo ciò consente l' esistenza della pellicola, che in assenza di interessati diventerebbe inutile. La dichiarazione d'intenti iniziale del poliziotto riferita al "no reason" è quindi più un riferimento alle vicende del pneumatico e non certo alla cornice, in cui si fornisce una bizzarra visione dello spettatore medio, definito in maniera poco benevola, fondamentalmente ignorante, pronto a fagocitare qualsiasi cosa venga propinata ed affetto da tic e nevrosi facilmente riconducibili a certi comportamenti da sala.
In questo che è uno dei suoi primi lavori, Quentin Depieux mostra già una certa spocchia fastidiosa in cui le velleità d' autore e le assurdità da b-movie trovano terreno fertile fino ad un certo punto, per poi perdersi eccessivamente tra menate metacinematografiche ed omicidi reiterati con troppa insistenza. Il risultato è interessante ma la trama arranca, l'attitudine sovversiva e l'ossessione di voler dimostrare la sua superlativa creatività non aiutano Depieux, perso tra sbavature non utili agli sviluppi narrativi o al voler dimostrare al mondo il suo (presunto, molto presunto) genio.