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MASH regia di Robert Altman

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amterme63     7 / 10  17/09/2009 22:14:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Secondo me è un film che guardato oggi non ha più lo stesso impatto che poteva avere nel 1970. Grazie al genere pulp e al filone demenziale, per noi è una cosa naturale e usuale vedere scene paradossali e “scorrette”. Una volta invece rappresentavano una forte rottura stilistica con il passato, quasi una rivoluzione e il messaggio di questi film andava al di là del semplice divertimento o dello spasso che queste scene potevano dare.
Prima della fine degli anni 60 nessuno avrebbe osato descrivere l’esercito americano in quella maniera così sgangherata e quasi parodistica. Guai a scherzare con cose delicate e dolorose come amputazioni o ferite di guerra. Nei film pre-60 i protagonisti dei film (pure quelli comici o satirici) erano persone assennate, dal comportamento corretto e dai saldi principi morali. Non si parlava liberamente di sesso libero o dell’uso di droghe. Non si faceva pubblicità al disordine e alla mancanza di disciplina. Mai e poi mai i dirigenti e gli alti in grado avrebbero avuto gli stessi vizi e le stesse abitudini di chi non vale nella scala sociale.
Per questo questo film è qualcosa di più di un semplice intrattenimento. E’ un voler celebrare la libertà di parlare di tutto e di dissacrare tutto, senza riguardi verso i tabù e le istituzioni. La simpatia del regista va proprio verso i personaggi più anticonformisti, mentre i severi e i bacchettoni sono tremendamente dileggiati e mostrati come degli ipocriti ridicoli.
Altman usa saggiamente l’accorgimento di far capire che la storia è solo una dissacrazione, una presa in giro. I malati ad esempio non parlano mai, non si lamentano, sono solo qualcosa di nominale e quasi astratto. Le operazioni chirurgiche appaiono come una specie di finzione; quindi tranquilli, nessuno ci rimette veramente. Si tratta solo di scherzare e di burlarsi di vecchie inutili istituzioni e di rigidi bacchettoni moralisti.
Altman innova moltissimo anche a livello stilistico. Cerca di girare il più possibile in presa diretta. I personaggi parlano spesso in contemporanea e si sacrifica l’ordine e la chiarezza delle scene a favore del realismo e della naturalezza (retaggio della nouvelle vague). La mdp inquadra molto dall’alto oppure da distanza, spesso “disturbata” da oggetti che si parano davanti ai personaggi. Una volta uno stile del genere sarebbe stato inconcepibile.
Noi del XXI secolo ormai non percepiamo più la portata rivoluzionaria di questo stile e il film ne risente moltissimo. Senza questa sensazione molta parte del film scorre a volte in maniera un po’ monotona o pesante. Rimangono gli spunti comici con alcune scene esilaranti, come quella con “Bollore”. Quella è proprio divertente.
Ciumi  20/09/2009 19:14:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono d'accordo: la tua precisazione è essenziale per valutare correttamente questo film. Ricordo infatti che quando lo vidi (circa un anno fa) non mi piacque particolarmente, se non per quel fascino visivo e per le finezze stilistiche che hanno sempre caratterizzato i film di Altman. E' un coraggioso esperimento che va esaminato prettamente all'interno del suo quadro storico (la guerra in Vietnam), precursore d'un genere forse non proprio nobile, ma che in quel contesto aveva le sue ragioni.

Comunque, mi piace il modo semplice e gentile che hai di trattare le diverse tematiche dei film che commenti.
amterme63  20/09/2009 22:43:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono proprio contento di sapere che segui i miei commenti. Grazie mille dei complimenti. Fammi sapere anche quando non sei d'accordo o se vedi le cose in maniera diversa da me.
Dopo avere inviato il commento mi sono un po' pentito del voto forse troppo basso. Mi sono forse fatto influenzare dal genere poco nobile che ne è derivato come hai detto bene tu.
In realtà questo è un film molto intelligente e fatto veramente bene e avrei dovuto tenerne conto nel voto. Invece ho giudicato più con la "pancia" che con la testa. Con tanti film spesso succede così: di primo acchito non ti piacciono, poi ci rimugini sopra e finisci per rivalutarli. Con Mash è successo proprio questo. Lo votassi adesso gli metterei senz'altro 8.
Ciumi  21/09/2009 08:10:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Eh sì, li seguo volentieri anche perché, come ti ho già detto, nei tuoi commenti esprimi i tuoi pareri in modo semplice, e questa è una qualità che apprezzo sempre. Poi certo, ti risponderò anche quando non sarò d’accordo su certi aspetti, ma credo di averlo già fatto (forse ne “gli uccelli”). Quindi non sono sempre così ruffiano.
Comunque, tornando al caro Altman, penso anch’io che il suo “M.A.S.H.” sia un film intelligente, come del resto stimo tutta la produzione del regista; e anche coraggioso, nel suggerire una nuova formula stilistica e formale, più che nell’affrontare con uno sfrontato sarcasmo un tema così delicato.
Però penso anche che non dobbiamo rimuginare troppo sui nostri giudizi, credo anzi che spesso la “pancia” ragioni meglio della nostra testa; e poi in fondo non ci chiamiamo né Mereghetti e né Morandini, il bello di questo sito è proprio quello di poter esprimersi nel modo più soggettivo possibile.