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FRONTE DEL PORTO regia di Elia Kazan

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JOKER1926     6½ / 10  01/04/2011 18:16:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Fronte del porto" per la famosa ed importante regia di Elia Kazan ha rappresentato la massima celebrazione, consacrazione di questo ultimo ma non solo. A salir da trionfatore sul carro dei vincitori, giustamente, è l'esplosivo Marlon Brando che questa volta, in "Fronte del porto" presterà la sua imponenza fisica ed emotiva all'icona di Terry Malloy ex pugile e scaricatore di porto.
Cercando di racchiudere in due righe il concetto enunciato sopra bisogna dire che la forza di propulsione de "Fronte del porto" è rappresentata esclusivamente dal grande Brando e dal lavoro tecnico della regia che riesce, tramite suggestive inquadrature, a creare un film di una grande compattezza che dal pubblico deve esser automaticamente apprezzato.

"Fronte del porto", volendo fare un confronto, non vale "Un tram chiamato desiderio" perché il problema di base che avvolge il film del 1954 è la struttura della storia troppo statica e teatrale, ma nonostante tutto da "Fronte del porto" si evince una macabra realtà, ossia quella dell'omertà (tema universale) e della prepotenza, in tutto emerge, attraverso l'energia di Malloy una forma di ribellione anomala e, allo stesso tempo, sentita e vera.
La sceneggiatura nel complesso appena sufficiente, belli i dialoghi con Marlon Brando protagonista, spettatore soddisfatto, ma come detto prima, in tema di parallelismi, in "Fronte del porto" manca quel totale coinvolgimento rispetto alla pellicola del duo Kazan/Brando del 1951, ma la critica in generale ha pensato ad elevare al Capolavoro un film che non merita dopotutto questa etichetta, ma la Cinematografia vive nelle grandi firme sublimandole sempre…
vieste84  08/09/2012 18:31:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
perchè scarna sceneggiatura? per me la storia è bellissima e ci sono in ballo molti sentimenti
JOKER1926  08/09/2012 18:52:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Generalmente cerco di separare la sceneggiatura dalla storia.
La prima è la "profondità" delle cose, la conformazione psicologica delle persone e dei fatti. La seconda e' la "lunghezza", ovvero l'asse delle cose, il "viaggio" dei fatti.
E in "fronte del porto" noto delle semplicità nnella sceneggiatura e quindi, non portandola per le lunghe, non la reputo all'altezza della situazione. Eccezione fatta per la caraterizzazione di Marlon Brando, davvero buona.

JOKER1926