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NON LASCIARMI regia di Mark Romanek

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marco86     7½ / 10  31/10/2011 21:00:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
[non so cosa sto per scrivere, ma di sicuro ci metterò degli spoiler, siete avvisati]

ed eccoci qua, a commentare una storia che c'ha lasciato senza fiato per la commozione :(

oltre ad aver visto questo bel film, ho anche letto il libro di Ishiguro: non è un capolavoro, ma è davvero bello, e se letto nel momento giusto, può risultare sconvolgente.
voglio intanto dire una cosa a chi accusa film e libro di sfruttare una storia trita e ritrita: questa non è una storia sugli androidi. la fantascienza c'entra davvero poco.
il libro di Ishiguro è in realtà un romanzo esistenziale: la storia dei cloni, che ricordano un pò gli androidi di Blade Runner, è solo uno stratagemma narrativo per parlare dell'esistenza umana.
nel libro questo è lasciato sottinteso, mentre nel film viene esplicitamente detto da Kathy nella scena finale: gli uomini, così come i cloni, vivono per morire. e questa morte non si realizza soltanto alla fine del "ciclo", ma è una morte intrinsecamente presente nella vita stessa, per esempio nel momento dei rimpianti e dei rimorsi, come avviene a Kathy e Tommy. nel libro, alcune tra le pagine più strazianti sono quelle in cui i due finalmente si uniscono, ma provano un profondo senso di tristezza per i 10 anni persi. ed è ancora più straziante il loro disperato tentativo di prolungare la loro esistenza di appena 3 anni, come se questi 3 anni fossero l'eternità.

quindi penso che la storia vada vista come un modo particolare di mostrarci la nostra condizione, e non come una storia di fantascienza.
questa è la mia chiave di lettura generale. ci sono poi ovviamente vari altri piccoli spunti di riflessione, come quello sull'infanzia: il personaggio di Miss Lucy (mi pare si chiami così) viene allontanato da Hailsham per i suoi tentativi di rendere più consapevoli i cloni della propria situazione, del proprio destino, ovvero del fatto che sono destinati a spegnersi. questo mi ricorda quella bella frase (di cui però non ricordo mai l'autore) che dice che l'infanzia finisce nel momento in cui diventi consapevole che dovrai morire.
ecco, le altre insegnanti, che si oppongono a Miss Lucy, vogliono semplicemente permettere ai bambini di essere felici nella propria infanzia spensierata, cosa che non sarebbe possibile se loro sapessero da subito cosa li aspetta.
in relazione a questo, ricordo che nel libro i ragazzi si interrogano sul senso della loro istruzione, della loro arte, della loro cultura, se tanto ciò che sono e ciò che fanno è destinato a finire.
ecco, loro sono come noi. le loro domande, sono le nostre domande.

vabbè, per non farla lunga, direi che il film è bello, ben fatto, con delle atmosfere molto malinconiche suggerite da una fotografia tendente al grigio.
se c'è un limite che ho riscontrato nel libro, è quello di non collegare emotivamente bene le prime due parti con la terza. ovvero, nelle prime due parti non ci si affeziona forse abbastanza ai personaggi per poi potersi lasciar trasportare appieno dalle loro vicende nella terza parte. questo non mi ha ovviamente impedito di avere le lacrime agli occhi, ma diciamo che il risultato avrebbe potuto essere più coinvolgente.
il limite del film è simile: scorre via troppo veloce nelle prime due parti, ovvero infanzia e adolescenza, mentre la terza mi è sembrata migliore.

basta così.