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NON LASCIARMI regia di Mark Romanek

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martina74     8 / 10  02/05/2011 20:18:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Attenzione, è tutto uni spoiler qui sotto.

Con un film dallo stile asciuttissimo e distaccato, scivoliamo lentamente in un universo distopico apparentemente non dissimile da quello in cui viviamo, ma nel quale il significato dell'essere umani è profondamente diverso, eppure con la sensazione che l'esistenza di "pezzi di ricambio" per umani più fortunati non sia un concetto così distante dalla realtà che viviamo.
Il fatto che "Non lasciarmi" sia ambientato in un mondo del tutto paragonabile a quello reale è ciò che mi ha maggiormente colpita nel film: seguiamo la vita dei bambini come fossero reali, la loro presa di coscienza è ineluttabile e con lo stesso stato d'animo di rassegnazione entriamo nelle loro vite a perdere, che hanno una data di scadenza come tutte quante, con l'unica differenza che le "povere creature" sanno come e quando moriranno.
Sconvolgente è che il loro desiderio più grande non sia di spezzare le catene e scappare cercando di vivere una vita vera, ma semplicemente di procrastinare per qualche anno la loro vita, o per meglio dire la loro esistenza in vita, dimostrando di amare davvero qualcuno, naturalmente qualcuno dei loro simili, poiché il resto del mondo è loro precluso da vincoli psicologici che vanno ben oltre il braccialetto elettronico cui sono collegati.
Non stupisce che nel film si accenni al fatto che le "scuole" successive a Hailsham siano semplicemente degli allevamenti di cloni: la medicina progredisce, e con essa la standardizzazione della cura. Non stupirebbe perciò che i cloni successivi a quelli che impariamo a conoscere fossero ancora più rassegnati, quasi regrediti mentre le cure per gli altri diventano più sofisticate ed efficaci.
Romanek lascia fuori dall'inquadratura il resto del mondo, coinvolgendoci nella piccola storia di tre dei ragazzi, una storia quasi banale, fatta di amori infantili, gelosie e ingenue speranze. Il suo sguardo focalizzato rende ancora più profondo il baratro che separa l'umanità dai suoi pezzi di ricambio.
A suo modo un film sconvolgente, pur nell'apparente piattezza della narrazione, e i bambini sono davvero struggenti.
stardust  05/05/2011 02:12:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Valutazione perfetta!
martina74  05/05/2011 08:12:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
thanks! ;)
moroitaliano  05/07/2011 01:36:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Concordo anche io con la tua valutazione e la tua critica, veramente ineccepibili. Aggiungo soltanto che la rassegnazione che pervade i tre protagonisti, apparentemente inspiegabile e fonte di incredulità' in altri commenti, deriva a mio avviso dal fatto che gli stessi sono appunto dei cloni, non esseri umani veri e propri e, in quanto tali, ineluttabilmente destinati, come fossero moderne cavie, alla sostituzione dei pezzi di ricambio umani, senza alcuna possibilità di opporvisi. La presa di coscienza della loro condizione, in definitiva la loro "umanizzazione", e' l'artificio cinematografico usato dal regista per narrare il dramma della condizione umana nell'eterna, inesorabile, vana resistenza al tempo che fugge.
martina74  05/07/2011 12:44:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
non sono sicura che dal punto di vista mentale i cloni siano diversi dagli esseri umani più fortunati di loro e siano perciò programmati per accettare il proprio destino.
anche nel libro - che ho appena letto, dopo la visione del film - quello che colpisce è la docilità dei ragazzi, che si avvicinano alle donazioni come agnelli sacrificali, senza opporvisi. ma non credo questo sia effetto di una "programmazione" quanto di una vita talmente chiusa in recinti preordinati da non concedere loro altra possibilità se non quella di passare dalla scuola ai cottages e poi agli ospedali. come per chi non apprezza la bellezza perchè non la conosce, così loro non anelano a una vita vera perchè ne sono tenuti distanti e, quando capita loro di vederla da vicino, semplicemente sono troppo spaventati per desiderarla.