caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

NON LASCIARMI regia di Mark Romanek

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8½ / 10  27/03/2011 03:34:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In una stagione cinematografica costellata di ottimi film (dal Cigno nero di Anorofsky al Grinta dei Coen, da I ragazzi stanno bene al miracoloso Un gelido inverno, dal sottovalutato e tecnicamente superbo Il discorso del Re a Rabbit Hole) e, al contrario, da deplorevoli commedie all'italiana (sembra che Vanzina e Parenti abbiano raggiunto quest'anno il vertice, in negativo, della loro pochezza) arriva "Non lasciarmi" a stabilire lo zenith emotivo di questi anni terribili.
Un film che - lo confesso - devo analizzare da più angolazioni, perchè è fortissima la dipendenza dell'"anima" (se ce n'è una, è chiaro che sarei di fatto idoneo a diventare ehm veicolo scientifico come i protagonisti di questa storia) rispetto alla (pur alta) capacità registica di raccontare il soggetto.
Perchè ammetto di aver provato qualcosa di emotivamente forte, tanto forte da non essere mai riuscito ad espellerlo nel mio ritorno a casa (il cinema a due ore di strada). Non posso liberarmi dalla sorte di questi ragazzi, e quasi assumendo un "contatto universale" verso tutti coloro che muoiono giovani per le ragioni più tristi e disparate. Non posso soffocare il grido Munchiano di Tommy, davanti a quest'inarrestabile arma di ricatto e terrore, dove poi l'elusivo richiamo del titolo, più che a Kafka, mi rimanda al ribaltamento dei codici di Orfeo di Cocteau, con gli amanti condannati (guardacaso) alla morte per essersi innamorati.
Ora, "Non lasciarmi" (lascio il referente letterario a chi lo conosce, per timore di affrontarlo da vicino, forse) è "solo" un altro film, un film bellissimo e straziante, sul tema del passaggio alla vita, o meglio ancora sul senso (laico o agnostico) della nostra esistenza.
Gli interpreti, giovani e "belli" per la loro illusoria dimensione di "eternità" sono strepitosi, e si calano perfettamente nelle spire di un destino che lo spettatore avverte come "fastidiosamente remissivo e rassegnato". Il mondo neutrale invade una cosiddetta libertà che sfoggia i parametri inquietanti di una fine imminente.
Si affianca al cast una C. Rampling gelida e sinistra come non mai, quasi il prototipo di un mondo adulto (vecchio o semplicemente "cresciuto") reietto e brutale.
Il film esprime in realtà più stati d'animo che condizioni, e la trama è spesso offuscata da un codice - un pò metaforico - incapace di spiegare compiutamente l'immunità generale di questo eccidio morale e sociale.
E probabilmente lo fa con un occhio a Peter Weir e l'altro al filone giovanile più in voga (la saga Twilight, per quanto strano possa sembrare).
Con "Non lasciarmi" il cinema d'iniziazione celebra la sconfitta primordiale della giovinezza, la sua resa, l'indefinito veto di crescere.
In questa giostra temporale i protagonisti di questa storia allucinante sono in realtà comparse temporanee, codici senza nome, identità sepolte davanti alle esistenze universali, alla longevità imperante di un mondo. Sordo e indifferente
Estonia  04/05/2011 11:17:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E’ un film sorprendente. A livello emotivo credo che abbia un’efficacia tale che difficilmente può essere paragonato ad altre pellicole del genere, e che difficilmente si potrà dimenticare. Complimenti per l’ottimo commento che condivido in pieno.