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THE SHOCK LABYRINTH: EXTREME 3D regia di Takashi Shimizu

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     4½ / 10  06/05/2013 16:37:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Takashi Shimizu pensa alla tridimensionalità perdendo di vista la sostanza, ambienti dalle colorazioni particolari denotano buona premura scenografica accorpata ad un discreto utilizzo degli effetti speciali ma il resto è davvero poca roba. Il soggetto è antiquato ed il regista nipponico non fa nulla per regalare un po' di vivacità ad una trama stanca, in cui ancora una volta il senso di colpa, ovviamente sepolto nel passato tra le pieghe di dolorosi ricordi in parte rimossi, si erge a motore degli avvenimenti.
La modestia creativa è innegabile, i personaggi appaiono monodimensionali e la tensione è talmente inefficace da rendere tipici oggetti simbolici del cinema di paura -come pupazzetti inquietanti, scale a chiocciola percorse in modo sinistro e il classico tunnel dell'orrore zeppo di manichini sfigurati- in elementi inoffensivi e addirittura mestamente ridicoli come nel caso del coniglietto di peluche.
Di pregevole c'è una certa frammentazione narrativa tanto cara a Shimizu, niente però di troppo cervellotico, in "The Shock Labirynth" non si va oltre un'intersecazione tra piani temporali che pur scolastica fornisce qualche momento discreto in onore ai tempi andati. L' inventiva del regista infatti pare ormai essersi prosciugata nell'infinita riproposizione della sua creatura più rinomata, ovvero quel "Ju-On" che tra sequel e rifacimenti in terra americana è stato proposto in tutte le salse. "Marebito" e la saga di Toshyo facevano sperare una carriera più luminosa per Shimizu forse colpevolmente attratto dalle sirene di un cinema più commerciale al quale aderisce male.