James Kirk 7½ / 10 30/06/2012 00:11:26 » Rispondi Ho guardato questo film sconoscendone completamente trama e derivazione letteraria e devo ammettere che mi ha piacevolmente sorpreso. Piacevolmente in senso metaforico, visto che il sentimento che mi ha accompagnato per tutto il film è stato una sorta di persistente disagio.
Condivido le perplessità che in molti hanno già espresso, effettivamente
la rassegnazione con la quale i cloni si sottomettono al loro lento supplizio non sembra credibile. Nella storia umana non mancano esempi di strati sociali soggiogati e ridotti all'impotenza, o di intere popolazioni rese schiave, ma in questo caso sembrano mancare completamente imposizione e coercizione. E non basta averli allevati convincendoli dell'ineluttabilità del loro destino. I cloni circolano pressoché liberi, possono vedere il mondo, leggere libri, avrebbero in sostanza tutti gli strumenti cognitivi e fisici per ribellarsi ad una situazione agghiacciante. E nemmeno è credibile che l'intera società accetti questa mattanza.
Eppure il film mi è piaciuto. Ho provato tristezza per questi agnelli sacrificali, per loro disarmante ingenuità. Molto del merito va agli interpreti. Veramente bravo il novello uomo ragno, che ho visto recitare per la prima volta e che mi aveva invece suscitato una naturale antipatia nei trailer del blockbuster con il quale raggiungerà presto la fama mondiale. Ho anche molto apprezzato questo universo distopico veramente disturbante nonostante sostanzialmente non ci venga mostrata alcuna violenza o scena ad effetto. In certi momenti si respirava un'atmosfera paradossale, kafkiana,
come ad esempio nella scena in cui la gentilissima infermiera si preoccupa di offrire a Ruth un letto per la notte, dopo che quest'ultima ha appena perso la "paziente che stava seguendo".
Tutto sembra incredibilmente normale nonostante sia incredibilmente sbagliato, come in un episodio riuscito di "ai confini della realtà". In definitiva pur percependo evidenti limiti generali, quello che mi è piaciuto di qeusto film è stato l'impatto emotivo nel conoscere la storia di questi sfortunati personaggi, e forse era proprio questo quello che il regista, e l'autore del libro prima di lui, si erano prefissati.
Insomma non un capolavoro, ma un film che mi sentirei di consigliare sicuramente.