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UN GELIDO INVERNO regia di Debra Granik

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kafka62     7½ / 10  18/04/2018 12:10:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il cinema americano è straordinario: quando, dopo tanti decenni, sembra di avere ormai visto tutto quanto poteva essere mostrato, ecco che riesce a tirare fuori storie, personaggi e ambienti nuovi e originali. E' così anche in questa opera seconda di Debra Granik, che racconta, in un'America rurale talmente arcaica da non parere neppure contemporanea, l'odissea di Ree, una ragazza che ad onta dei suoi 17 anni porta già sulle spalle la responsabilità della casa, della madre e dei suoi due fratellini, la quale deve ritrovare il cadavere di suo padre, per evitare che, non essendosi questi presentato ad un processo, la casa e la proprietà, date in garanzia della cauzione, le vengano portate via. Per fare questo dovrà farsi largo in una comunità maschilista, violenta e omertosa, rivelando un carattere e una forza d'animo indomabili e raggiungendo infine il suo scopo a rischio della sua stessa vita. Il naturalismo della messinscena è estremamente crudo (si pensi alla scena del pestaggio o a quella – raccapricciante – in cui è costretta a segare le mani del padre giacente sul fondo di uno stagno per poterle portare alla polizia come prove della morte del genitore), anche se la regista mostra per la protagonista (una delle più genuine eroine americane, nonostante la sua sostanziale accettazione dell'ambiguo codice d'onore che vige tra la sua gente, che si sia vista negli ultimi anni al cinema), mostra – dicevo – una istintiva simpatia, che sfocia in una sorta di happy end (non solo la casa è salva, ma addirittura saltano fuori dei soldi che mani ignote avevano versato a integrazione della cauzione). Grazie a questo sguardo affettuoso il mondo duro, crudele e impietoso di "Un gelido inverno" riesce perfino a trasfigurarsi in sprazzi di agreste poesia, soprattutto nelle immagini dei due fratellini che saltano sui covoni di grano o accarezzano dei pulcini, i quali, nonostante la vita richieda loro di crescere in fretta, rappresentano un paradigma di speranza e di palingenesi. Per la protagonista, Jennifer Lawrence, infine, c'è solo un termine che si può utilizzare: immensa, per la sua totale adesione fisica ed emotiva al fiero e indomito personaggio di Ree.